1 - RUDOLPH GIULIANI "IL PARTITO REPUBBLICANO È TRUMP CAPITOL HILL? TUTTA UNA MONTATURA"
Francesco Semprini per “La Stampa”
rudy giuliani save america march
«Il partito repubblicano è a un bivio, se vuole vincere deve seguire la sua anima movimentista di cui Donald Trump è il leader». Quando raggiungiamo al telefono Rudolph Giuliani, già sindaco della Grande Mela ai tempi della "tolleranza zero" e fedelissimo del Tycoon, è col figlio Andrew a fare campagna per le primarie del Grand Old Party (28 giugno) per la carica di governatore dello Stato di New York.
Come va la maratona elettorale?
«Benissimo, nei dibattiti Andrew è il migliore, c'è una calorosa risposta del pubblico, i repubblicani di New York sono con lui».
assalto a capitol hill
Il futuro del partito è quindi nelle mani di persone come suo figlio e come il governatore della Florida Ron de Santis?
«I repubblicani sono a un bivio. Stiamo affrontando un momento difficile, da una parte c'è un partito obsoleto, incancrenito che agevola la corruzione dilagante portata dai democratici.
Dall'altra c'è un vero partito repubblicano, quello degli America First Republican, composto da persone unite attorno a principi e valori fondanti, un Gop determinato a contrastare il crimine, contrario a ogni forma di collusione con i democratici e con chiunque sia corrotto. Un partito unito nell'attuare e difendere i principi costituzionali».
rudy giuliani e donald trump
E Trump ne è il leader?
«Donald Trump è il leader dei repubblicani, il partito ufficiale ha tanti problemi, è costituto da persone valide, ma anche da individui che principalmente collaborano con i democratici, così come da politici corrotti.
Al contrario il popolo repubblicano non ne vuole sapere di compromessi con chi vuole il male del Paese, e questo popolo vede in Trump il leader. Donald è il punto di riferimento di un movimento che non ha nulla a che fare con il Gop nella sua accezione obsoleta, tanto meno con l'establishment vecchio stile diventato come o peggio dei democratici».
donald trump rudy giuliani
Veniamo alla Commissione sul 6 gennaio 2021, Trump credeva veramente che i voti fossero stati truccati?
«Senza dubbio sì, Trump sin dall'inizio ne era convinto e aveva le prove del furto, così come il sottoscritto. E ne siamo convinti tuttora. Ci sono migliaia di elettori che sono convinti della stessa cosa, così come ci sono state persone istruite a manipolare il voto, truccare le macchine elettorali, a manovrare il voto per posta. E ci sono persone a cui è stato impedito di votare. In diversi Stati ci sono state centinaia di casi. C'è stata una manipolazione attuata secondo metodi scientifici, schemi concertati, e che non è stato possibile contestare».
mike pence
Faccia un esempio
«Abbiamo raccolto, attraverso la geolocalizzazione, le prove di alcuni individui che hanno portato nella notte centinaia, migliaia di schede nei seggi. Erano persone pagate per fare questo».
E dove sarebbe avvenuto?
«Penso per esempio alla Pennsylvania, quello Stato è un chiaro esempio del furto».
Il tema del "furto elettorale" è centrale anche nella campagna che Trump ha inaugurato per le elezioni di metà mandato, e in vista del 2024. Chi c'è dietro quello che vi ostinate a chiamare "il furto"?
rudy giuliani in pennsylvania
«Partiamo da un presupposto, il partito democratico e Black Lives Matter sono esattamente la stessa cosa, non c'è differenza, sono entrambi finanziati da George Soros, il denaro proviene dalla stessa organizzazione, dagli stessi ambienti. Blm, l'apparato democratico e Soros agiscono in perfetto coordinamento fra loro. Gli attivisti di Blm arrestati per violenze nelle manifestazioni sono assistiti e rilasciati grazie al denaro che ha raccolto per loro Kamala Harris».
Vuol dire che c'è una cupola a protezione dagli attivisti di sinistra?
«Stano spettacolarizzando il processo politico per i fatti del 6 gennaio 2021, dove peraltro sono stati uccisi due sostenitori di Trump, di cui a nessuno interessa capire come sono stati uccisi e da chi. Così come non si dice nulla delle città ostaggio delle violenze di Antifa, Blm, anarchici, antagonisti ed estremisti di ogni sorta. Basta guardare cosa è succede a Portland, in Oregon, ma anche in altre città. Abbiamo mai sentito parlarne Joe Biden o il partito democratico? No, perché in quel caso tutto è permesso».
attacco a capitol hill
Però ci sono legami anche fra Trump e gruppi come i Proud Boys?
