MEME SUL RITARDO DI CONTE
Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
Ha una strana eco, la parola «ristoro» applicata all' ennesimo decreto di Palazzo Chigi. Non si capisce se vada declinata come sinonimo di sollievo, o possa diventare un toccasana per le attività delle quali il governo ha deciso la chiusura parziale o totale. È forte il sospetto che si tratti di una misura riparatrice, almeno nelle intenzioni, per errori e ritardi accumulati in questi mesi.
MASSIMO FRANCO
Il decreto rischia dunque di rivelarsi una fonte di ulteriore confusione, e dunque di scontento e di protesta in un' Italia ormai non solo scettica ma sconcertata. Sarebbe inopportuno ironizzare sul lessico utilizzato dagli uffici del premier Giuseppe Conte per comunicare provvedimenti giustificati dall' emergenza del coronavirus: la questione è tremendamente seria.
GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
Riesce difficile, tuttavia, non osservare che a sottovalutarla da metà maggio a oggi è stato proprio l' esecutivo. Registrare l' ennesimo cortocircuito nella maggioranza e gli smarcamenti strumentali di questo o quell' alleato serve a poco: anche perché sono mosse delle quali è difficile vedere uno sbocco politico. Sono segnali di frustrazione, non strategie alternative.
LA CHIUSURA DEI RISTORANTI BY GIUSEPPE CONTE
Ma la novità è che fotografano, per quanto goffamente, uno sfilacciamento del tessuto sociale sempre più accentuato. Il vero allarme al quale Conte e il suo governo dovrebbero prestare attenzione sono non tanto la fine della luna di miele con l' opinione pubblica segnalata dai sondaggi, o gli strappi alleati, quanto i conati di rivolta in molte, troppe città italiane. Sono le avanguardie arrabbiate, confuse e probabilmente infiltrate da estremisti e criminali, di un Paese che si è sacrificato; e di colpo è colto dal dubbio di averlo fatto inutilmente.
Le tentazioni dell' opposizione di cavalcare la rabbia delle «piazze» e i distinguo alleati vanno inquadrati in uno sfondo di tensioni difficili da arginare. Si sta diffondendo nel Paese la sensazione di avere buttato via mesi nei quali sarebbe stato opportuno prepararsi alla nuova ondata di contagi: in primo luogo negli ospedali, nelle scuole, nei trasporti pubblici. Invece, Palazzo Chigi si è cullato a lungo nell' autocompiacimento di un «modello italiano» senz' altro non peggiore di altri, ma oggi segnato dall' imprevidenza e dalla mancanza di decisioni degne di questo nome.
conte meme
Avere ritardato un «sì» o un «no» chiari sul prestito europeo del Mes per rafforzare il sistema sanitario sta producendo frutti avvelenati. Conte si è lasciato irretire dai veti di un grillismo compatto solo nei pregiudizi più irresponsabili. Così, il reticolo degli ambulatori sul territorio è rimasto sguarnito e a corto di risorse e di personale. Ci si ritrova di nuovo con gli ospedali investiti da un' ondata di malati spaventati e disorientati.
Mancano i vaccini antinfluenzali promessi. Per fare i tamponi si è assistito allo spettacolo umiliante, in primo luogo per le istituzioni nazionali e locali che dovevano garantirli, di file di ore.
La parola d' ordine della convivenza con il virus si sta trasformando in un incubo. Ma non si può pensare di esorcizzarlo ricorrendo di nuovo a una chiusura dell' Italia che farebbe precipitare la crisi economica.
giuseppe conte meme
Sarebbe solo un alibi per coprire la mancanza di strategia di un esecutivo che si è vantato a lungo di avere visione e idee chiare. L' incontro di ieri a Palazzo Chigi tra Conte e le categorie colpite dalle nuove restrizioni arriva opportunamente. Ma c' è da chiedersi perché non ci sia stato prima. Vale per le parti sociali, come per le opposizioni parlamentari.
A questo punto, l' unico dovere è di far dimenticare quanto prima la presuntuosa pretesa di autosufficienza degli ultimi mesi. Si ha il diritto di pretendere decisioni serie, rapide e più condivise. E un bagno di umiltà che non nasconda solo il calcolo furbesco di sopravvivere invece di salvare il Paese.
conte meme IL DPCM DI CONTE - MEME
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