Gianni Dragoni per ‘Il Sole 24 Ore'
«Di mandati se ne possono fare quanti se ne vuole, anche 74», diceva Paolo Scaroni il 27 giugno dell'anno scorso. Tre giorni prima era stata varata la direttiva sui criteri per le nomine nella società di Stato dall'allora ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni.
E Scaroni, come gli altri manager, boiardi e boiardini, poteva dire «scampato pericolo».
Era caduta infatti l'ipotesi di mettere un tetto di tre mandati ai presidenti e amministratori delegati, una proposta che avrebbe messo fuori gioco i capitani di lungo corso dell'industria pubblica il cui mandato scade in questa primavera: oltre a Scaroni, che è a.d. e direttore generale dell'Eni dal primo giugno 2005, completano il terzo mandato anche Fulvio Conti all'Enel e Flavio Cattaneo a Terna, tutti nominati dal governo Berlusconi. Come l'a.d. delle Poste, Massimo Sarmi, il quale sta finendo il quarto mandato.
scaroni berlusconi interna nuovaL'arrivo a Palazzo Chigi di Matteo Renzi ha spiazzato i vertici delle maggiori società pubbliche, che con Enrico Letta accarezzavano l'idea di una conferma, anche nell'ipotesi di scalare alla presidenza creando un "ticket" con un manager interno da promuovere amministratore delegato. All'Eni Scaroni puntava sul d.g. dell'esplorazione e produzione, Claudio Descalzi, all'Enel Conti aveva in mente un'accoppiata con il direttore finanziario, Luigi Ferraris.
scaroni e renzi splAdesso i giochi ripartono da zero. Renzi ha detto che prima bisogna definire le strategie dei grandi gruppi e poi si discuteranno i nomi. L'intenzione è di procedere a un generale cambiamento, in linea con la fama del rottamatore (ma qualcuno, dopo aver visto la lista dei sottosegretari, lo chiama "ex" rottamatore). In totale, il governo deve rinnovare i cda di 14 società controllate direttamente dallo Stato e 35 indirettamente, poi ci sono i collegi sindacali e, nelle quattro grandi società quotate che polarizzano l'attenzione (c'è anche Finmeccanica), a cascata ci saranno i rinnovi nelle loro controllate. In totale sono almeno 600 le poltrone da assegnare.
Tutto ruota intorno alle scelte di Renzi sull'Eni, la società più importante, la prima per valore in Borsa: quando Scaroni prese le redini, primo giugno 2005, l'Eni capitalizzava in Borsa circa 84 miliardi, adesso è sui 65 miliardi, il 22,6% in meno. Anche il valore dell'Enel è sceso, da 45 a 37,5 miliardi: -16,7 per cento. Per entrambe pesano certo anche gli effetti della crisi, ma la Borsa non dice tutto.
Ma anche i bilanci di Eni e Enel sono indeboliti rispetto all'anno di partenza di Scaroni e Conti. Se si guarda alla Borsa, con Cattaneo è quasi raddoppiato il valore di Terna, da circa 4 miliardi a 7,7 miliardi attuali, anche se tra il 2005 e il 2013 larga parte degli utili (circa 3 miliardi) è venuta dalle attività regolamentate, su cui incide anche la lobby, mentre le «attività non tradizionali» hanno generato 1,3 miliardi di utili e plusvalenze. Anche i debiti sono aumentati.
COLAOEntro il 13 aprile il ministero dell'Economia deve pubblicare le liste dei candidati ai nuovi cda delle controllate quotate. Si è sfilato Andrea Guerra, a.d. di Luxottica, mentre tra i potenziali candidati c'è Vittorio Colao, capo di Vodafone. Gli potrebbe essere offerta la guida di Eni, Enel o Poste. Per l'Eni si fa anche il nome di Leonardo Maugeri, ex direttore strategie dell'Eni, uscito nell'agosto 2011 per divergenze con Scaroni. Fiorentino, vive a Boston ed è tra i consulenti di Obama per l'energia.
Altro nome che Renzi potrebbe lanciare, alle Poste, è Mario Greco, da meno di due anni a.d. delle Assicurazioni Generali. In un servizio di una pagina del Financial Times su Renzi del 18 marzo, la chiosa finale è una dichiarazione di Greco, che dice: «Quello che sta accadendo in Italia è che finalmente abbiamo un cambio di generazione e questo è molto importante se si vuole trasformare il paese da un punto di vista politico».
LUIGI GUBITOSI IN VERSIONE BLUES BROTHER ALLA FESTA DI DESIREE COLAPIETRO FOTO DA IL MESSAGGEROAll'Enel il cambiamento potrebbe avvenire anche con la promozione di Francesco Starace, a.d. della controllata Enel Green Power. Un giovane renziano intanto è stato assunto alle relazioni esterne Enel, Domenico Maggi, ai rapporti con il Parlamento. Chissà se questa mossa guadagnerà benemerenze all'attuale gestione.
Un altro candidato, per Enel o Poste, è Luigi Gubitosi, il d.g. della Rai nominato da Monti, che scade nel luglio 2015. Alla Finmeccanica c'è un vertice in carica dal 2013: il presidente Gianni De Gennaro dal 4 luglio, l'a.d. Alessandro Pansa dal 13 febbraio.
Fulvio Conti e Paolo ScaroniimagePansa, tra i più giovani in scadenza insieme a Cattaneo, è però in Finmeccanica dal maggio 2001 (scelto da Giuseppe Bono) e non è stato sempre estraneo a scelte delicate, anche nel confezionare i bilanci, degli anni precedenti. Al tandem De Gennaro-Pansa si contrappone un drappello di candidati, tra cui Franco Bernabè per la presidenza, Francesco Caio, Domenico Arcuri e alcuni interni dei settori con i risultati migliori.
mario grecoMASSIMO SARMI Flavio Cattaneo