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    "ROMA SANTA E DANNATA" ARRIVA IN SALA! - DAL 6 ALL'8 NOVEMBRE IL FILM DI DAGO E GIUSTI, PRESENTATO ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI ROMA, SARÀ NEI CINEMA DELLA CAPITALE, DI MILANO, NAPOLI, FIRENZE, BOLOGNA BARI, CATANIA E PADOVA - DAGO A "CIAK": "ROMA È LA CITTÀ DI DIO E ANCHE DEL PIACERE PIÙ EFFIMERO, DOVE CONVIVONO L'INTELLETTUALE, IL COATTO, LA ZOCCOLA, IL PRETE, IL POLITICO E IL MASCALZONE - IL DISINCANTO COMANDA: QUANDO NON C'È SOLUZIONE, ALLORA NON ESISTE IL PROBLEMA" - IL VIDEO DEL TRAILER


     
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    ROMA SANTA E DANNATA - TRAILER

     

     

     

    SALE DOVE SI POTRÀ VEDERE "ROMA SANTA E DANNATA" DAL 6 ALL'8 NOVEMBRE

     

    locandina di roma santa e dannata locandina di roma santa e dannata

    BARI:

    1. BARI Ciaky

     

    BOLOGNA:

    2. GUALTIERI Cinecentrum

    3. RIMINI Multiplex Giometti

     

    CATANIA:

    4. CATANIA-SAN GIOVANNI LA PUNTA Starplex

    5. MESSINA The Screen Cinemas

    6. MILAZZO The Screen Cinemas

     

    FIRENZE:

    7. PRATO Multiplex Omnia Center

     

    MILANO:

    8. MILANO Uci Cinemas Bicocca

    9. TRADATE Starplex

     

    NAPOLI:

    10. NAPOLI Metropolitan

     

    PADOVA:

    11. MARANO VICENTINO Starplex

     

    ROMA:

    12. ROMA Adriano

    13. ROMA Atlantic

    14. ROMA Intrastevere

    15. ROMA Starplex

     

    CINEMA DOVE VEDERE ROMA SANTA E DANNATA CINEMA DOVE VEDERE ROMA SANTA E DANNATA

    Flavio Natalia e Barbara Castiello per "Ciak"

     

    «Mi faccia rientrare in Vaticano, sono il nuovo Papa». «E io sono Giuseppe Garibaldi». «Dico sul serio, mi hanno eletto qualche giorno fa!». «Ma se è il Papa, come è che non ha le chiavi? Ma che Papa sei?!».

     

    Questo dialogo, ai limiti della surrealtà, si è realmente svolto una sera di fine anni '70 a pochi passi da Piazza San Pietro, a Roma, nei primi giorni del Pontificato di Papa Wojtyla, Giovanni Paolo II, «quando il neo Pontefice - racconta Roberto D'Agostino - stordito dal clamore per la sua elezione, sentì il bisogno di fuggire da riti, prelati e cardinali per godersi con il suo segretario polacco qualche ora di libertà e una pizza in giro per Roma, la città che aveva conosciuto e amato da ragazzo.

     

    Dago e Giusti - Roma, santa e dannata Dago e Giusti - Roma, santa e dannata

     

     

     

    Solo che al ritorno trovò il portone chiuso». L'incredibile aneddoto è uno dei tanti che "Dago" racconta all'amico Marco Giusti in Roma, santa e dannata, un originalissimo documentario sui mille volti notturni della Capitale, rivissuti girando per vicoli e piazzette o discendendo lentamente il Tevere su un barcone davanti alla cinepresa di Daniele Cipri.

    Il doc, uno dei titoli più sorprendenti della Festa del Cinema di Roma, è realizzato da The Apartment e Kavac Film con Rai Cinema, con la produzione artistica di Paolo Sorrentino. E atteso anche da una uscita evento in sala.

