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(ANSA) - PERUGIA, 21 APR - "Come potete ancora lavorare in Rai?": è la domanda-provocazione di Roberto Saviano, protagonista ieri sera, al Festival internazionale del giornalismo di Perugia, di un incontro durante il quale, in una conversazione con Barbara Serra, si è parlato anche della cancellazione del monologo di Antonio Scurati dal programma "Che sarà" su Rai 3.
roberto saviano
"Quando mi hanno detto di Antonio Scurati - ha sottolineato - io ho risposto: vi siete accorti soltanto adesso di ciò che sta succedendo? Ma come potete ancora lavorare in Rai? Come fate a stare ancora al consiglio di amministrazione, ad andare ospiti alle trasmissioni. Lì è tutto controllato, è tutto perennemente costruito perché la propaganda si chiuda, con il solo obiettivo di impedire che qualsiasi luce si accenda. Quando hanno censurato il mio programma, Insider, in tanti sono rimasti in silenzio, pensando che era un problema mio", ha sottolineato, ricordando lo stop alla sua trasmissione, quattro puntate previste lo scorso autunno e già registrate, dedicate a un viaggio attraverso le organizzazioni criminali.
antonio scurati
"Loro la vogliono l'opposizione - ha osservato -, vogliono un'opposizione estremista, per mostrare che loro sono democratici e gli altri sono gli assalitori. Quello che invece non vogliono è un certo tipo di narrazione. Non vogliono un certo racconto sulla criminalità organizzata e non vogliono un certo racconto storico. Questo perché parla anche ai loro. Quando io parlo al loro elettorato di queste storie mi ascoltano, sulle storie del narcotraffico, sulle storie di mafia, sulle storie di corruzione, su quanto costa un voto.
roberto saviano ai funerali di michela murgia 1
Per essere eletto servono 50 euro. È quello che dicono le inchieste: quelle di Catania e quelle di Bari vi hanno ridimostrato quanto costa un seggio. Questo è quello che loro non vogliono che si racconti, perché temono che se poi vieni creduto su questi argomenti verrai anche creduto quando si parla di altro. E allora devono fermarti". Non è mancato, in conclusione, un ricordo di Michela Murgia, alla quale lo scrittore ha dedicato il suo ultimo libro "Noi due ci apparteniamo" (Fuoriscena).
"C'è una cosa su tutte - ha ricordato - fondamentale, non permettere a chi decide di poter scegliere, di rimanere solo: questo è un pensiero costante che Michela aveva verso di me, ma non solo. Questo perché non devi mai dimenticarti di vivere. Se l'impegno ti fa essere infelice, ti fa smettere di danzare, di baciare, di dormire, significa che è sbagliato. E allora per impedire che l'impegno, la scelta, la volontà di lotta faccia della tua vita un orrore non devi essere solo".
antonio scurati