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"Salvini non ne aveva sbagliata una. Aprendo la crisi ha fatto una mossa che reputava giusta, certo un po' azzardata visto che non decide lui se sciogliere le Camere. Ma evidentemente aveva avuto garanzie, voci dicono che avesse sentito Zingaretti e forse anche Renzi e volessero andare al voto: il suo errore è stato fidarsi". A dirlo l'ex segretario della Lega, Roberto Maroni, in un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, facendo riferimento alla decisione di Matteo Salvini di aprire la crisi di governo.
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Secondo Maroni la crisi andava gestita diversamente: "Avrei scelto un'altra strada. Dopo le Europee - spiega l'ex leader - e il voto sulla Tav avrei chiesto un Conte bis con la stessa maggioranza ma con la Lega alle Infrastrutture, e magari anche al ministero dell'Economia, nominando Tria commissario Ue". Sull'ipotesi di un governo Pd-Cinquestelle, Maroni sottolinea che, se dovesse nascere, "sarebbe un governo nato casualmente, non per un progetto politico condiviso ma solo per evitare le elezioni, e quindi con una debolezza intrinseca. Paradossalmente - prosegue - rischierebbe di durare tutta la legislatura, proprio per evitare di consegnare l'Italia al nemico Salvini".
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