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    RITRATTONE BY PERNA DI ENZO MOAVERO MILANESI E IL SUO RIPORTINO: “STA AL GOVERNO GRILLIN-LEGHISTA COME UNO ZULÙ SUL CERVINO. È IMBEVUTO D'EUROPA IN UN GOVERNO CHE NE DIFFIDA. È LÌ PER FARE LA QUINTA COLONNA DELL'ESTABLISHMENT IN MEZZO ALL'ACCOZZAGLIA POPULISTA DI MAIO- SALVINI. LO HA IMPOSTO IL QUIRINALE PER ZAVORRARE IL GABINETTO CONTE. SUO COMPITO È IMMOBILIZZARE IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO NELLE POLITICHE UE, PERPETUANDO LE NOTE SUDDITANZE NAZIONALI”


     
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    Giancarlo Perna per “la Verità”

     

    Giancarlo Perna Giancarlo Perna

    Sul garbo di Enzo Moavero Milanesi, non si discute. Su tutto il resto, ferve il dibattito. Il sessantaquattrenne ministro degli Esteri è spesso immortalato in smoking nelle occasioni mondane. Al fianco, la bella moglie, madre dei suoi tre figli, educati nelle migliori scuole. Sorriso mite e fisso, occhi chiari, capelli ordinati con la riga, riflettono un'armonica visione di vita. Avendo trascorso decenni nei palazzi di Bruxelles, Moavero guarda il mondo con la tranquilla convinzione che l'Europa sia l'Eden. Di qui, la flemma che irradia. L'opposto del collega ministro dell' Interno, Matteo Salvini, in preda al ballo di san Vito.

     

    Moavero tiene alle forme al punto che ha nominato capo gabinetto l'ambasciatore Riccardo Guariglia, fin lì capo del cerimoniale della Farnesina. Guariglia sarà il suo Virgilio tra i meandri di un dicastero inquieto e diviso. Prima però di chiederci perché abbia scelto il cerimoniere, poniamoci un'altra domanda: che ci fa Moavero alla Farnesina?

     

    moavero salvini moavero salvini

    Elementare: Moavero, sta al governo grillin-leghista come uno zulù sul Cervino. È, infatti, imbevuto d' Europa in un governo che ne diffida. Se è sceso nel campo di Agramante, è solo per fare la quinta colonna dell' establishment in mezzo all' accozzaglia populista del duo Luigi Di Maio-Matteo Salvini. Lo ha imposto il Quirinale per zavorrare il gabinetto Conte. Suo compito è immobilizzare il governo del cambiamento nelle politiche Ue, perpetuando le note sudditanze nazionali.

     

    chi comanda al ministeroNel copione dettato da Sergio Mattarella, rientra anche il capogabinetto. Guariglia, come responsabile del cerimoniale del ministero, era in costante contatto col Quirinale dov' è continuo il viavai di capi di Stato esteri. Si è fatto apprezzare dal suo inquilino che, come si mormora al ministero, ha caldamente raccomandato al neoministro di prenderlo come braccio destro.

     

    moavero salvini moavero salvini

    La scelta è stata obbediente ma non felice. C' è infatti, tutto un pezzo di Farnesina che scalpita. Molti sono i frustrati per i sette anni di dominio del Pd. I vari ministri degli Esteri, della sinistra o apparentati, - Emma Bonino, Federica Mogherini, Paolo Gentiloni, Angelino Alfano - hanno promosso a man bassa i loro adepti e inchiodato le carriere dei dissidenti. Da tre mesi, Moavero non muove un dito per riequilibrare e si è, invece, affiancato Guariglia, uno dei simboli della stagione che il voto del 4 marzo ha concluso. Un segno di continuità mal digerito da chi sognava un cambio di passo.

     

    Segretario generale, ossia dominus del ministero, è tuttora Elisabetta Belloni, protetta di Gentiloni di cui fu capogabinetto. Un' altra feluca rossa, Armando Barucco, ha in mano i finanziamenti di enti contigui alla Farnesina. I quali, a loro volta, sono diretti da feluche rosse come Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell' Istituto affari internazionali (Iai), intimo già 20 anni fa di Walter Veltroni, Massimo D' Alema e compagni. Fin qui, i mugugni che corrono tra i marmi del palazzone razionalfascista con vista sul Tevere.

     

    NO ALLA SCRIVANIA DEL DUCE

    video messaggio del ministro enzo moavero milanesi video messaggio del ministro enzo moavero milanesi

    A proposito di fascista, l' aneddoto che più circola su Moavero risale al 2011, quando cominciammo a conoscerlo. Fedelissimo di Mario Monti, era stato nominato ministro per gli Affari Ue di quel gabinetto. Il giorno del debutto, rifiutò la scrivania assegnata perché era stata di Benito Mussolini. «Non posso sederci.

