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    ROBINHO, ORA SONO CAZZI: CONFERMATA IN CASSAZIONE LA CONDANNA A 9 ANNI DI CARCERE PER STUPRO - L'EX GIOCATORE DEL MILAN PERÒ È IN BRASILE E NON PUÒ ESSERE ESTRADATO, MA POTREBBE ESSERE ARRESTATO SE ANDASSE ALL'ESTERO - LA VICENDA RISALE AL 2013, IN UN LOCALE MILANESE, AI DANNI DI UNA RAGAZZA DI 23 ANNI CHE SECONDO LUI ERA CONSENZIENTE - PECCATO CHE AL TELEFONO CON GLI AMICI IL BRASILIANO DICESSE: "LA DONNA ERA UBRIACA, NON SA NEMMENO COSA SIA SUCCESSO"…


     
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    Da www.gazzetta.it

     

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    Stavolta c’è la sentenza della Cassazione a confermare la condanna di Robinho e del suo amico Ricardo Falco a nove anni di carcere per violenza sessuale di gruppo su una ragazza che nel 2013 aveva 23 anni.

     

    LA CONDANNA

    Ricorso respinto, quello presentato dai legali del brasiliano, che puntavano la difesa sulla consensualità del rapporto. Decisive sono state alcune telefonate in cui l’ex milanista raccontò la serata dello stupro: “Sto ridendo perché non mi interessa, la donna era ubriaca, non sa nemmeno cosa sia successo”.

     

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    Le registrazioni hanno alla fine confermato la colpevolezza del giocatore e dell’amico che si sarebbero anche accordati sulle risposte da dare agli inquirenti, dicendosi tranquilli perché nel locale non erano presenti telecamere.

     

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    La condanna in primo grado arrivò nel 2017, condanna confermata in appello a Milano. Il giocatore aveva poi perso il posto in squadra nel Santos. Ora resta il problema dell’estradizione di Robinho: la giustizia italiana dovrebbe inviare una richiesta formale a quella del Brasile che dovrebbe poi avviare una valutazione interna.

     

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    Vedremo gli sviluppi anche se, nonostante la condanna definitiva, Robinho e Falco non possono essere estradati in Italia, poiché la Costituzione del 1988 vieta l’estradizione dei brasiliani.

     

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    Inoltre, il trattato di cooperazione giudiziaria in materia penale tra Brasile e Italia, firmato nel 1989 e tuttora in vigore, non prevede l’applicazione in territorio brasiliano di una condanna imposta dalla giustizia italiana.

     

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    Robinho e Falco, quindi, corrono il rischio di essere arrestati solo se viaggiano all’estero, non necessariamente in Italia. Per questo lo Stato italiano deve emettere un mandato d’arresto internazionale che potrebbe essere eseguito, ad esempio, in qualsiasi Paese dell’Unione Europea.

     

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    L’avvocato della vittima, Jacopo Gnocchi, ha commentato così la sentenza, presentando ricorso alla giustizia brasiliana: “Più di 15 giudici hanno esaminato il caso in primo, secondo e terzo grado e hanno confermato la relazione del mio cliente. Adesso bisogna vedere come sarà l’adempimento di questa sentenza, il Brasile è un grande Paese e spero che sappia come affrontare questa situazione”.

     

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    IL FATTO

    Il fatto risale alla notte del 22 gennaio del 2013. In un noto locale in zona Bicocca, l’allora attaccante del Milan abusò sessualmente di una ragazza di origini albanesi insieme ad altre 5 persone.

     

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    In un interrogatorio nel 2014 Robinho negò le accuse, parlando di una relazione consensuale: ma nel 2017 la giustizia gli diede torto condannandolo a 9 anni di carcere proprio insieme all’amico Falco.

     

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