enrico ruggeri
Enrico Ruggeri è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro, live anche su Rai 2 più o meno dall'una e un quarto alle due e trenta.
Ruggeri ha parlato un po' di se, e del suo ultimo album 'La rivoluzione': "Il mio ultimo lavoro sta andando bene, siamo partiti in concerto, vedo le persone che arrivano e cantano i pezzi, quelli nuovi, questo è significativo. E' un album importante, che arriva a tre anni di distanza dal precedente. Ci tenevo molto. Che momento è stato per gli artisti quello che abbiamo vissuto? Un momento terribile.
ENRICO RUGGERI
Siamo stati la categorie più derisa e umiliata. Non tanto i cantanti ma le decine di migliaia di persone che lavorano nella musica. Avevo dei tecnici bravissimi pre pandemia che adesso fanno i muratori e adesso vanno in giro a fare le consegne. La nostra categoria è stata umiliata e offesa. Adesso c'è un clima migliore, la gente ha voglia di musica, di stare assieme, un concerto è comunione d'intenti, condivisione, poesia, cultura, indotto. Già ad aprile 2020 dissi che fino a che non sarebbe ripartita la musica, niente sarebbe ripartito".
Ancora Enrico Ruggeri: "Da ragazzino non avevo un piano b. La vita premia secondo me quelli che non hanno piani b, la mia testa era tutta rivolta alla musica. Ma non come rivalsa sociale, per diventare famoso o fare soldi. Semplicemente mi faceva stare bene stare su un palco a suonare. Mi ero iscritto a legge. Ho fatto qualche supplenza alle medie, ma non avevo un piano b. Sono diventato un cantautore solista per caso, io volevo stare in una band. Mia madre ha continuato a pagarmi le tasse dell'università fino all'87. Ha smesso quando ho visto Sanremo con Morandi e Tozzi.
enrico ruggeri maicon sona
Lì ha smesso di pagarmi le tasse universitarie. L'arrivo del successo? Il percorso di fa metro dopo metro. In realtà andai a Sanremo con 'Contessa', con i Decibel. In quel Festival sono diventato famoso. Quando i decibel si sono sciolti per qualche anno le cose sono andate male. Ho ricominciato daccapo. Ma sono molto contento che questo sia accaduto. I successi duraturi sono quelli casuali. Quel tipo di successo, con le ragazzine sotto casa, era molto più pericoloso. Migliaia di eroi di una stagione sono poi scomparsi. Dopo, quando ho ricominciato da solo, c'è stata una risalita molto graduale".
Sulla canzone 'Il mare d'inverno': "E' nata a Milano pensando a una cittadina delle Marche in cui vado sempre in vacanza. Fisicamente il pezzo è nato a Milano. Avevo un appuntamento con una ragazza che mi piaceva molto e lei non venne. Sono stato ad aspettarla per ore e poi me ne sono tornato a casa depresso. Volevo gridare al mondo la mia solitudine.
enrico ruggeri
Quel pomeriggio ho scritto 'Il mare d'inverno'. Non ho mai finito di ringraziare quella ragazza che non venne al nostro appuntamento. L'incontro con Loredana Bertè? Io non conoscevo Loredana di persona. Vado al Festival Bar a cantare Polvere e mi ferma e mi fa i complimenti Ivano Fossati. Confuso e felice mi metto a parlare con lui che mi dice che stava preparando l'album di Loredana Bertè. Gli ho fatto sentire un po' di brani e lui con grande lungimiranza ha capito che 'Mare d'inverno' era superiore alle altre".
enrico ruggeri con maicon
Sulla società post pandemia: "Non ne siamo usciti migliori. Ci siamo incattiviti e divisi in due tifoserie. Nessuna delle due parti ascolta l'altra. E' stato un peccato, c'era molto da confrontarsi. La gente si è spaccata in due. Sono stati anni di tensione. Ci vorrà del tempo per metabolizzare. I social? Sono l'estremizzazione di quello che ho detto. Se dico una cosa e uno non è d'accordo subito mi scrive 'pensa a cantare'. C'è una esasperazione del conflitto. E poi sembra che davvero uno valga uno. Il mio parere sulla nazionale di calcio vale quanto quello dell'allenatore. E questo è effettivamente pericoloso. C'è molta aggressività, i perdenti sui social si dimenticano di esserlo".
enrico ruggeri
Su 'Mistero': "Ha un artificio dialettico che non ho inventato io. Parla per tutta la canzone dell'amore senza mai nominarlo. Vinco il Festival con 'Mistero', è un pezzo molto rock, c'era un grande innamoramento in quel periodo per i Queen. Fu l'unica canzone rock fino all'avvento dei Maneskin a vincere Sanremo".
Sui talent e la trap: "Tutto è un talent, anche Sanremo dell'80 con Sanremo a suo modo era un talent. Il problema del talent è che spesso crea delle illusioni. Il ragazzo di 20 anni che arriva e viene idolatrato può avere un contraccolpo pericoloso. Le carriere di costruiscono in altro modo, anche se poi tanti ragazzi che escono dai talent la carriera la costruiscono. Nei talent spesso si premia chi canta meglio, ma chi rimane per quarant'anni non è quello che canta meglio, è quello che ha più cose da dire.
enrico ruggeri
La trap? Ho un figlio adolescente, la sento uscire dalla camera di mio figlio per tante ore al giorno. Secondo me quelli che scrivono i pezzi qualche libro in più dovrebbero leggerlo. De Andrè sceglieva tra 50.000 parole quando scriveva un pezzo, questi secondo me scelgono tra 500 parole. Quindi anche concetti che possono essere interessanti, andrebbero scritti con un po' di poetica in più".
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