     

    dago e marco giusti in roma santa e dannata dago e marco giusti in roma santa e dannata

    «Raccontiamo un luogo unico e infernale, disincantato e folle, capace di tutto e dove accade di tutto», racconta a Ciak D'Agostino. «Per descriverlo, uso l'esempio della sedia elettrica: che è anche una sedia, certo. Ma se ti ci siedi, ci 'rimani'. Proprio come Roma, per chi non ne conosce l'anima, è solo una città piena di ruderi e monnezza».

     

    Di quelle notti, «che raccontano ciò che sta succedendo alle nostre vite meglio di qualsiasi saggio sociologico», e di quell' "anima", l'ex lookologo di Quelli della notte, teorico del kitch, coltissimo collezionista d'arte contemporanea e fondatore di Dagospia, il sito d'informazione alternativo da 23 anni lettissimo da tutti e temuto dai potenti del Paese, è stato un instancabile, carismatico animatore, capace a un tempo di vivere quelle atmosfere e di raccontarne gli eccessi proprio sul suo sito nella celebre rubrica Cafonal, che ha prodotto due libri per la Mondadori.

     

    dago roma santa e dannata. dago roma santa e dannata.

    In Roma, santa e dannata, D'Agostino e Giusti viaggiano di notte «come Dante e Virgilio» o «Tomas Milian e Bombolo» in questa Urbe dove la santità e la dannazione vanno a braccetto («Ci credete? Per anni, le feste promiscue e 'arcobaleno' di Muccassassina si sono svolte in locali di proprietà del Vaticano. Si andò avanti tranquilli fino a quando quegli spazi servirono per il Giubileo del 2000»).

     

    Incontrano testimoni di quelle notti e ricordano con loro fatti, aneddoti, controsensi, protagonisti: da Giorgio Assumma, l'avvocato delle star, a Massimo Ceccherini, da Vera Gemma a Vladimir Luxuria, da Sandra Milo a Enrico Vanzina e Carlo Verdone.

     

    papa wojtyla papa wojtyla

    «Con lui, ispiratissimo, parliamo del mitico Festival dei poeti che si svolse nel 1979 sulla spiaggia di Castelporziano», una sorta di Woodstock all'amatriciana della poesia e della libertà di vivere in cui gli spettatori presero il controllo dei contenuti e fecero collassare il palco.

     

    E c'è spazio per luoghi infernali come il Degrado, un locale in cui ci si incontrava e si amava al buio, «e poi i funerali, che a Roma diventano una festa, in cui ci si ritrova e si prendono accordi per andare a cena. Mostriamo anche qualche video che avevo girato per i Cafonal, come alle esequie di Andreotti e alle feste di Marisela Federici».

     

    Man mano che il viaggio si compie, e la collezione di storie si completa, "emerge anche l'unicità di Roma; un luogo socievole, che accoglie e fa sentire immediatamente romano chiunque ci si perda, salvo dimenticarlo la mattina dopo». Proprio questa per D'Agostino è una delle differenze con altre grandi città italiane:

     

    «A Milano gli avvocati fan festa tra avvocati, gli architetti tra architetti. Chi arriva a Torino resta milanese, o genovese. A Roma invece, città del cinismo e del disincanto, tutto si mescola, con l'obiettivo di tirar mattina, e se accanto ti ritrovi Moravia, o una star del cinema, non ci fai caso».

    festival poeti castelporziano festival poeti castelporziano

     

    L'idea di Roma, santa e dannata, Dago l'ha avuta «guardando 'Succede solo a New York', il doc che Scorsese ha realizzato con Fran Lebowitz. Fu Alessandra Mammi, la moglie di Marco Giusti, a dirmi che solo io potevo raccontare Roma. Non che i grandi non ci abbiano provato: Fellini con La dolce vita e Roma, Sorrentino con La grande bellezza.

     

    Ma in fondo - e il volto di Dago si apre a quel sorriso disincantato che sa di beffa, profondamente 'romano' - non erano sguardi di romani, venivano da fuori. Qui da noi li chiamerebbero 'burini. Poi, proprio a cena da Sorrentino abbiamo deciso di mettere in scena 'l'altra faccia della vestaglia'. Ed è nato Roma, santa e dannata».

