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    RIUSCIRÀ VERIZON A VENDERE L’''HUFFINGTON POST''? - IL GIGANTE USA DELLE TELECOMUNICAZIONI STA CERCANDO DI VENDERE IL SITO DI INFORMAZIONE CHE SI PORTA DIETRO DAL 2015, QUANDO COMPRÒ AOL PER 4 MILIARDI E CHE È FONTE CONTINUA DI PERDITE. MA L’OPERAZIONE È DIFFICILE IN EPOCA COVID (E CON DIPENDENTI MOLTO SINDACALIZZATI) – NEL PACCHETTO FINIREBBERO ANCHE LE EDIZIONI INTERNAZIONALI, COMPRESA QUELLA ITALIANA, UNA DELLE POCHE CHE HA PRODOTTO UTILI, MA SOLO NEL 2017 E NEL 2018


     
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    arianna huffington arianna huffington

     

    Andrea Secchi per “Italia Oggi”

     

    Verizon, il gigante statunitense delle tlc, sta cercando di vendere HuffPost, il sito di informazione che attraverso joint venture ha edizioni in 12 paesi oltre agli Usa, Italia compresa. Non è la prima volta che Verizon, guidata dal ceo Hans Vestberg, avvia contatti per la cessione e per questo anche oggi l' operazione non sembra facile.

     

    huffpost huffpost

    Secondo il New York Post, nelle scorse settimane ci sono stati contatti con almeno cinque società media, alcune delle quali hanno già declinato l' invito. Il motivo è lo stesso per il quale Verizon vorrebbe vendere: il sito, fondato nel 2005 da Arianna Huffington come Huffington Post e poi diventato HuffPost quando questa ha lasciato nel 2016, è una fonte di perdite difficile da sanare se non con ingenti tagli di costi. Fra questi rientrerebbero anche licenziamenti, compito non facile dal momento che negli Usa HuffPost ha 200 dipendenti e con una forte rappresentanza sindacale.

    A una situazione già difficile si è poi sommato l' effetto Covid.

     

    aol verizon aol verizon

    Nel 2019 la divisione Verizon Media, di cui fa parte il sito, ha chiuso l' anno con ricavi operativi per 7,5 miliardi di dollari (6,4 miliardi di euro) e un calo tutto sommato contenuto del 3%, sebbene l' unione fra le acquisite Aol e Yahoo non abbia mai dato i risultati sperati e i livelli du business che il gruppo si attendeva erano ben altri. Nel secondo trimestre di quest' anno, invece, le attività media hanno avuto ricavi per 1,4 miliardi di dollari (1,19 miliardi di euro), in calo del 24,5%.

     

    huffpost in vendita huffpost in vendita

    Di qui i contatti con Group Nine Media, Penske Media Group (editore del Rolling Stone), Bustle Digital Media, J2 Global. Fra le società sondate inoltre Vox Media (New York Magazine, Vox, Recode, The Verge), che però ha già detto di non essere interessata, così come Group Nine, alla cui guida c' è Ben Lerer, figlio del co-fondatore dell' Huffington Post Ken Lerer.

     

    Il pacchetto, se si riuscirà, dovrebbe essere venduto così com' è, ovvero la holding che controlla tutte le edizioni internazionali dell' HuffPost, compresa quella italiana, edita da HuffingtonPost Italia srl, società partecipata al 49% dal gruppo Gedi che si occupa della parte editoriale così come della raccolta pubblicitaria.

     

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    Tra l' altro questa edizione è una delle poche che è riuscita a produrre utili sebbene solo nel 2017 (169 mila euro) e nel 2018 (203 mila euro), per poi tornare in rosso lo scorso anno (118 mila euro con 1,945 milioni di ricavi, stesso livello di un anno prima). Nel primo semestre di quest' anno si è ovviamente fatta sentire anche in questo caso la pandemia: 707 mila euro i ricavi (-8,4%) e rosso a 168 mila euro, eppure in miglioramento rispetto ai 182 mila euro di perdita del primo semestre 2019.

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