Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi per il “Corriere della Sera”
gilberto pichetto fratin
Si rinforza il fronte del «no» alle vetture elettriche dal 2035. Ieri due ministri dei Paesi Ue hanno manifestato tutti i loro dubbi circa l’accordo di trilogo sui limiti di CO 2 per le auto, adottato dal Parlamento europeo due settimane fa. E quello che oggi, a Bruxelles, era considerato solo un passaggio formale verso il Consiglio, rischia di rivelarsi più complicato del previsto.
Il ministro italiano dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha fatto sapere che oggi, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di mezzi con motori termici al 2035.
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[…] il ministro sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso «una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa», pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il Paese sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo».
L’Italia ritiene inoltre — questa la posizione che verrà espressa oggi — che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. Una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, e con una più graduale pianificazione dei tempi.
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[…] Sulla stessa lunghezza d’onda il collega tedesco dei Trasporti. La Germania infatti potrebbe appoggiare l’accordo «solo se la Commissione presenterà una proposta» su come i veicoli con motori a combustione interna, che funzionano solo con carburanti sintetici, potranno essere immatricolati anche dopo il 2035, ha dichiarato Volker Wissing.
]…] Ora senza il «sì» tedesco, l’adozione del dossier è in bilico, secondo l’eurodeputato tedesco dei Verdi Michael Bloss, poiché «Polonia e Bulgaria non vogliono la fine del motore a combustione». Le posizioni dei quattro Paesi (la Polonia oggi voterà no) andrebbero a costituire un blocco di minoranza decisivo per stoppare l’iter.
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