Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
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Accecato dalla furia ideologica delle sue «culture war», guerre culturali che finiscono per comprimere le libertà delle minoranze etniche e sessuali, il governatore della Florida Ron DeSantis ora rischia boicottaggi che possono intaccare il successo economico che ritiene un fiore all’occhiello.
Nel tentativo di mostrarsi agli americani un conservatore arcigno, integralista, più trumpiano di Trump, ma anche di essere un uomo di governo più efficace, uno che alle parole fa seguire i fatti, DeSantis ha sferzato il suo Stato con campagne ideologiche di un’intensità senza precedenti.
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Dallo stop praticamente totale all’aborto alla censura di molti libri su razzismo e sessualità, fino al divieto agli insegnanti di parlare di questi argomenti nelle scuole inferiori, alla limitazione dei diritti dei transessuali e alla negazione dell’assistenza ai piccoli immigrati clandestini privi di genitori, il governatore ha lanciato crociate liberticide nei confronti di donne, afroamericani, immigrati e minoranze sessuali delle comunità Lgbtq.
Lo ha fatto senza temere di cadere nel ridicolo (come quando ha spiegato che lo schiavismo non aveva solo aspetti negativi, visto che ha insegnato un mestiere agli incolti deportati dall’Africa) e ha dichiarato guerra alle aziende che hanno osato criticare alcuni suoi interventi normativi: dalla Disney, maggior datore di lavoro della Florida, alla Bud Light che, prima di finire nel mirino di Ron e degli arciconservatori, era la birra più venduta d’America.
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Felice del suo crollo commerciale e della perdita di valore delle azioni del gruppo padrone del marchio, il governatore ha scoperto all’improvviso di aver fatto un autogol, visto che il fondo pensioni dei dipendenti pubblici della Florida è tra i maggiori azionisti di questa società, la InBev. […]
Da mesi tutto questo provoca minacce di boicottaggi della Florida, considerato uno Stato inospitale da omosessuali, afroamericani e altre comunità, ma i cambiamenti di comportamenti individuali sono difficili da misurare nel breve periodo. […]
RON DESANTIS CON IL SUO LIBRO
Ora per la prima volta anche il boicottaggio della Florida come meta turistica comincia ad assumere contorni misurabili: quelli della cancellazione o della mancata programmazione delle convention aziendali che i maggiori gruppi americani tengono periodicamente nelle maggiori località turistiche. […]
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Nella sola città di Fort Lauderdale a fine luglio risultavano cancellati dieci raduni con la perdita di 15 mila notti d’albergo e un danno economico di 20 milioni di dollari. Gli uffici di DeSantis minimizzano: solo propaganda contro il governatore, il turismo della Florida è in salute. In realtà il convention center di Orlando, il secondo più grande degli Usa, ha già denunciato la cancellazione di meeting nel 2024-2025 di organizzazioni femminili e afroamericane e di associazioni di insegnanti e infermieri. […]
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