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    CHE PALLE 'STO MORALISMO DA PERBENINO - MARCO RIZZO DICE “VIVA LA GNOCCA” E SI BECCA IL PREDICOZZO DI PADRE GRAMELLINI CHE CIANCIA, NEANCHE FOSSE UNA TURBO-FEMMINISTA, DI “RIGURGITO DELL’ANTICA CULTURA PATRIARCALE” E DI “VOLGARITA’ SPACCIATA PER SPONTANEITA’" – A"I LETTORI CHE SCRIVONO: “DOBBIAMO PER FORZA SCEGLIERE TRA IL LINGUAGGIO FORBITO MA OSCURO DI GIULI E QUELLO CHIARO MA TRIVIALE DI RIZZO? VORREI RISPONDERE CHE ESISTE UNA TERZA VIA..."


     
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    Massimo Gramellini per corriere.it - Estratti

     

    il monologo di massimo gramellini in altre parole 4 il monologo di massimo gramellini in altre parole 4

    «Mi piace la gnocca e non mi dovete rompere le balle», sbotta in pubblico il prode Marco Rizzo, già comunista e ora sovranista, ma sempre fieramente anticapitalista. Nessuno ha intenzione di rompergliele (...)

     

     

    Oggi nulla è più politicamente corretto della critica al politicamente corretto. Vi si esercitano in molti, ricevendo applausi scroscianti, specie se la critica è formulata in modo un po’ becero. Viviamo un periodo in cui la volgarità viene spacciata per spontaneità, addirittura per verità, e non stupisce che la taverna dei social abbia tributato al compagno gnoccofilo il più facile dei trionfi. Ma proprio per questo le sue parole non risuonano particolarmente coraggiose o rivoluzionarie.

     

     

    Quello che Rizzo sventola come un vessillo di libertà è solo il rigurgito dell’antica cultura patriarcale che nella donna vedeva anzitutto un oggetto di piacere. Ma, anche se quella cultura rimane ancora presente, la sensibilità dominante è diventata un’altra. Per usare il vocabolario di Rizzo, oggi una donna si è guadagnata ampiamente il diritto di potersi sentire una gnocca senza che nessuno si permetta di romperle le balle.

    marco rizzo marco rizzo

     

    P.S. Allo sconsolato lettore A. M. che scrive: «Dobbiamo per forza scegliere tra il linguaggio forbito ma oscuro di Giuli e quello chiaro ma triviale di Rizzo?» vorrei rispondere che esiste pur sempre una terza, e tersa, via. La lingua italiana.

     

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