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    I GIOCHI NON SONO FINITI - ROMA 2024, IL CONI NON SI ARRENDE E SPERA NELLA CRISI DELLA GIUNTA RAGGI PER FAR SCATTARE IL PIANO B - L’IPOTESI DI UN RICORSO AL TAR PER “DIFETTO DI MOTIVAZIONI” - IL PRECEDENTE DI MADRID CHE SI E’ CANDIDATA SOLO CON LE GARANZIE DI GOVERNO E REGIONE - MARTEDI’ IL PRESIDENTE DEL CIO BACH A ROMA PER INCONTRARE MALAGO’ & MONTEZUMA


     
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    MALAGO' MALAGO'

    Daniele Dallera per il “Corriere della Sera”

     

    Il piano A del Coni e del comitato promotore è saltato. Prevedeva la candidatura di Roma 2024 sostenuta dalla giunta comunale. Da quando è stata eletta sindaca Virginia Raggi al piano A non ci ha mai creduto nessuno, nemmeno la coppia Malagò & Montezemolo, figuriamoci la sindaca che difatti ieri ha raggiunto la felicità personale e politica mettendo il timbro sul no olimpico. La gara olimpica di Roma è persa. Ma nella vita c' è sempre un' ultima spiaggia, qui chiamato piano B, che ha una base politica: la crisi della giunta Raggi.

     

    Ecco gli atti del piano B. La prima mossa è dribblare la mozione dei Cinque Stelle approvata ieri. Siccome non è la giunta che dialoga e comunica con il Cio (Comitato olimpico internazionale), ma è il Coni a tenere i rapporti, istituzionali e diplomatici, il primo dribbling alla Messi viene facile.

     

    Un dribbling tattico anche: la candidatura di Roma è sostenuta da governo e Regione Lazio. Proprio ieri il Cio, con una nota sorprendente, ha sottolineato questo appoggio (senza dimenticare però l' avversione del Comune). Mai dimenticare che nel 2009 Madrid si è candidata ai Giochi 2016 presentando soltanto le garanzie di governo e regione.

    MALAGO' RAGGI BACIAMANO - ALLE SPALLE DELLA SINDACA L'AVVOCATO PIEREMILIO SAMMARCO MALAGO' RAGGI BACIAMANO - ALLE SPALLE DELLA SINDACA L'AVVOCATO PIEREMILIO SAMMARCO

     

    Poi fu battuta da Rio, ma partecipò fino all' ultimo alla corsa.

    Più complicata la seconda mossa, che prevede il ricorso al Tar «per difetto di motivazioni». Al Coni non è andata giù la relazione della sindaca che faceva riferimento alle rinunce di Madrid, Amburgo, Boston, Dubai e San Diego «dove era visibile la scopiazzatura da Wikipedia». Un' equipe di avvocati di diritto sportivo internazionale sta studiando il ricorso nei minimi particolari.

    Segnarsi sul calendario questa data: martedì 4 ottobre.

    Scatta la terza mossa per far vivere la candidatura olimpica.

     

    Thomas Bach sarà a Roma. Il presidente del Cio incontrerà Giovanni Malagò. Il capo dello sport mondiale ascolterà molto, ma è sicuro che non si limiterà a far da uditore.

    Bach vede(va) con un occhio di favore la candidatura di Roma. Maestro di diplomazia, non parteggia per nessuno, ma ha attenzione per la Capitale, opposta a Parigi, Budapest e Los Angeles (ora è la favorita).

    raggi raggi

     

    Fino a giugno Roma era in pole, Montezemolo e Malagò hanno lavorato benissimo nella cattura dei voti, nel sensibilizzare i membri Cio, nel promuovere la candidatura. Bach misura e pesa ogni parola: nell' accogliere a Losanna la delegazione italiana, nell' incontrare il premier Renzi, non è mai andato oltre, come suo dovere, il protocollo dell' accoglienza e della buona educazione istituzionale, ma ha sempre incoraggiato il lavoro della squadra di Roma.

     

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    Ha speso dei suggerimenti «olimpici». Dopo l' incontro di martedì con Bach, si farà in modo che il 7 ottobre, giorno previsto per arricchire ulteriormente il dossier olimpico di Roma, passi quasi in sordina: commettendo un errore tattico, il comitato promotore ha sovrastimato questo giorno.

     

    La data chiave invece sarà il 7 dicembre 2016. È qui che l' esecutivo del Cio esaminerà la seconda parte del dossier olimpico. Il Coni e il Comitato promotore non molleranno la presa, insisteranno a lavorare sul progetto. Non solo, continueranno a tenere i contatti con il Cio e i suoi componenti (15 sono in arrivo la prossima settimana a Roma). Soprattutto faranno il tifo perché la giunta Raggi incontri altre tempeste. Non certo meteorologiche. Il piano B regge solo se diluvia, per garbo non è il caso di parlare di terremoti (politici).

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