1 – INTESA -UBI, AL LAVORO PER IL DISGELO
Rosario Dimito per “il Messaggero”
ubi - Victor Massiah, Letizia Moratti e Andrea Moltrasio
Diplomazie al lavoro per avviare il disgelo tra Intesa Sanpaolo e Ubi dopo il responso sempre più schiacciante dell' opas e assicurare una transizione serena verso il nuovo assetto. Ieri le adesioni all' opas sono salite dal 71,9 al 75,68% a 24 ore dalla chiusura di stasera, prolungata, come è noto, di due giorni dalla Consob per assicurare un corretto svolgimento e tutela degli investitori.
E al termine dell' offerta, il risultato potrebbe superare l' 80%, una maggioranza che dà a Carlo Messina, vero vincitore di questa battaglia, la forza per completare il suo disegno strategico.
victor massiah letizia moratti
Si diceva che le diplomazie rappresentate da alcuni azionisti Ubi da giorni in movimento per facilitare una soluzione auspicabilmente friendly, sono sempre in campo e con la sponda di altri soci di Ca' de Sass accomunati dalla stessa matrice, sarebbero a buon punto per costruire quel dialogo fra i vertici che finora è mancato.
Secondo quanto ricostruito dal Messaggero presso fonti attendibili, a breve potrebbe essere organizzato un colloquio fra i due presidenti: Gian Maria Gros-Pietro di Intesa Sp, Letizia Moratti di Ubi. Il giorno di questo primo colloquio che dovrebbe far cadere il muro di incomunicabilità è oggetto di incastro fra le agende.
Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ad, e Giovanni Bazoli, presidente onorario
Conoscendo stile e galanteria di Gros-Pietro sarà lui che potrebbe recarsi dalla collega. Ma conoscendo anche scrupolo, zelo e rispetto della formalità dell' economista torinese, è probabile che l' appuntamento possa tenersi quando l' operazione sarà formalmente definita.
Così stasera si chiude e Borsa spa farà il suo consueto annuncio e, probabilmente, in serata anche Intesa Sp potrebbe anticipare l' obbligo di dare conto di tale esito che ricade entro le 7,59 di domani. Per avere l' esito definitivo delle adesioni, così come l' avveramento, il mancato avveramento o la rinuncia delle condizioni di efficacia, essi devono essere comunicati al mercato prima dell' apertura della borsa di martedì 4, giorno in cui si riunirà il consiglio Intesa Sp per approvare la semestrale.
LETIZIA MORATTI BAZOLI
Ma il giorno prima il cda si dovrebbe riunire, in forma straordinaria per dedicarsi alle valutazioni sull' esito dell' offerta. Lunedì 3 è anche in calendario il board di Ubi per la semestrale e, probabilmente, prenderà atto della decisione di Victor Massiah di rassegnare le dimissioni.
Alla luce di questo susseguirsi di eventi, potrebbe essere calibrato il vertice tra i due presidenti, verosimilmente dopo martedì 4, mentre il giorno dopo avverrà il settlement con il pagamento delle azioni.
L' ORGANIGRAMMA
MASSIAH LETIZIA MORATTI
Il colloquio tra Gros-Pietro e Moratti potrebbe servire oltre a ripristinare i rapporti fra le parti, anche a disegnare il percorso per arrivare alla fusione. Innanzitutto con le probabili dimissioni di Massiah chi prenderà le redini di Ubi, sia pure transitorie?
C' è Elvio Sonnino, vice direttore generale vicario & chief operating officer nonchè figura storica del gruppo. Esiste anche l' opzione, siccome Intesa Sp con una partecipazione così alta, assume la direzione e il coordinamento della ex popolare, che essa possa chiedere al board di Ubi di cooptare un suo manager. Il papabile a prendere le redini dovrebbe essere Raffaello Ruggieri, un manager molto considerato da Messina, cresciuto nel corporate & investment banking di Banca Imi, da qualche mese divenuto clo.
RAFFAELLO RUGGIERI
A prescindere da questa mossa eventualmente anticipata, sempre attorno a mercoledì 5, i consulenti legali di Intesa Sp (Carlo Pedersoli, Carlo Pavesi, Umberto Tombari, Andrea Zoppini) potrebbero predisporre la lettera per il cda di Ubi chiedendo la convocazione dell' assemblea straordinaria.
Secondo lo statuto, occorrono 40 giorni, pertanto gli azionisti potrebbero essere convocati per metà settembre e varare la nuova governance mediante la nomina del nuovo consiglio.
Un' altra poltrona-chiave sarà la scelta del nuovo presidente: ancora non ci sarebbe un nome preciso ma potrebbe essere individuato un imprenditore di rango della zona di insediamento tradizionale della banca acquisita.
ANDREA ZOPPINI GIULIO NAPOLITANO GIOVANNI BAZOLI ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO
Il nuovo corso potrà realizzare il piano che dovrebbe portare entro la primavera 2021 alla fusione. Prima però, entro metà gennaio, va fatto il signing con Bper per la cessione dei 532 sportelli ordinati dall' Antitrust e il closing deve essere siglato entro aprile.
