DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
Ringrazio ufficialmente i Manetti bros. Ieri sera con “U. S. Palmese”, finalmente un film divertente, ben scritto, ben costruito, ben recitato, una commedia sul calcio che potrebbe essere “L’allenatore nel pallone” di questi anni, mi hanno salvato la giornata.
Al quarto film, dopo due ore del film di Luca Barbareschi e un’ora e passa del film di Elisa Fuksas, “Marko Polo”, confesso meglio del previsto, sulla sua fede religiosa, è diventata cattolica (alleluja!), e sul film sulla sua fede che non è riuscita a completare (ma pensa…), al punto che è dovuta andare in traghetto a Medjugorje in pellegrinaggio per capire come dare un senso al suo lavoro, questa commediola calcistica in calabrese dei Manetti con Rocco Papaleo, l’inedita Giulia Maenza, Gianfelice Imparato, Max Bruno, Claudia Gerini, mi è sembrata qualcosa di insperato.
Leggera, piacevole, intelligente. Era dai tempi dei film napoletani, “Ammore e malavita”, che non li vedevo così in forma. I tre “Diabolik” erano rigorosi, folli nel loro tentativo di ricostruire il mondo e le logiche dei fumetti al cinema, ma non certo così divertenti. Qui tutto miracolosamente funziona. Per salvare la squadra del cuore, la Palmese, il pensionato di Palmi Don Vincenzo, Rocco Papaleo, al meglio della forma, propone ai concittadini di tassarsi tutti per poter comprare un vero asso del calcio, tal Etienne Morville, interpretato da Blaise Afonso, ragazzaccio della banlieu francese venuto a Milano, riempito di soldi, e presto uscito di testa.
Al punto da trovare interessante finire nella Palmese per ricostruirsi una verginità dopo tutto quello che ha detto e che ha fatto a Milano. Solo che Palmi non offre le stesse cose che offre Milano alla star viziata del calcio modello Balotelli.
Devo dire che i Manetti sono riusciti a mischiare bene la commedia del gruppo di amici del paese, Papaleo, l’ampolloso, Imparato, il macellaio Max Bruno, il baffuto Massimo De Lorenzo, la poetessa Claudia Gerini, con il mondo rappettaro del giovane campione, e a filmare in maniera convincente sia il calcio sia le trasmissioni di calcio in tv prendendosi tutto quello che potevano prendere da Sky.
Ovvio che si pensa subito a “L’allenatore nel pallone” e ai pochi altri film sul calcio dei primi anni ’80, ma i Manetti sono bravi nel ricostruire modelli vintage di cinema e di tv. C’è anche una schermaglia sentimentale tra il campione e la figlia di Don Vincenzo, Giulia Maenza. E tutti, ma proprio tutti, parlano un calabrese perfetto. Sarà distribuito in sala nel marzo del 2025.
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