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    RITORNO AL CINeMA: LE CITTA’ IN CUI TRASFERIRSI NEI PROSSIMI 200 ANNI SONO TETRE, TECNOCRATICHE E OPPRESSIVE. MA C’E’ L’ORGASMOMETRO E NON SI PAGA L’IMU


     
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    da www.theguardian.com

    Le nostre città del futuro saranno luminose o tetre? Peter Bradshaw propone una selezione di città del futuro già comparse nei film dove potreste pensare di trasferirvi nei prossimi 200 anni.

    Una sequenza di Alphaville jpegUna sequenza di Alphaville jpeg

    - METROPOLIS (1927) (dir. Fritz Lang)
    Metropolis è il modello architettonico delle città futuriste al cinema, con i suoi alti grattacieli, le autostrade aeree che uniscono gli edifici e il traffico sospeso. E' la città europea del 2026 immaginata da Lang, il paradiso dei classisti: in alto i ricchi, i manager e gli industriali, sottoterra gli operai.

    - FUGA DA NEW YORK (1981) (dir. John Carpenter)
    E' stato girato quando New York aveva ancora la reputazione di essere territorio criminale, tra pazzi cannibali e assassini. Si immaginava un 1988 con l'indice di criminalità al 400%. La Grande Mela diventava una specie di carcere di massima sicurezza, con un muro di cinta di 15 metri, con tutti i ponti e i canali minati. Una volta entrati, non si usciva più.

    - LA FUGA DI LOGAN (1976) (dir. Michael Anderson)
    Mondo post-apocalittico del 2274: i sopravvissuti vivono sotto una cupola, gestiti da un computer centrale, non lavorano, hanno diversi agi, però vengono uccisi il giorno del trentesimo compleanno. I dissidenti che scappano si ritrovano in una Washington deserta, che è quasi peggio.

    Tom Cruise in Minority Report jpegTom Cruise in Minority Report jpeg

    - BLADE RUNNER (1982) (dir. Ridley Scott)
    E' la Los Angeles del 2019, una spaventosa megalopoli che nasconde "replicanti" indistinguibili dagli umani veri. Si tratta di un luogo colossale, quasi un pianeta a sé, con pessimo tempo (piove sempre) e mega cartelloni pubblicitari con donne asiatiche.

    - ALPHAVILLE (1965) (dir. Jean-Luc Godard)
    Alphaville è a dir poco lugubre, soggetta a repressione, controllata dal tirannico computer Alpha 60. Regna l'ordine assoluto, ogni diversità viene eliminata e l'emozione può essere punita con la morte. E' stato girato a Parigi, Alphaville sarebbe la sua banlieue gemella intergalattica.

    Everytown in La vita futura jpegEverytown in La vita futura jpeg

    - LA VITA FUTURA (1936) (dir. William Cameron Menzies)
    La storia è ambientata nell'immaginaria città britannica di Everytown, durante una guerra che va dal 1940 al 2036. Risultato è il caos e la rovina, in giro ci sono solo macerie e i resti di una civiltà, tipo relitti di macchine trainati da cavalli. Ovvero quando il futuro diventa preistoria. Non è poi così lontano dalla realtà, visto che si lotta per conquistare giacimenti di petrolio.

    - AKIRA (1988) (dir. Katsuhiro Otomo)
    La città di Neo-Tokyo, 2019: dopo la terza guerra mondiale, la vecchia Tokyo è stata rimpiazzata da una metropoli hi-tech, sciamante e anarchica, nelle mani di
    due bande di folli motociclisti.

    - IL DORMIGLIONE (1973) (dir. Woody Allen)
    Il Greenwich Village nel 2173: la zona è stata distrutta dall'atomica ed è nelle mani di un dittatore, mentre gli uomini subiscono il lavaggio del cervello. Un nerd ibernato (Woody Allen) viene risvegliato per indagare sui gruppi di Resistenza. Ma qui il trasporto pubblico funziona che è una meraviglia ed esiste l'Orgasmometro che garantisce a tutti soddisfazione sessuale.

    Allen in Il Dormiglione jpegAllen in Il Dormiglione jpeg

     

     

     

    MINORITY REPORT (2002) (dir. Steven Spielberg)

    Washington, anno 2054, è piuttosto scura e inquietante, gode dei benefici della rivoluzione digitale e di un sistema di pre-crimine, ovvero accettando le premonizioni di tre eletti, vengono impediti i crimini prima ancora che siano compiuti. Questa dominanza della profezia creerà un'atmosfera di malessere.


    BABELDOM (2013) (dir. Paul Rush)

    Babele è dovunque e in nessun luogo, forse è la città del futuro più strana di tutte, quasi la trasposizione de La Torre di Babele dei due dipinti di Pieter Brueghel il Vecchio.
    I suoi abitanti vagano nella nebbia, non è rimasto quasi più niente di umano.
    Chi vive nel sottosuolo non sarà mai toccato dal sole o dalla pioggia. Qui la libertà è entropia.

     

     

     

    La vita su Akira jpegLa vita su Akira jpegLa citta di Blade Runner jpegLa citta di Blade Runner jpeg
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