2 – UBI, DIETRO LA VITTORIA DI INTESA ANCHE IL TENTATO BLITZ DI UNICREDIT
Andrea Greco per “la Repubblica”
Per capire come si muoverà il settore bancario italiano dopo che Intesa Sanpaolo si è comprata Ubi bisogna riavvolgere il filo, rosso come le sue cravatte, che collega Jean Pierre Mustier, amministratore delegato che da un anno ripete «no a fusioni per Unicredit», e Victor Massiah, che ha quel ruolo in Ubi da 12 anni e potrebbe lasciarlo lunedì, data dal cda sui conti.
JEAN PIERRE MUSTIER
Secondo due fonti finanziarie attendibili i due banchieri si sarebbero confrontati fino ai dettagli, nella tarda primavera, per mettere a punto un piano alternativo alla scalata lanciata il 17 febbraio da Intesa Sanpaolo (più che rivale di Unicredit).
Il piano puntava ad aggregare le attività italiane di Unicredit con quelle di Ubi, così da cogliere due obiettivi, cari a ciascuno dei due. Per Massiah, sarebbe stato il possibile "cavaliere bianco" con cui resistere all' attacco di Intesa. Per Mustier sarebbe stato un altro passo per alleggerire i "rischi italiani", che teme e ha iniziato a disinnescare con il piano Team 23 presentato a fine 2019).
mustier
Il progetto alternativo, a quanto si apprende, era incentrato sulle 1.600 agenzie di Ubi, con presidi forti in Lombardia e Piemonte, e una buona parte delle 4.000 filiali italiane di Unicredit, magari prima separate dalla "subholding" per le attività estere che la banca ha in cantiere: una controllata, come detto a dicembre, con sede in Italia e volta a migliorare i costi di raccolta di gruppo. Il progetto subholding sarebbe, peraltro, vicino al via.
Le nozze italiane tra Ubi e Unicredit si sono però scontrate con le autorità. Il Tesoro, dove l' idea era stata fatta circolare ma che subito ha preferito l' Ops di Intesa Sanpaolo. E anche la vigilanza di Francoforte, informalmente consultata. Si sa che da un anno e mezzo la Bce è ben favorevole alla ripresa delle fusioni tra banche: ma sembra preferire quelle originate dagli istituti maggiori con obiettivo i meno grandi. Difatti la Bce aveva autorizzato di slancio, l' 8 giugno, l' Opas di Intesa su Ubi. E per simili ragioni sarà, nel futuro, di supporto al gruppo guidato da Carlo Messina se intentasse la strada di nuove fusioni in Europa.
mustier parzani
Proprio a giugno, tra l' altro, la banca di Mustier si era invece presentata come parte in causa nel procedimento Antitrust sull' Opas della rivale, sostenendo che la fusione annunciata era «suscettibile di impattare negativamente sulla concorrenza sotto diversi aspetti», danneggiando in particolare la clientela al minuto e le Pmi».
Tra i dubbi delle autorità e il rilancio in contanti deciso il 17 luglio, il destino di Ubi si è comunque segnato. Il traguardo del 66,67% di adesioni all' Opas, che consentirà di integrare la banca con sede a Bergamo entro l' anno, è stato superato martedì, mentre ieri, a un giorno dal termine dell' offerta che il 5 agosto sarà regolata con azioni e contanti, aveva aderito il 75,68% degli azionisti Ubi.
JEAN PIERRE MUSTIER
«Un' operazione coraggiosa condotta in un periodo particolarmente difficile per l' Italia - ha detto Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo - . E' una razionalizzazione che consolida il sistema, rafforza Intesa e valorizza il potenziale di Ubi».
Per tornare a Unicredit, ieri si è allineata ancora con zelo al diktat della Bce, che alla vigilia aveva chiesto alle banche vigilate di estendere da ottobre a fine 2020 lo stop a dividendi e riacquisti di azioni. Nel farlo, Unicredit ha detto che, se il veto fosse tolto dal 2021, «ripristinerà la politica di distribuzione del capitale prevista da piano Team 23 nel 2021 per l' esercizio 2020 e negli anni successivi ».
Ciò equivale a un aumento del monte utili distribuiti al 50% del totale: «Il 30% dell' utile netto come dividendo in contanti, il 20% come riacquisto di azioni proprie». Un ennesimo segnale, tecnico, che Mustier preferisce investire sulla sua banca - così depressa in Borsa che quota a un terzo del patrimonio netto - che non su quelle dei rivali.
roberto gualtieri
E un concetto che il banchiere ripete da un anno, e il 22 luglio ha ribadito alla rivista Euromoney . Tuttavia, la situazione nell' agone bancario italiano si va facendo sempre meno lineare. Risulta infatti che il Tesoro, che è impegnato con la Commissione europea a riprivatizzare Mps entro il 2021, abbia di recente chiesto a Unicredit se volesse comprarsela: trovando la reazione fredda di Mustier.
jean pierre mustier e francine lacqua con elkette l alce peluche di mustier
Nel giro di quadriglia ripartito potrebbe rientrare anche Banco Bpm, i cui vertici hanno incontrato quelli di Unicredit un mese fa, per aggiornarsi dopo le ferie. Ma resta da verificare che il capo di Unicredit abbia voglia di farsi coinvolgere in una partita molto complessa e molto italiana; e chi lo conosce racconta come, in privato, tratteggi un autunno a tinte fosche per le piazze del Paese e per il debito del Tesoro. A meno che, come avrebbe potuto essere con Ubi, anche quella con Banco Bpm per Unicredit si riveli, più che «un' acquisizione », un' altra vendita.