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    ROCK AND ROLL IS NOT DEAD - TORNANO GLI AC/DC, PER LA PRIMA VOLTA SENZA MALCOLM YOUNG: “IL ROCK È UNA FORZA VITALE, NON SOLO NON PUÒ MORIRE MA RINASCE OGNI GIORNO IN QUALCHE CANTINA. ESPRIME UNA CONDIZIONE ESSENZIALE DEGLI ESSERI UMANI” – IL NUOVO DISCO “POWER UP” RACCONTATO DA BRIAN JOHNSON E ANGUS YOUNG: “LE TRACCE ERANO GIÀ NEGLI ANNI PASSATI E…” - VIDEO


     
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    Ernesto Assante per “Robinson - la Repubblica”

     

    malcolm e angus young malcolm e angus young

    Alcune cose nella vita non possono cambiare: così come è inevitabile che il sole sorga ogni mattina, è altrettanto certo che il suono degli AC/DC sia immutabile. C' è chi potrebbe vedere in questa ripetitività un limite, ma chi si lamenterebbe del ritorno del sole ogni giorno? Per chi ama il rock ascoltare un loro nuovo album è un po' come tornare a casa, e nessuno dei fan della band vorrebbe che fossero diversi.

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    Power up, il nuovo lavoro della band australiana in uscita il 13 novembre, diciassettesimo disco, a sei anni da Rock Or Bust, per fortuna non contiene sorprese. C' è ancora la chitarra di Angus Young a dominare la scena, accanto alla voce tagliente di Brian Johnson, al basso di Cliff Williams, alla batteria di Phil Rudd e al nuovo ingresso, il nipote di Angus, Stevie Young, che ha preso il posto di Malcolm Young, scomparso nel 2017.

     

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    Proprio la morte di Malcolm Young, forza motrice del gruppo, aveva fatto dubitare delle possibilità di riascoltare la band, invece il fratello Angus, dopo un periodo di riflessione, ha pensato che il miglior modo per onorare non solo la memoria ma anche la grande eredità musicale del fratello era proprio rimettere insieme la band nata il 31 dicembre 1973.

     

    Angus Young e Brian Johnson ci rispondono al telefono, dall' Australia il primo, dall' Inghilterra il secondo: «Abbiamo cominciato a lavorare tra agosto e settembre di due anni fa», dice Johnson, «ero a casa una mattina e ho ricevuto una telefonata dal management che mi diceva "Angus ha un po' di idee e vorrebbe rimettere insieme i vecchi ragazzi, con Phil e Cliff".

     

     

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    Ho detto subito di sì. Ci siamo ritrovati con il vecchio team e appena abbiamo acceso gli amplificatori abbiamo sentito immediatamente un feeling positivo, come se non fosse passata neanche una settimana».

     

    Angus: «Brian ha detto subito di sì, non ho dovuto chiederglielo due volte. Cliff quando ci eravamo lasciati aveva detto "chiamami se hai qualche idea" e così ho fatto, ed ha accettato subito. Mancava solo Phil, l' ho incontrato un paio di volte ma era già pronto, non vedeva l' ora di ricominciare. E poi con noi si è aggiunto un pezzo di famiglia, mio nipote Stevie Young, che ha preso il posto di mio fratello Malcolm. Alla fine è stato davvero semplice».

     

    ac:dc nuova formazione ac:dc nuova formazione

    È il primo album senza Malcolm.

    Angus: «Era evidente a tutti che non avere Malcolm con noi avrebbe fatto una grande differenza, lui è stato sempre una forza fondamentale in tutta la nostra storia, un' asse portante del nostro lavoro. Quindi ho dovuto mettere qualcosa in più io, ho provato a ragionare come avrebbe fatto lui per non tradire la nostra storia. Questo è stato l' approccio: Malcolm era il piu grande critico del suo materiale, ragionavamo su tutto, mettevamo tutto in discussione, e abbiamo continuato a farlo».

     

    Tutti i brani sono firmati con lui.

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    Angus: «Le tracce erano già state scritte con Malcolm negli anni passati, parecchie erano state scritte ai tempi di Black Ice, cose alle quali avevamo iniziato a lavorare e poi non avevamo finito o che avevamo deciso di mettere da parte.

     

    È sempre stato questo il nostro modo di lavorare, realizzare molto materiale in più di quello che ci serviva per un album, in modo di poter essere sicuri di scegliere veramente il meglio. E questo mi ha permesso di affrontare quest' album come se Malcolm fosse ancora con me. E anche per questo abbiamo deciso di andare a Vancouver, nel luogo dove abbiamo lavorato tutti insieme tanti anni, il nostro habitat naturale, nel quale ci siamo sentiti veramente a posto».

     

    PHIL RUDD ac/dc PHIL RUDD ac/dc

    Avendo sempre tanto materiale a disposizione come riuscite a scegliere quali sono i brani giusti?

    Brian: «Dopo tanti anni capisci subito se un brano è quello giusto, dipende dal suono, dal feeling, è difficile spiegare cosa scatta quando senti che una canzone è quella che devi suonare. Alcune vengono fuori subito, altre hanno qualcosa che ti colpisce e ci lavori sopra, cerchi di fare come uno scultore, tirare fuori da un pezzo di roccia un' immagine bella. È un processo meraviglioso e coinvolgente».

     

    Angus: «Cerchiamo di raggiungere un obbiettivo, mettere insieme elettricità, anima, cuore, passione, una bella botta di rock' n'roll insomma. È questo quello che cerchiamo di fare, da sempre, da quando abbiamo iniziato. Suonavamo forte perché attorno a noi c' era troppa disco music e musica soft, ed è quello che facciamo ancora. Sappiamo che suono cerchiamo, senza compromessi, tutto deve essere vero, diretto, immediato, rock al 100 per cento».

     

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    Certo, cantare con gli AC/DC non è come cantare in qualsiasi altra band

    Brian: «Cantare al di sopra di una tale potenza sonora non è facile, ma proprio per questo il mio è un ruolo importante e io sono molto orgoglioso di cantare con una band così. È faticoso? Certo, ma se cerchi di ottenere un risultato che sia significativo non c' è fatica che tenga».

     

    La pandemia ha bloccato i vostri progetti?

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    Brian: «All' inizio pensavamo di fare un lancio alla grande, con un sacco di promozione. Siamo stati abbastanza fortunati perché siamo riusciti prima della pandemia a fare addirittura delle prove insieme per il live. Ma poi si è fermato tutto ed ora eccoci qui, con i motori accesi, aspettando che questo periodo orribile finisca e che tutti potremo tornare alle nostre vite».

     

    Angus; «Ci siamo visti in Olanda dopo la realizzazione del video di Shot in the dark, siamo andati in un grande studio e ci siamo detti, "proviamo a vedere che succede". Avevamo un nuovo impianto e quando lo abbiamo acceso ci siamo detti che non valeva la pena provare solo vecchie canzoni, abbiamo anche suonato quelle nuove. E non solo due o tre, come facciamo sempre, ma quattro o cinque ed eravamo entusiasti perché era meglio del solito. Quindi speriamo di tornare presto in quello studio e ricominciare a provare».

     

    Allora, signor Young, come sta il rock' n'roll?

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    Angus: «Se noi suoniamo rock vuol dire che proprio morto non deve essere! No, il rock è una forza vitale, non solo non può morire ma rinasce ogni giorno in qualche cantina con qualche nuova band che attacca gli strumenti agli amplificatori. È una musica che esprime una condizione essenziale degli esseri umani, quindi fin quando ci sarà energia negli uomini ci sarà rock' n'roll».

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