     

    Sono antifascista», ha detto e la fece riportare in cantina. Con il gesto, chiuse idealmente il cerchio dell' impegno politico applicato alle scrivanie. Un quindicennio prima, il rifondazionista Oliviero Diliberto si era infatti comportato all' opposto. Saputo che in cantina c' era la scrivania di Palmiro Togliatti la fece riportare su per occuparla nel biennio in cui fu Guardasigilli. L' episodio può fare pensare a una sorta di estremismo del Nostro, come rifiutare una Sacher perché ne era goloso Josef Radetzky. In realtà, di lui si conosce un solo eccesso, confinato all' età giovanile: l'adesione al movimento studentesco romano di cui fu negli anni Settanta uno dei capintesta.

     

    enzo moavero milanesi enzo moavero milanesi

    LA GAFFE SU MARCINELLE

    Tornando ai primi passi da ministro, ha suscitato critiche il suo discorso dell' 8 agosto a Marcinelle in Belgio, nel sessantaduesimo anniversario della morte dei nostri 136 connazionali nell' incendio della miniera. Moavero ha approfittato per assimilare gli immigrati italiani di allora ai clandestini di oggi. È parsa una critica agli sforzi di Salvini e una forzatura. I nostri di allora infatti, avevano documenti in regola e il posto assicurato, mentre gli attuali sono sbandati che si accordano con mafie.

     

    Moavero al ministero è un pesce fuor d' acqua. Risonanza ha avuto il caso del nostro ambasciatore a Berna, Marco Del Panta, che su Twitter ha messo un «mi piace» all' appello antigovernativo dell' ex ministro Carlo Calenda. Presa in castagna, la feluca ha smentito, parlando di una intromissione di hacker. Dai colleghi è però considerato recidivo. Dicono infatti che Del Panta si sia anche affrettato a ripulire il suo profilo dai molti like a vari personaggi della sinistra che sbeffeggiano l' attuale governo. Da Moavero, che ne fa parte, silenzio di tomba.

    enzo moavero e paolo savona enzo moavero e paolo savona

     

    COME LE TRE SCIMMIETTE

    L'impressione che alla Farnesina sia sempre carnevale, un po' come nella Chiesa di Francesco, è rafforzata dall' episodio di giugno a Madrid. In coincidenza col gay pride in corso nella capitale spagnola, l' ambasciatore, Stefano Sannino, ha innalzato sul balcone dell' ambasciata la bandiera arcobaleno, accanto ai due emblemi di rigore: il tricolore e il vessillo Ue. L' aggiunta impropria ha fatto scalpore. Pare che configuri addirittura il reato di vilipendio alla bandiera.

     

    Né varrebbe la giustificazione, assolutamente privata, che Sannino volesse omaggiare il marito che vive con lui nella residenza, un eurocrate spagnolo, impalmato anni fa a Bruxelles. Moavero, al solito, ha girato la testa dall'altra parte, confermando l'idea di un dicastero infido per il governo e colabrodo per tutti.

    denise pardo enzo moavero milanesi denise pardo enzo moavero milanesi

     

    Enzo è romano di ascendenza lombarda. Suo avo è Ferdinando Bocconi, creatore di «La Rinascente» e dell' omonimo ateneo intitolato al figlio, Luigi, morto in un incidente. Laureato con lode in legge, apprendistato in un grande studio internazionalista romano, master al Collége d' Europe di Bruges e all' Università del Texas, Moavero è nel suo ambito un cannone. Ha fatto troppe cose per non citarle alla rinfusa.

     

    Ha insegnato Diritto comunitario alla Sapienza, alla Luiss e alla stessa Bocconi dell' antenato. A 29 anni è entrato nel falansterio della Commissione Ue e ci ha poi bazzicato lustri su lustri. Nel 1994, su indicazione del Cavaliere, cui lo aveva segnalato Franco Frattini, è diventato capo gabinetto di Monti, prima al Mercato interno, poi alla Concorrenza. Dal 2006, è stato per cinque anni giudice alla Corte di giustizia di Strasburgo.

     

    MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

    FLOP SULL'AGENZIA DEL FARMACO

    Colmo di tante esperienze, Monti, che lo considerava suo pupillo, lo chiamò nel proprio governo. Moavero si illuse di potere fare politica in proprio e si candidò con Monti alle elezioni 2013. Fu bellamente trombato. Continuò però a essere ministro con il gabinetto Letta. Lo defenestrò Matteo Renzi nel 2014. Dopo la Brexit, lo ripescò Gentiloni affidandogli l' incarico di portare da Londra a Milano la ricca Agenzia del farmaco. Uno scherzo per un uomo del calibro di Moavero. Finì, come si sa, all' Aja. Allora, giustamente, è stato promosso alla Farnesina.

    Enzo Moavero Milanesi e moglie Enzo Moavero Milanesi e moglie

     

     

     

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