Emilio Pucci per “il Messaggero”
SILVIO BERLUSCONI
L'avvertimento è arrivato ad Arcore: il timore della Meloni («Mi sa che Silvio ha fatto un passo indietro» sul Colle, ha detto ieri) è che Berlusconi voglia giocare la partita in maggioranza o in solitaria, mettersi al centro per essere al tavolo pure del centrosinistra. «O sta con noi oppure ognuno per sé», osserva un big di Fdi.
Ma l'ex premier ha fatto pervenire garanzie sul fatto che nessuno ha intenzione di tagliare fuori Fratelli d'Italia. «Probabilmente c'è stato un fraintendimento», ha tagliato corto Salvini che ieri ha sentito al telefono proprio Meloni e Berlusconi. Con il secondo ha discusso di manovra e della necessità di concordare la linea sulla legge di bilancio a sostegno delle partite Iva e sulla prospettiva di una riduzione del carico fiscale.
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 7
Con la prima ha parlato dell'importanza di essere uniti e di superare le incomprensioni emerse sulla diversa direzione di marcia in Europa. È insomma un centrodestra che cerca perlomeno di mettere la polvere sotto il tappeto dopo gli scontri di questi giorni. L'alleanza rischia di sfaldarsi, da qui i tentativi di ricompattarla. Ieri FI e Lega hanno lavorato insieme per portare avanti l'emendamento che dà la possibilità ai bus turistici di avere una capienza al 100% e pure nei confronti dell'esecutivo c'è la stessa insofferenza per la mancanza di disponibilità al dialogo manifestata - questa la tesi - fin qui da Draghi e da alcuni ministri.
berlusconi scende in campo
Anche se in FI e nella Lega prevalgono sempre due linee, con i governisti che danno pieno appoggio al presidente del Consiglio e avvertono i vertici azzurri e del partito di via Bellerio sul rischio di tirare troppo la corda. Capitolo a parte quello sul Quirinale. Il Cavaliere continua a portare avanti la sua strategia. «Non sono candidato ma», allarga le braccia a chi va a fargli visita. Ieri ha ricevuto il segretario dell'Udc Cesa.
Ma soprattutto l'ex M5s Rospi, ingegnere di Matera, che entrerà oggi in Forza Italia. E sarà un tassello importante perché - questo l'obiettivo - potrà fare da calamita ad altri fuoriusciti pentastellati. Per l'elezione del presidente della Repubblica - sempre che il centrodestra si presenti granitico all'appuntamento come assicura Salvini - mancano all'appello, secondo i calcoli di Arcore, almeno una quarantina di voti.
ANGELA MERKEL SILVIO BERLUSCONI
E Berlusconi sta lavorando proprio nella giungla del gruppo misto. In realtà si tratta pur sempre di voti ingovernabili e difficilmente decisivi, perché - come osserva un esponente di peso del centrodestra - occorrerà trovare la più ampia convergenza possibile in Parlamento: se una forza politica della maggioranza venisse tagliata fuori si andrebbe direttamente al voto anticipato. Ma è proprio sulla paura delle urne che gioca la sua partita il Cavaliere. «Io ha spiegato sono l'unico garante dell'equilibrio in Parlamento, se non ci sono io ci sono le elezioni anticipate». Una tesi che fa breccia fino ad un certo punto nella galassia della coalizione.
salvini meloni berlusconi
REGISTA O CANDIDATO
In tanti, anche tra i fedelissimi dell'ex presidente del Consiglio, sono convinti che Berlusconi dovrebbe vestire i panni del regista più che del concorrente alla corsa del Colle. «Perché - argomenta un forzista vicino al Cavaliere - quando si accorgerà che non è destinato ad essere lui il sostituto di Mattarella avvertirà la botta, si ritirerà dalla politica e sfascerà l'alleanza».
