Francesco Semprini per “la Stampa”
UCRAINA - LA PRODUZIONE DI GRANO
Attivare corridoi umanitari per consentire la ripresa delle esportazioni di grano ucraino e impedire che scoppi la Prima guerra mondiale del pane. È questo, in sintesi, l'obiettivo del summit ministeriale organizzato dagli Stati Uniti sulla sicurezza alimentare che si è tenuto ieri alle Nazioni Unite: presenti anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il segretario di Stato americano Antony Blinken.
«Il prezzo del grano sta continuando a crescere a causa dell'invasione russa dell'Ucraina e potrebbe salire del 20% entro la fine dell'anno. Il lavoro che stiamo facendo è costruire insieme un corridoio sicuro per permettere al grano ucraino di tornare sul mercato» , spiega Di Maio paventando il rischio che si scateni una «guerra mondiale del pane che dobbiamo fermare il prima possibile». Che avrebbe come principale effetto indiretto l'incrementi dei flussi migratori. «Questo lo dobbiamo evitare», chiosa il titolare della Farnesina.
ITALIA - LE IMPORTAZIONI DI GRANO DA RUSSIA E UCRAINA
L'ultimo dato preoccupante ha visto il prezzo del grano duro registrare un aumento del 4,6%. In netto rialzo anche il grano tenero, in crescita del 5,48%. E i timori in Europa aumentano, soprattutto dopo la decisione dell'India di vietare le esportazioni di frumento. A fare da sponda a Di Maio è l'omologa tedesca Annalena Alma Baerbock: «Mosca non sta solo accettando cinicamente carestie e crisi alimentari nel sud del mondo, sta usando la fame come arma per chiedere fedeltà. La Germania - ha aggiunto - è coinvolta nel gruppo di lavoro guidato dal segretario generale Onu Antonio Guterres per superare la crisi».
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Martedì era stata l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield ad anticipare l'esistenza di contatti per sbloccare i corridoi umanitari alimentari: «Sappiamo che i russi hanno minato i tratti costieri del Mar Nero impedendo alle navi di procedere in entrata o uscita, questo è un tema che Guterres ha affrontato con Mosca, ragionando al contempo su come si possa lavorare per portare sul mercato parte del prodotto disponibile in Ucraina» ha riferito l'ambasciatrice.
L'Ucraina era la "riserva del pane" per i Paesi in via di sviluppo, con il Programma alimentare mondiale (Pam) che acquistava il 50% del grano dall'Ucraina, «ma da quando la Russia ha iniziato a bloccare l'accesso ai porti distruggendo le infrastrutture civili e i silos di grano, la situazione alimentare in Africa e Medio Oriente sta diventando ancor più grave». Di Maio si è pronunciato anche sull'altro grande dossier di carattere economico legato al conflitto, quello dell'energia.
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L'Ue - afferma il capo della diplomazia italiana - deve avere il coraggio di imporre un tetto al prezzo del gas. «La guerra potrebbe durare oltre un anno, non si ha la percezione che possa finire a breve - avverte -. Ma dipende dall'Ue, la forza gentile del mondo. Per l'Italia ci devono essere tre obiettivi fondamentali: pace, energia, sicurezza alimentare».
La crisi del grano è quindi uno dei dossier su cui appare esserci un canale di dialogo tra Stati Uniti e Russia, che tuttavia rimane «circoscritto e limitato» a quell'argomento come ad altri ricompresi soprattutto nello spettro delle questioni umanitarie, spiegano fonti Onu. Secondo cui un conto è il dialogo mirato e circoscritto, un altro è un negoziato tra Usa e Russia per la pace. Ciò non esclude tuttavia opportunità di contatto tra Washington e Mosca che vadano oltre. «Il nostro obiettivo è una soluzione diplomatica del conflitto, lasciare il canale aperto con Mosca e arrivare al cessate il fuoco», avverte Di Maio sottolineando di aver parlato con Guterres delle azioni per arrivare alla pace come le evacuazioni e il rilascio dei militari da Azovstal.
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