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    IL MR. WOLF DI CONTE - RITRATTO DI MARIO TURCO, IL BRACCIO DESTRO E SINISTRO DI “GIUSEPPI”: SUI SOCIAL È TUTT’ALTRO CHE UNA STAR E LA SUA SCALATA POLITICA È AVVENUTA IN SILENZIO. CON IL GOVERNO GIALLOVERDE, È RIMASTO MOLTO IN DISPARTE. SI SENTIVA A DISAGIO CON LE POSIZIONI BARRICADERE DEI PARLAMENTARI PUGLIESI E LE LORO BATTAGLIE (NO TAP, XYLELLA, ILVA, ACQUEDOTTO PUGLIESE) – IL SALTO DI QUALITÀ È AVVENUTO CON IL CONTE 2 E L’INCARICO DI SOTTOSEGRETARIO. E IN FUTURO? POTREBBE PUNTARE ALLA CANDIDATURA A SINDACO DI TARANTO. A MENO CHE…


     
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    Stefano Iannaccone per www.tag43.it

    MARIO TURCO MARIO TURCO

     

    È il Mr. Wolf di Giuseppe Conte, l’uomo chiamato a risolvere i problemi del Movimento 5 stelle. E da commercialista è colui che tiene i conti, in senso politico, monitorando gli umori e le azioni in Parlamento dei pentastellati.

     

    Mario Turco, 53enne senatore tarantino del M5s, è uno degli uomini più vicini all’ex presidente del Consiglio: il suo braccio destro e sinistro. «Uno dei pochi di cui Conte si fida ciecamente», è la sintesi fatta a Tag43 da una fonte interna. A differenza di Rocco Casalino, estroverso portavoce e fidatissimo consigliere di Conte, Turco è poco mediatico, non rilascia molte interviste e le sue dichiarazioni sono sempre pacate e mirate. Mai un intervento sopra le righe.

    GIUSEPPE CONTE MARIO TURCO GIUSEPPE CONTE MARIO TURCO

     

    Turco è la quintessenza del contismo

    Turco, dunque, lavora dietro le quinte, studia i dossier, cerca le soluzioni, firma emendamenti e provvedimenti bandiera in Parlamento. È la quintessenza del contismo da portare nei Palazzi. Con l’ex presidente del Consiglio c’è un punto in comune, oltre alla provenienza pugliese: l’approccio cauto, prudente, che porta a muoversi con passo felpato per evitare possibili rogne.

     

    «A volte anche troppo prudente», maligna chi lo conosce bene. Ma questo a Conte piace, eccome. Lo dimostra il fatto che per parlare con l’ex premier, bisogna passare da Turco. E chi entra in contatto con Conte viene rimbalzato al senatore, specie sui temi più delicati, dal fisco alla giustizia. La parola del Turco tarantino è una sentenza. Da buon Mr. Wolf, insomma.

     

    Turco, il commercialista professore che piaceva a Di Maio

    MARIO TURCO MARIO TURCO

    Sui social, come prevedibile, è tutt’altro che una star. La sua pagina Facebook conta meno di 6 mila like. Per capire il personaggio è comunque indicativa l’attività sul web: negli ultimi giorni, per esempio, sui social ha promosso una mozione presentata per favorire gli investimenti nel Mezzogiorno, sua terra di elezione.

     

    Turco infatti è stato eletto con l’uninominale a Taranto con oltre il 45% delle preferenze, rientrando in quella categoria di candidati provenienti dalla società civile selezionati da Luigi Di Maio. Volti scelti dall’allora capo politico per indicare il cambio di passo del Movimento e attirare così professionisti nelle proprie liste.

     

    MARIO TURCO AL SENATO MARIO TURCO AL SENATO

    Di sicuro Turco non è un grillino della prima ora per stile, storia e formazione culturale. Di professione, infatti, il senatore è commercialista, vanta una serie di incarichi da revisore dei conti, ed è docente di Economia aziendale presso il dipartimento di Scienze dell’Economia di Unisalento.

     

    La scalata politica di Turco è cominciata con il governo Conte 2

    La scalata politica è avvenuta in silenzio, in linea con il suo profilo: a inizio legislatura, con il governo gialloverde, è rimasto molto in disparte. Dal gruppo dei pentastellati eletti in Puglia, molto legati alle battaglie della prima ora (No Tap, Xylella, Ilva, Acquedotto Pugliese) è stato spesso visto come un corpo estraneo.

     

    E lui si sentiva a disagio con le posizioni barricadere di tanti colleghi. Il salto di qualità, raccontano a Tag43, è avvenuto con il Conte 2, quando l’allora presidente del Consiglio lo ha voluto a Palazzo Chigi, affidandogli l’incarico di sottosegretario con delega alla Programmazione economica e investimenti. Non proprio poca roba. Il motivo di tanta stima? «Parlano la stessa lingua, si intendono alla perfezione già solo per carattere», si mormora in ambienti pentastellati.

     

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    Nel futuro di Turco la corsa a sindaco di Taranto o un ruolo accanto a Conte

    Così al senatore pugliese è stato affidato lo scottante dossier Taranto, con un capitolo speciale sull’ex Ilva. Un tema a lui molto caro. «Anziché pensare solo all’acciaieria, la mia città deve puntare su uno sviluppo delle infrastrutture e sull’autonomia universitaria», disse nell’ottobre 2019 in un’intervista a Il Foglio, vaticinando chissà quale rivoluzione.

     

    mario turco mario turco

    Era l’epoca in cui Conte immaginava un “cantiere Taranto”, un progetto che avrebbe seguito personalmente affidando la macchina organizzativa al suo fedelissimo. L’iniziativa, va detto, non è stata proprio un trionfo: il cantiere Taranto non è mai partito in pompa magna e, nei fatti, è stato solo rivisto e corretto il Contratto istituzionale di sviluppo, un progetto preesistente. Non proprio una rivoluzione copernicana. Eppure c’è chi sul futuro di Turco azzarda una previsione: punta alla candidatura a sindaco di Taranto. A meno che non ci sia un ruolo ancora più prestigioso sul piano nazionale. A fianco di Conte, sempre.

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