Ma il presidente azzurro non vuol sentir neanche parlare di dare le carte. Vuole essere in campo. «Se nessuno mi tradisce ho buone chances di farcela», ripete ai suoi interlocutori. «Bisogna vedere - osserva Rotondi - chi sarà l'altro candidato a contrastarlo. Ma alla quarta votazione Silvio potrebbe stupirci tutti». La sponda del Capitano leghista c'è. Anche per questo motivo i due hanno deciso di decelerare sul progetto della federazione. Berlusconi ora dovrà assicurarsi, però, il sostegno pieno di Fdi. Ieri le parole della Meloni lo hanno fortemente irritato. «Una minaccia incomprensibile», il suo commento.
silvio berlusconi
2 - FORZA ITALIA A MELONI "UNITI SUL QUIRINALE O ADDIO CENTRODESTRA"
Francesco Olivo per “La Stampa”
Silvio Berlusconi è amareggiato con Giorgia Meloni e a Matteo Salvini tocca fare, volentieri, il pacificatore. Il centrodestra tenta di rimettere insieme i cocci, ma non è facile. Le parole della leader di Fratelli d'Italia, «Silvio ha fatto un passo indietro sul Quirinale», continuano a risuonare a villa Grande, la nuova residenza romana del Cavaliere.
Lui non risponde direttamente ed evita la polemica, ma chi ci parla nota l'amarezza, «Giorgia mi ha fatto una scortesia incomprensibile», ripete senza capire il motivo dell'attacco di mercoledì scorso. «Per fare un passo indietro - spiega un suo fedelissimo - dovrebbe averne fatto uno in avanti, cosa che non è successa per ora», tanto più che il Cavaliere non ha gradito le mosse di Marcello dell'Utri per cercare appoggi alla sua candidatura, «io non ho dato mandato a nessuno di fare niente».
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 8
Ieri il leader di Forza Italia ha chiamato Salvini per rilanciare, spiegano da Forza Italia, l'asse governista del centrodestra, ovvero quello dove non compare Meloni, all'opposizione. I due hanno parlato di manovra, un tema dal quale Fratelli d'Italia si sente escluso, credendo di intravedere intese che vadano al di là della legge di bilancio. «Anche se non siamo in maggioranza - è il concetto che si ripete in via della Scrofa - le battaglie del centrodestra non devono essere messe da parte».
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Critiche che destano molto stupore tra gli azzurri, «stiamo proponendo tagli alle tasse e una riduzione dei fondi da destinare al Reddito di cittadinanza, sono le istanze di tutta la coalizione». Le tensioni arrivano a ridosso della partita del Colle, snodo fondamentale non solo per i destini della legislatura, ma anche del centrodestra: «Se arriviamo divisi a quell'appuntamento la coalizione non c'è più», ragiona un dirigente di Forza Italia, preoccupato dalle posizioni di Meloni, la quale paradossalmente concorda sul punto.
La polemica sul Colle è sembrata inopportuna anche a Salvini, che per rimediare alla mezza crisi indossa i panni del pacificatore: «Passo indietro? No. Probabilmente c'è stato un fraintendimento tra Giorgia e Silvio. Il centrodestra governa 14 regioni e migliaia di comuni, Lega e Forza Italia sono a pieno titolo in questo governo.
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 18
Cercheremo di fare sintesi anche su questo». La sintesi vorrà dire trovare un nome condiviso per il Colle, compito arduo, visto che Meloni vuole Draghi, Berlusconi se stesso e Salvini non si esprime. In Fratelli d'Italia continuano i sospetti sugli alleati, mettere pressione su Forza Italia vuol dire cercare di scongiurare quelle operazioni centriste «di cui sono il perno».
In sostanza il tavolo sulla manovra, chiesto da Enrico Letta e accettato da Berlusconi e Tajani, sarebbe una prova generale di un accordo che escluderebbe il partito di Meloni, «stanno tentando di sistemare le tre caselle: Quirinale, governo e Pnrr», dice un esponente di Fdi. A Montecitorio i deputati meloniani confidano di voler guardare con attenzione quello che succederà da oggi alla Leopolda: «Renzi tenterà qualche mossa a sorpresa in chiave centrista». D'altronde, Meloni lo ripete sempre, «noi stiamo nel centrodestra, non abbiamo un piano B». Qualcun altro, si teme, forse sì.
ENRICO LETTA matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 15