formigoni
Alessandro Giorgiutti per “Libero quotidiano”
Dal carcere milanese di Bollate, dove è detenuto da venerdì scorso, si fa sentire Roberto Formigoni, inviando una lettera alla redazione del periodico cattolico Tempi, che gli aveva recapitato alcuni messaggi di sostegno da parte dei lettori. «Carissimi amici, grazie per l' abbonamento, e per gli articoli e le testimonianze che mi avete inviato!», scrive l' ex presidente della Regione Lombardia.
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«Vi prego di pubblicare, magari anche più di una volta, queste mie parole, perché i messaggi che mi arrivano sono proprio tanti. Ringrazio tutti gli amici e le persone che in questi giorni mi stanno facendo pervenire lettere, telegrammi, cartoline, mail di sostegno e di stima. Non riuscirò mai a ringraziarvi personalmente come vorrei. Vi ringrazio e vi saluto tutti tramite Tempi. Ciao. Roberto Formigoni». C' è anche un post scriptum: «Comprendete bene che da parte mia ogni parola in più sarebbe fuori luogo. A voi auguro buon lavoro e buona battaglia. Roberto».
formigoni
Formigoni, che ha guidato la Lombardia dal 1995 al 2013, è stato condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Secondo i giudici avrebbe ricevuto fino al 2011 dall' uomo d' affari Pierangelo Daccò benefici per 6,6 milioni di euro (l' uso di uno yatch, l' acquisto di una parte di una villa in Sardegna e altro) in cambio di vantaggi per due strutture ospedaliere, il San Raffaele di Milano (ma per questa vicenda è scattata la prescrizione) e la clinica Maugeri di Pavia.
Pur compiendo 72 anni a fine marzo Formigoni non può beneficiare della detenzione domiciliare, prevista per gli ultrasettantenni ma, in seguito all' approvazione della legge cosiddetta spazzacorrotti, negata a chi si macchia di reati contro la pubblica amministrazione, come (ed è il caso dell' ex governatore) la corruzione.
ROBERTO FORMIGONI
Ieri sono emersi anche alcuni particolari sul primo "assaggio" di carcere di Formigoni. «Sono sollevato nel vedere che non solo nel mio partito ci si interroga sul fatto che io sia in carcere e non ai domiciliari», ha confidato a un visitatore (conversazione riportata dalla Stampa). Nella cella con quattro letti, di cui solo tre occupati, Formigoni ha letto i giornali ma anche alcuni libri portati da casa: La banalità del male di Hannah Arendt, un testo sulle strategie di sviluppo industriale e il Vangelo.
Al garante dei detenuti della Lombardia Carlo Lio ha assicurato di avere «la coscienza a posto e la fede che mi sostiene» Per l' ex governatore, che è stato anche più volte deputato (la prima volta nel 1987) e senatore, oltre che europarlamentare, le noie giudiziarie non sono peraltro finite. Proprio ieri, al tribunale di Cremona, è stato aperto un nuovo procedimento che lo chiama in causa sempre con l' accusa di corruzione legata alla sanità: questa volta c' è di mezzo un' apparecchiatura per la diagnostica oncologica acquistata dall' ospedale Maggiore di Cremona.
2 - «HO VISTO FORMIGONI E MI HA DATO UNA LEZIONE»
Luigi Negri* per “la Verità”
*Arcivescovo emerito di Ferrara e Comacchio
LUIGI NEGRI
Qualche giorno fa ho avuto l' onore di incontrare, nel carcere di Bollate, il presidente Roberto Formigoni. Mi ha colpito moltissimo la testimonianza di fede e di libertà che dà in un momento di fatica, anche fisica, anche psicologica: perché credo che la maggior parte degli italiani, e io sono tra di loro, non sappiano cosa sia il carcere in Italia (dopo averlo visto, desidero non finirci dentro nemmeno per un minuto).
Formigoni ha una consapevolezza chiarissima dell' ingiustizia che è stata perpetrata ai suoi danni, istruendo un processo in cui è difficile rintracciare una prova schiacciante a suo carico. Altro che ragionevole dubbio, se non una serie di presupposti ideologici che costituiscono il fondo della cosiddetta mentalità comune.
In questo, però, ha anche la consapevolezza che deve difendere pubblicamente il suo passato, la sua storia, la sua vita, il suo lavoro, perché l' origine del suo lavoro è stata sempre la fede, e l' obiettivo del suo lavoro è sempre stata la difesa dell' uomo e della sua libertà. E questo è qualche cosa che non può essere né ridotto, né eliminato dalla storia del nostro Paese.
FORMIGONI IENE
Sono rimasto veramente edificato dalla sua testimonianza di dolore e di fede. Un dolore che prova la fede, e una fede che rende vivibile il dolore. Congedandomi da lui, mi sono permesso di ringraziarlo perché egli sempre nella sua vita, ma soprattutto adesso, ha assunto l' immagine di un maestro del popolo cristiano.