     

    Il doc non poteva che essere notturno, «perché è di notte che s'impone il racconto di segreti e misteri, fatti e fattacci, tra battutacce feroci e cinismo cialtrone. Raccontiamo la sensualità, la follia, la leggerezza e in fondo l'amoralità di un luogo che poi al mattino si fa il segno della croce». E a Roma, dice Dago, «è sempre stato così.

     

    alberto sordi carlo verdone in viaggio con papa alberto sordi carlo verdone in viaggio con papa

    Gioacchino Belli la defini 'Città eterna e chiavica der monno'. Non a caso ha attirato grandi artisti: Tennessee Williams, Gore Vidal, Orson Welles ci hanno vissuto per anni».

     

    Uno degli obiettivi di Roma, santa e dannata era "evitare i pipponi sulla Città Eterna e scodellare invece storie, aneddoti, racconti». Cosi ecco «Enrico Vanzina che racconta di quando portò Gianni Agnelli a mangiare al Matriciano, Massimo Ceccherini che arriva a Roma da Scandicci, pieno di soldi dopo Il Ciclone di Pieraccioni, e si trova come Pinocchio nel paese dei balocchi.

     

    O quella volta, correva l'anno 1968, che gli attori del Living Theatre annunciarono un'esibizione davanti alla facoltà di Legge della Sapienza, covo della destra. Noi di Lettere eravamo li, pronti a difenderli. Ma quando i fasci' hanno visto i 20 attori recitare nudi, altro che contestazione: tutti fermi a guardare culi e tette! La 'figa' aveva messo tutto a posto, fascisti e comunisti». In Roma, santa e dannata è lunga (e intrigante) anche la lista dei locali notturni:

     

    bettino craxi e sandra milo 1 bettino craxi e sandra milo 1

    «Si iniziava la serata all'Easy Going o al Jackie O, e poi Isteria, Much More, Degrado, Frutta e verdura. I locali più trasgressivi erano proprio in centro. E poi feste, controfeste, "caciare sul letto"... La città di Dio è anche la città del piacere più effimero, dove convivono l'intellettuale, il coatto, la zoccola, il prete, il politico.

     

    Senza farsi problemi. Non a caso, il cinismo romano predica: 'se non esiste soluzione, non esiste il problema» Per D'Agostino, il documentario non è la prima realizzazione con il linguaggio dell'audiovisivo. Anni fa realizzò per il grande schermo l'irriverente Mutande pazze, e tra il 2016 e il 2020 ha raccontato il cambiamento innescato nelle nostre vite dalla rivoluzione digitale nelle tre stagioni dell'innovativo (e coinvolgente) Dago in the Sky, per Sky Arte:

     

    dago roma santa e dannata. dago roma santa e dannata.

    «Mi tolgo uno sfizio ogni tanto. Non amo raccontarmi, finisce che uno si sbrodola: "io, io, io.". La voglia di parlare di sé è la cosa più atroce tra quelle in cui mi imbatto ogni giorno. Che poi a Roma la pernacchia è sempre in agguato: ti mettono a posto con il classico 'mecojoni».

     

    È solo per questo? «La verità è che mi piace lavorare da solo, non sopporto il lavoro collettivo. Se scrivo un articolo, me lo scrivo e me lo posto in pace. Quando sei lì in tanti, finisce che non ti diverti. Non ho mai avuto la smania di fare Tv. Anche perché non la vedo. La sera preferivo andare in giro a divertirmi».

     

    D'Agostino non entra nel dibattito su come (e se) si divertono i giovani oggi («affari loro, ogni epoca ha il suo contesto»), ma la sua ultima considerazione diventa un consiglio: «Posso dirgli di non dimenticare una cosa: per divertirsi davvero, ci vuole cultura. Devi aver letto, visto musei, viaggiato. Il divertimento è un lavoro della mente. Che richiede delle basi. Per paradosso, la cultura può non servire nel lavoro. Ma per divertirsi, è fondamentale».

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    pino pascali parla con anna paparatti col foulard in testa e tre attori del living theatre. roma 1965 pino pascali parla con anna paparatti col foulard in testa e tre attori del living theatre. roma 1965

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