Gianluca Modolo per “la Repubblica”
LAVROV E WANG YI
È stato il primo faccia a faccia tra i due dall'inizio dell'invasione russa. E sebbene l'incontro avesse come tema l'Afghanistan, la questione ucraina e i rapporti tra Pechino e Mosca sono stati al centro del bilaterale tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il suo omologo Sergej Lavrov. I due si sono visti a Tunxi, provincia dell'Anhui, dove la Cina sta ospitando la terza riunione ministeriale dei Paesi confinanti con la nazione governata dai talebani.
«Stiamo attraversando una fase molto seria nella storia delle relazioni internazionali. Sono convinto che a seguito di questa fase la situazione diventerà più chiara e ci muoveremo - insieme - verso un ordine mondiale multipolare, giusto e democratico», esordisce il ministro di Putin, aggrappandosi alla potenza cinese per provare a sfuggire all'isolamento in cui è finita Mosca.
WANG YI E LAVROV
«Le relazioni sino-russe hanno resistito alla prova della mutevole situazione internazionale, hanno mantenuto la giusta direzione», gli ha risposto Wang. «Entrambe le parti hanno una più ferma volontà di sviluppare relazioni bilaterali e una più salda fiducia nel far progredire la cooperazione in vari campi. La Cina è disposta a collaborare con la Russia, guidata dall'importante consenso raggiunto dai due capi di Stato, per spingere le relazioni a un livello più alto nella nuova era».
In un comunicato diffuso da Mosca, i due Paesi hanno annunciato di voler «continuare il coordinamento in politica estera, parlando con una sola voce». Entrambi i ministri hanno condannato le sanzioni occidentali, «illegali».
Pechino da settimane si barcamena in realtà, attenta a non finire nel mirino dell'Occidente se, oltre all'appoggio retorico, dovesse aiutare il vicino ad alleviare le perdite economiche o, peggio, militari: la settimana scorsa il colosso Sinopec ha infatti congelato accordi da mezzo miliardo di dollari con le russe Sibur e Novatek su petrolio e gas. Lavrov si è comunque portato a casa una riaffermazione della natura illimitata dell'amicizia tra i due di fronte al comune rivale americano.
WANG YI E LAVROV
«Non c'è un tetto per la cooperazione Cina-Russia», ha affermato poco dopo l'incontro un portavoce del ministero cinese. «Il mondo sta attraversando profondi cambiamenti mai visti in un secolo. La questione ucraina ha storia e origini complesse: non è solo l'accumularsi di conflitti per la sicurezza in Europa, ma è anche il risultato della mentalità della Guerra Fredda», ha proseguito Wang. «Dovremmo imparare le lezioni, rispondere alle preoccupazioni di tutte le parti e costruire un'architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile attraverso dialogo e negoziato».
WANG YI E LAVROV
«La guerra è in una fase difficile ed è comprensibile che Mosca voglia accertarsi della portata del supporto cinese», commenta a Repubblica Steve Tsang, direttore del Soas China Institute dell'Università di Londra, avvertendo che non è tutto oro quel luccica. «Pechino vuole sapere che cosa Mosca ha in mente e come i suoi piani possono avere un impatto sulla Cina. Per i propri interessi, Xi sosterrà Putin e non gli permetterà di fallire: ma Xi non pagherà un prezzo per farlo. Il leader cinese non vuole che Mosca intraprenda azioni che danneggino la sua Cina. Mosca vorrà il massimo sostegno da parte di Pechino, ma è evidente che l'amicizia senza limiti ha dei chiari limiti. Ci sono molte aree grigie sulle quali entrambe vogliono maggiore chiarezza, ognuna per le proprie ragioni».