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    “CALENDA HA CLAMOROSAMENTE SBAGLIATO I TEMPI DELLA CANDIDATURA A SINDACO DI ROMA” - RONCONE INCHIODA AL SUO EGO “LO SPERMATOZOO D’ORO DEI PARIOLI”: “ANNUNCIA UN MESE FA DI VOLER CORRERE. HA VISTO CHE IL PD CINCISCHIA E NON RIESCE A TROVARE UN CANDIDATO DI RANGO, TUTTI RIFIUTANO (DA LETTA A SASSOLI). E ALLORA LUI, CALENDA, PENSA: MI SCHIERO, IL PD SARÀ COSTRETTO A VENIRMI DIETRO. ERRORE BLU. INTANTO, CALENDA SOTTOVALUTA ZINGARETTI. E POI NON CONSIDERA IL RITORNO DEL COVID E LA POSSIBILITÀ…”


     
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    fabrizio roncone foto di bacco fabrizio roncone foto di bacco

    Fabrizio Roncone per “Sette”

     

    Guardate che qui ci stiamo perdendo una storia strepitosa. Emblematica. Una lezione di pura politica che dovrà servire a tutti noi che di solito ne scriviamo per lavoro, a chi la pratica per mestiere, e anche e soprattutto al suo protagonista: Carlo Calenda. Premessa: a me Calenda sta simpatico. Non dico che sia un genio, un fuoriclasse, un miscuglio tra De Gasperi e Togliatti.

     

    CARLO CALENDA CARLO CALENDA

    Dico solo che se guardo Calenda e poi guardo qualche ministro o ministra dell'attuale governo in carica, ecco: poi provo un'istintiva simpatia per Calenda, che a me sembra uno competente, veloce, deciso, certo molto pieno di sé, ha quell'aria un filo pariolina, poi la voce è proprio tutta pariolina, però a me davvero pare che di uno così ci si possa fidare. Casomai - e qui entriamo nella storia che voglio raccontarvi - è lui che forse dovrebbe fidarsi un po' meno di se stesso.

     

    Della sua irrequietezza. Perché Calenda ha clamorosamente sbagliato i tempi della candidatura a sindaco di Roma, città in macerie fumanti dopo l'era di Virginia Raggi, che però imperterrita e minacciosa annuncia comunque di voler restare al Campidoglio (questi grillini: quando trovano una poltrona, non li schiodi nemmeno chiamando i parà della Folgore).

     

    CARLO CALENDA OSPITE DI DIMARTEDI CARLO CALENDA OSPITE DI DIMARTEDI

    Calenda annuncia di voler correre per la carica di sindaco circa un mese fa. Ha visto che il Pd cincischia e non riesce a trovare un candidato di rango, tutti rifiutano (da Letta a Sassoli), e le primarie che si ipotizzano sono state subito definite dei "sette nani", perché vi prenderebbero parte figure minori. E allora lui, Calenda, pensa (con la pancia): mi schiero, il Pd sarà costretto a venirmi dietro. Errore blu. Intanto, Calenda sottovaluta Nicola Zingaretti. Che resta - è la sua vecchia tattica - immobile.

    zingaretti raggi zingaretti raggi

     

    E poi non considera il ritorno del Covid (intuire il futuro, in politica, è decisivo). Di nuovo sotto pandemia, il centrodestra rimanda infatti la scelta del suo candidato al nuovo anno, mentre nel Pd comincia a circolare una voce piuttosto forte: le elezioni a sindaco possono slittare a giugno, o magari, sarebbe meglio, direttamente a settembre. Eccolo perciò lì Calenda, che continua la sua personale campagna elettorale, ma sembra Vittorio Gassman/ Peppe er pantera nel film "L'audace colpo dei soliti ignoti": "M'hanno rimasto solo, quei quattro cornuti"».

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