Rinaldo Frignani per www.corriere.it
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Per lui non era una corsa come le altre. Non solo perché accompagnava i pusher di un’organizzazione ancora tutta da scoprire a comprare cocaina da un fornitore ai domiciliari in via Magnagrecia, a San Giovanni, ma perché ogni corsa di questo genere veniva ricompensata con 180 euro. Era questo il secondo lavoro di un tassista di 53 anni, denunciato dagli agenti del commissariato Celio per concorso in spaccio di sostanze stupefacenti.
spaccio cocaina
Il sospetto di chi indaga, però, è che l’autista non sia l’unico e che possano esserci stati altri colleghi - non si esclude qualcuno anche ignaro di tutto - pagati dagli spacciatori sia per accompagnarli a comprare partite di cocaina sia per consegnare a domicilio le dosi ai clienti.
In particolare dopo le 22, in pieno coprifuoco serale, per evitare di dare troppo nell’occhio e non essere fermati ai posti di blocco delle forze dell’ordine, visto che il servizio taxi è comunque consentito.
coca delivery
È successo sabato sera, quando gli agenti hanno fermato l’auto bianca del 53enne arrestando in flagrante il passeggero nei pressi di piazzale Appio: in tasca aveva 29 dosi che stava portando a chi le aveva ordinate per telefono. O meglio per Telegram, perché la piattaforma social veniva utilizzata dal fornitore e dai pusher per fissare appuntamenti all’ultimo minuto, e proprio questo, oltre al fatto che i messaggi possono essere cancellati all’istante e per sempre, ha reso più complicate le indagini della polizia.
Alla fine però gli agenti, che hanno subito denunciato il tassista, hanno arrestato Costantino Ottavio Tripodi, 32 anni, già detenuto ai domiciliari in un comprensorio di San Giovanni diventato il punto di riferimento degli spacciatori, e davanti al quale si fermava il taxi. In carcere sono finiti anche Dimitri Dall’Albero (35), Simone Shala Rotatori (22) e Nicolas Malerba (26).
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Quest’ultimo, durante una perquisizione, ha gettato dalla finestra un pacchetto con quasi un etto di cocaina. Sequestrato altro stupefacente, insieme con una pistola calibro 9 con matricola abrasa e impugnatura punzonata per non lasciare impronte digitali sull’arma, ma anche un libro mastro con il rendiconto dell’attività di spaccio: nomi dei clienti, prezzi e conteggi della vendita della droga. E più di 2.500 euro in contanti. Ma le indagini della polizia sono soltanto all’inizio. Non si esclude che dietro allo stesso fornitore possa esserci un’organizzazione più vasta dalla quale proveniva la droga intercettata dagli investigatori e destinata alle feste in casa durante il coprifuoco.
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