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    RISHI SUNAK PRENDE IL MANUALE CENCELLI (VERSIONE UK) E SPARTISCE LE POLTRONE DEL SUO GOVERNO - IL NEOPREMIER ACCONTENTA TUTTE LE CORRENTI DEL PARTITO CONSERVATORE: IL MODERATO JEREMY HUNT RESTA AL TESORO, BEN WALLACE, CHE PIACE MOLTO AGLI INGLESI, CONFERMATO ALLA DIFESA E JAMES CLEVERLY AGLI ESTERI - RICICCIA PURE DOMINIC RAAB, AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - SUNAK NON TRASCURA LA DESTRA PIU' CONSERVATRICE E AFFIDA GLI INTERNI A SUELLA BRAVERMAN - TORNA MICHAEL GOVE, UOMO DI BORIS JOHNSON...


     
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    Alessandra Rizzo per “la Stampa”

    RISHI SUNAK MEME BY CARLI RISHI SUNAK MEME BY CARLI

     

    Ha promesso di «rimediare» agli errori commessi in precedenza e restituire fiducia ad un Regno Unito in crisi. Nel suo primo discorso da premier, Rishi Sunak ha usato toni sobri, in linea con il momento che il Paese sta vivendo. «Metterò la stabilità economica e la fiducia al cuore dell'agenda di questo governo», ha detto dal podio fuori da Downing Street pochi minuti dopo l'insediamento ufficiale. «È un lavoro che comincia immediatamente».

     

    Sunak, eletto leader del Partito Conservatore lunedì pomeriggio, è diventato ieri il premier numero 57 del Paese, il primo capo di governo britannico d'origine indiana e il primo insediato da re Carlo III dopo la successione a Elisabetta. Il passaggio di consegne da Liz Truss a Sunak è avvenuto a Buckingham Palace con una coreografia collaudata: la premier uscente si è congedata dal re, quello entrante ha avuto l'incarico durante un'udienza privata col monarca. Altre ne avrà ogni settimana, per tutta la durata della sua premiership.

     

    Rishi Sunak Re Carlo III Rishi Sunak Re Carlo III

    Poi subito al numero 10 di Downing Street. Quasi a sottolineare la gravità del momento, Sunak ha rotto con alcune consuetudini tipiche dei neo-premier: non ha radunato i sostenitori davanti al podio fuori dal famoso portoncino nero e non ha portato la moglie al suo fianco. «Sono qui per affrontare una profonda crisi economica», ha detto.

     

    E «voglio fin da subito porre rimedio agli errori commessi», riferendosi a Truss e alla sua manovra economica a base di tagli fiscali senza copertura immediatamente bocciata dai mercati. Ha sottolineato come l'obiettivo della crescita economica perseguito dalla ex premier fosse «nobile» e come gli errori siano stati in buona fede. «Eppure - ha aggiunto - sempre errori sono».

    dominic raab dominic raab

     

    Sunak ha poi annunciato un esecutivo che sembra dare seguito alla ricerca di unità in un partito lacerato dalle correnti, che non si è mai riavuto dalla spaccatura della Brexit. E che poi ha dovuto in qualche modo gestire l'ingombrante figura di Boris Johnson, amato e disprezzato in egual misura. Tornano nell'esecutivo alcuni dei lealisti di Johnson, resta qualcuno nominato da Truss, e c'è spazio anche per i moderati.

     

    BEN WALLACE BEN WALLACE

    Tra i ministri di peso, Jeremy Hunt resta al Tesoro, il dicastero in cui Sunak stesso si è fatto un nome e cui Hunt, Tory moderato di lungo corso, era stato chiamato da Truss per arginare i danni della sua manovra. Ma era già troppo tardi. Resta alla Difesa Ben Wallace, politico popolare sempre in testa ai sondaggi di gradimento tra la base Tory: ha gestito benissimo la crisi Ucraina, posizionando il Regno tra gli alleati più sicuri di Kiev.

     

    JEREMY HUNT JEREMY HUNT

    Torna Dominic Raab, peso massimo nel partito, al dicastero della Giustizia e come vice-premier. Ma Sunak non dimentica l'ala più fortemente conservatrice, e riporta al cruciale ministero degli Interni Suella Braverman, stella nascente della corrente di destra interna al partito, che nelle poche settimane del governo precedente si era distinta per la linea durissima sull'immigrazione.

     

    suella braverman suella braverman

     

     

     

    Difende, come del resto anche Sunak, la controversa politica di spedire in Ruanda i richiedenti asilo: Braverman aveva addirittura espresso il «sogno» di vedere sulla prima pagina del «Telegraph» la foto di un aereo pieno di immigrati partire per il Ruanda. Resta anche James Cleverly agli Esteri.

     

    Ma la sorpresa forse più grande dell'esecutivo è il ritorno di Michael Gove, mente politica finissima, alleato di Johnson ma da lui cacciato nelle ore finali della sua premiership. Gove avrà nuovamente il compito di attuare politiche per lo sviluppo economico e sociale del nord-Inghilterra, in quello che era un cavallo di battaglia dell'ex premier. E proprio da Johnson, che prima ha tentato un clamoroso ritorno e poi ha gettato la spugna, arrivano le congratulazioni a Sunak, a suggellare forse una ricucitura.

    johnson rishi sunak johnson rishi sunak

     

    In un tweet assicura di volerlo sostenere «in pieno e con tutto il cuore». E congratulazioni sono arrivate da tutti i leader, da Biden a Macron a Giorgia Meloni, che su Twitter scrive: «Non vedo l'ora di collaborare con lui e il suo gabinetto sulle sfide comuni, sostenendo i nostri valori condivisi di libertà e democrazia». Ora comincia il difficile. Sunak è atteso da una crisi economica, inflazione alle stelle e clima sociale teso, tra proteste e scioperi diffusi da parte di categorie le più disparate. E da una guerra in Europa.

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