Estratto dell’articolo di Alessandro Ferrucci per il “Fatto quotidiano”
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È una donna di potere?
No, purtroppo.
Ne è sicura?
Al massimo di potere limitato.
Lo è stata.
Un tempo, sì.
Com’è?
(Immediato) Bello. (E sorride, senza ridere).
vittorio cecchi gori rita rusic
[…] per un ventennio ho viaggiato tantissimo, vivevo tra Roma e Hollywood, conoscevo tutto il cinema, quindi feste, poi il weekend stavamo appresso alla Fiorentina, e in una fase anche in mezzo alla politica.
[…] Il contesto nel quale si trovava meno bene?
[…] con Vittorio (Cecchi Gori, ndr) ho seguito due campagne politiche e lì mi sono resa conto di quanto sia necessario mentire per ottenere i voti.
Una certezza.
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La verità non funziona, sei obbligato a promettere, offrire sogni, urlare proclami come “realizzeremo un aeroporto più grande di Pisa!”; (pausa) è stato istruttivo […]
[…] Ho studiato, soprattutto per sedermi ai tavoli della politica: leggevo, mi informavo in ogni modo e solo per evitare le banalità; le banalità sono peggio delle stupidaggini: perdi credibilità.
Torniamo al potere: per una lunga stagione ha gestito gran parte dei destini del cinema italiano. Esiste la riconoscenza?
[…] accade solo se uno sa chi è e quanto vale.
VITTORIO CECCHI GORI RITA RUSIC
Rocco Papaleo le è grato, il vostro primo incontro è diventato una sorta di sketch.
(Ride) Lo invitai a una festa nella nostra villa, solo che sbagliò entrata, ma per non rifare il giro decise di scavalcare e una volta dentro cadde. Prima di stringerci la mano si chiuse in bagno per riassettarsi.
Poi è entrato nel cast del primo film con Pieraccioni: I Laureati con incassi inaspettati.
I Laureati sì, mentre su Il Ciclone qualcosa avevamo intuito, anche se non di quella portata.
rita rusic foto di bacco
Merito suo o di Vittorio Cecchi Gori?
I film di Leonardo li ho seguiti dall’inizio alla fine, però a Vittorio va riconosciuta la previsione: quando in anteprima ha assistito alla proiezione de Il Ciclone, ha inquadrato le potenzialità: “Questo incasserà tanto”.
Pieraccioni vi riconosce il merito del suo benessere economico.
(Ride) A un suo compleanno chiesi a Vittorio di staccare un assegno da 1 miliardo. Quando Leonardo aprì la busta, rimase bloccato, non riusciva a inquadrare bene il numero di “zeri”. Poi si fece attaccare l’assegno con lo scotch, ci dormì sopra, e la mattina dopo corse a incassarlo.
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[…] Da attrice com’era?
Credo di non aver dato nulla.
Esagerata.
È iniziata e finita in un attimo e non perché non fossi capace, ma perché Vittorio non amava una moglie attrice.
Geloso.
Anche, e poi era piuttosto possessivo, temeva il nuovo, i cambiamenti.
rita rusic attila
Intimorisce gli uomini?
Credo di sì. Mio padre ripeteva: “I maschi avranno paura dei tuoi occhi”; secondo papà, per non perdere fascino, era fondamentale non comportarsi mai da innamorata.
[…] Delle origini povere e da profuga, cosa le è rimasto addosso?
Mi sento sempre la bambina fuggita dalla campagna.
Teme di tornare povera?
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È una sensazione costante che vive dentro la mia famiglia e che ho trasmesso pure ai miei figli; (seria) Vittoria non butta via nulla e se la riprendo replica con “non si sa mai, una volta abbiamo già perso tutto”; (pausa) sono 25 anni che provvedo a noi tre, so che la povertà dipende da me.
Ha partecipato a due reality: per soldi?
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Sono state due esperienze drammatiche. […] il GF è stato meraviglioso. […] In quello show a nessuno frega un cazzo di nessuno, eppure sei chiuso senza poter comunicare con l’esterno e a tutti i concorrenti scatta un processo mentale nel quale non sei in grado di pensare a chi sta fuori dalla casa; come se il fuori non contasse nulla.
Spiata, sempre.
Anche nel bagno.
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Nel bagno?
Nel gabinetto c’è la telecamera e inquadra esattamente il sedere; (ride) per il bagno mi ero portata lo scafandro del barbiere, poi mi sono rotta.
[…] Ha una storia con un uomo di trent’anni più giovane.
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(Cambia tono) Non è questione di anni, ma di personalità.
Questa risposta è un classico.
Mi diverte e poi mi appare bello.
È oggettivamente bello.
Lo vedo dentro casa e sembra il sole: è come guardare un bel quadro. […] La bellezza è la più alta forma di arte perché non ha bisogno di spiegazioni. Lo diceva un signore... (Oscar Wilde, ndr).
Ha conosciuto Weinstein...
Come produttore e imprenditore lo stimo tantissimo, capiva al volo il potere di un’opera; mi infastidiva la sua arroganza, la sua fisicità.
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Ci ha lavorato spesso.
Per La vita è bella è stato importante nella corsa all’Oscar.
Weinstein è in galera.
Di lui già qualcosa si diceva, soprattutto per i problemi con la sua assistente risolti dopo una lunga trattativa.
E sul #MeToo?
Capisco la questione, anche io da ragazza ho subito violenza e so che non si è sempre in grado di denunciare immediatamente; ancora oggi se un uomo mi abbraccia e non mi molla, casco a terra, svengo. E perdo tutto il mio animo combattivo.
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Averlo raccontato è servito?
È stato come metabolizzarlo.
Sua figlia cosa le ha detto?
Non è andata a fondo.
[…] È vera la storia che Vittorio Cecchi Gori ha pensato alla sceneggiatura de I due carabinieri durante il vostro matrimonio?
Un po’ sì: all’inizio erano molto simpatici, solo che Montesano era troppo matematico, contava le battute e le risate rispetto a Verdone.
Sempre Cecchi Gori: “Craxi aveva un debole per Rita...”.
Lo aveva per tutte, comunque era una potenza, un uomo che quando parlava metteva in soggezione l’interlocutore, compreso Berlusconi; una sera suggerii a Vittorio: “Stiamo zitti, evitiamo figure di merda”.
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[…] Più importante il potere o i soldi?
Il potere, ma i soldi sono consolanti e il potere ha un prezzo troppo alto.
È portatrice di segreti inconfessabili?
Qualcosa ho visto, comprese minacce di morte.
[…] Vittorio […] Una volta abbiamo rischiato di morire in aereo, precipitavamo, io urlavo, piangevo, pure il comandante nel panico, e lui come se niente fosse era soprattutto infastidito dalla mia normale isteria.
[…] Lei per i suoi figli è una montagna troppo alta da scalare?
Abbastanza. […]Perché è come se avessi vissuto troppe volte, quindi so quello che voglio.
RITA RUSIC
Lei chi è?
Una donna che ha ancora molto da offrire e che non molla mai.
È fiera.
No, sono una contadina croata.
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