«Il legame tra Trump e queste organizzazioni è quasi inesistente rispetto al legame diretto tra il partito democratico e Antifa o Blm. È la stessa storia del Russiagate, dopo quattro anni e 45 milioni di dollari spesi per un'indagine sui presunti legami tra Mosca e Trump, si è appurato che non c'è stata complicità o ingerenza concertata. Al contrario le responsabilità di Hillary Clinton nelle vicende elettorali, o i legami tra Hunter Biden e ambienti ucraini sono evidenti, di questo però non si parla più, specie in tempi di guerra».
sciamano america
2 - TRUMP E LE MINACCE SUI VOTI FINTI, ORA SFERRA L'ATTACCO AI SUOI UOMINI
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Le ultime audizioni della Commissione sul 6 gennaio hanno lasciato il segno. Venerdì scorso Donald Trump, parlando in un comizio a Nashville, ha criticato duramente il leader della minoranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy: «Perché non ha messo nessuno dei nostri nel Comitato?». Negli ultimi giorni l'ex presidente ha assistito, come milioni di americani, al massiccio flusso di clip e testimonianze: una più sconcertante dell'altra. Il lavoro della Commissione punta a dimostrare come l'ex presidente avesse un piano per attuare «un colpo di Stato», coartando i funzionari degli Stati in bilico e spingendo i supporter ad assaltare Capitol Hill.
kevin mccarthy donald trump
Secondo la Cnn Trump si starebbe lamentando con i suoi collaboratori per una scelta che, in realtà, lui stesso ha indirizzato. Nel luglio del 2021, la Speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, istituì un Comitato speciale per indagare su tutto ciò che portò ai tumulti del 6 gennaio. Trump immediatamente liquidò l'iniziativa come «una caccia alla streghe» e, di fatto, impose all'establishment repubblicano di boicottarla.
giuliani trump
McCarthy, tuttavia, propose alla Speaker cinque nomi, tra i quali quelli di Jim Jordan e Jim Banks. Pelosi bocciò l'offerta, sostenendo che Jordan e Banks avessero partecipato attivamente al tentativo di rovesciare il risultato delle elezioni presidenziali 2020. A quel punto McCarthy ritirò l'intera delegazione e nel Comitato entrarono due repubblicani anti-Trump: Liz Cheney e Adam Kinzinger. Il timone, dunque, è rimasto per un anno e mezzo nelle mani dei democratici e dei due conservatori dissidenti. Com' era prevedibile i trumpiani non hanno più avuto la possibilità di contestare i risultati via via emersi dalle indagini.
polizia capitol hill
Solo ora Trump si è accorto di aver lasciato campo libero ai suoi avversari, vecchi e nuovi. La Commissione, per esempio, ha messo in buona luce Mike Pence. Il 6 gennaio l'ex vice presidente è apparso come il garante ultimo della Costituzione, «un uomo al servizio della nazione» e non del suo boss, in furiosa attesa nello Studio Ovale. Inoltre il pubblico ha potuto fare la conoscenza, in diretta televisiva e senza filtri, dei collaboratori più stretti di Trump. Ecco allora il giurista John Eastman e l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani inventare, consapevolmente, false teorie per annullare voti validi. Ecco le clip di Ivanka Trump e del marito Jared Kushner: anche loro hanno preso le distanze.
rudy giuliani con eric trump e la moglie
Forse l'audizione più pericolosa per il campo trumpiano è stata quella di martedì 21 giugno. Per circa tre ore abbiamo riascoltato l'ex presidente intimare al Segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger: «Trovami 11 mila schede». Ma le intimidazioni toccarono persino due impiegate degli uffici elettorali di Atlanta, Shaye Moss e sua madre Ruby Freeman. Giuliani accusò la signora Freeman di aver truccato i conteggi portando illegalmente nel seggio delle schede a favore di Joe Biden, nascoste in valigia. Un'affermazione semplicemente ridicola. Una delle tante che ora si ritorcono contro la propaganda trumpiana.
esercito a capitol hill 6 esercito a capitol hill 7 esercito a capitol hill 5 esercito a capitol hill 8 donald trump kevin mccarthy donald trump con il leader repubblicano della camera kevin mccarthy la notte del raid contro soleimani donald trump mike pence al congresso protesta a capitol hill