Barbara Gerosa per milano.corriere.it
simone massetti
Ha visto l’amico precipitare sotto i suoi occhi. Si è voltato e non c’era più, scivolato lungo un pendio scosceso, tradito dall’erba secca, da un piede messo in fallo. Ha provato ad afferrarlo, non ci è riuscito. Sconvolto ha chiamato i soccorsi, ma il telefono cellulare non prendeva e lui era lì a oltre 2.400 metri di quota a osservare il corpo del compagno di tante avventure immobile in fondo al burrone. Poi l’intervento dell’elisoccorso, la paura, il rimorso per quell’escursione che non credeva essere proibita.
Pagherà il suo errore ben più dei 400 euro di multa che i carabinieri gli notificheranno nelle prossime ore per non aver rispettato i divieti imposti dal decreto governativo per arginare la pandemia. Perché in quel luogo lui e l’amico non potevano andarci, spiegano i militari, che viste le circostanze si sono presi qualche ora prima di elevare la contravvenzione, ma non potranno esimersi dal farlo.
Ad essere sanzionato un 36enne di Castello Dell’Acqua, in Valtellina. Durante l’escursione proibita il suo amico è morto. Entrambi runner, l’avevano sognata e programmata quella corsa in Val di Togno, sullo spartiacque con la Valmalenco. Perché sono vietate le scampagnate nei boschi, ma non l’attività sportiva. Solo che secondo le ultime indicazioni, oggetto di accese discussioni tra gli amanti delle vette, in zona rossa resta l’obbligo di non oltrepassare i confini comunali. E invece loro in Valmalenco ci sono arrivati con l’auto, hanno lasciato Sondrio per raggiungere il Monte Foppa e da qui la cresta del Monte Palino, dove si è consumata la tragedia.
simone massetti
A perdere la vita Simone Massetti, 34 anni, operaio, casa nel capoluogo valtellinese, runner esperto. Sabato mattina i due amici sono usciti presto da casa: volevano allenarsi, godersi la giornata in una zona bellissima e selvaggia, poco frequentata dagli escursionisti, sentieri solitari, scarsa probabilità di incrociare qualcuno. E invece a tradirli non è stato il Covid, ma la montagna. A pochi metri dalla cima Simone è scivolato: è precipitato per duecento metri.
Sul posto si sono portati gli uomini del Soccorso alpino VII delegazione Valtellina e Valchiavenna, insieme agli esperti del Sagf della Guardia di finanza. Si sono alzati in volo due elicotteri, ma per il giovane non c’era più nulla fare. I soccorritori non hanno potuto fare altro che recuperare la salma.
Tra gli ultimi messaggi postati su Facebook, Simone aveva espresso il desiderio di tornare a respirare l’aria della Valmalenco. Perché aveva sempre osservato i divieti, in primavera si era messo a correre sul balcone di casa. Non era un imprudente. E quando anche il Cai aveva spiegato che la corsa in montagna, anche in zona rossa, è consentita ha deciso di tornare a fare ciò che più amava.
Uscendo però dal suo comune. Un errore che ha pagato con la vita. «Qui la gente non sorride più nemmeno con gli occhi. Non si deve sopravvivere, ma vivere», le sue parole sui social. Le stesse pagine ora inondate dai pensieri degli amici che ancora non riescono a credere a quanto accaduto. «Riempivi e coloravi le stanze, le anime, le giornate, con la tua simpatia, l’irruenza, l’ironia, la gentilezza, l’allegria. Ora hai lasciato vuoto e grigio».