Tommaso Lorenzini per “Libero Quotidiano”
RUSSIA DOPING
Una riunione globale via telefono per decidere il destino olimpico (e non solo) della Russia. Le 97 pagine di dossier presentato ieri dalla Wada, che passeranno alla storia come come il "Rapporto McLaren" (dal nome dell' avvocato canadese Richard H. McLaren che ha presieduto la commissione indipendente per indagare sulle gravi accuse rivolte alla Russia in merito alle Olimpiadi invernali del 2014), spiegano senza giri di parole che il doping dello sport di Mosca era coperto e favorito dallo Stato, e non solo per l' atletica leggera, già bannata dai Giochi di Rio (il ricorso promosso dalla divina dell' asta, Yelena Isinbayeva, su cui si pronuncerà il Tas dopodomani, sembra davvero inutile, a questo punto).
Il laboratorio antidoping di Mosca ha coperto una serie di suoi atleti risultati positivi a Sochi 2014 (dove secondo il New York Times ci sarebbero stati 15 vincitori di medaglie "dopate") mentre, in tutto, gli atleti coperti sarebbero 312, già a partire da Vancouver 2010, passando per Londra 2012, i Mondiali di atletica di Mosca 2013 e quelli di nuoto di Kazan 2015.
DOPING RUSSIA
Dunque ogni sport e disciplina, con «l' assistenza e la partecipazione attiva» dei servizi segreti (l' Fsb, ex Kgb) e del centro nazionale di preparazione del Team Russia.
Il presidente del Comitato Olimpico, Thomas Bach, ha descritto il rapporto come «un attacco scioccante all' integrità dello sport e dei Giochi Olimpici» e afferma che «il Cio non esiterà a prendere le sanzioni più dure contro ogni individuo od organizzazione coinvolti».
Trovano dunque riscontro le denunce dell' ex direttore del laboratorio antidoping russo, Grigory Rodchenkov, fuggito negli Usa dopo la morte di due colleghi in circostanze poco chiare. E racconta di una sottile metodologia di «sparizione» delle provette positive, a cui il personale dei due laboratori (Sochi e Mosca) non aveva possibilità di opporsi. Se infatti tutti gli altri sistemi per promuovere e consentire il doping mostravano delle falle, l' intervento finale spettava ai due laboratori "centrali".
DOPING RUSSIA
La catena per far sparire i test positivi era costituita a vari livelli, da fidati impiegati agli altissimi piani, tre persone (compresa l' assistente del ministro dello sport Mutko) gestivano le positività e ne ordinavano la sparizione ("Save", tradotto "salvare") o la "quarantena".
Nel periodo 2012-2015, ben 643 campioni positivi sono stati coperti e l' 89% dei test positivi sono stati fatti risultare negativi. Rodchenkov ha raccontato che le provette venivano a volte riempite di urina "pulita", altre venivano fatte passare attraverso un buco di pochi centimetri nel muro e sostituite con quelle alterate, in modo che fossero pronte per superare i test del giorno seguente.
PUTIN IN VISITA A SOCHI
Rodchenkov aveva scoperto che l' alcol diminuiva la finestra di tempo in cui il cocktail di tre steroidi - metenolone, trenbolone e oxandrolone - da lui preparato (e ribattezzato come il famoso drink "Duchess") poteva venire scoperto, e quindi gli uomini l' assumevano bevendo Chivas e le donne vermouth.
Se oggi, come appare sempre più prevedibile, la Russia verrà esclusa da Rio (e resta da vedere cosa accadrà in futuro, per il Paese che ospiterà la Coppa del Mondo 2018: fra i positivi c' era pure un calciatore) le 80 medaglie di Londra rappresentano un potenziale bottino che farà gola a molti, oltre a quelle che potrebbero essere tolte agli atleti di Putin (che assicura «massima collaborazione a Cio e Wada», e annuncia la sospensione dei funzionari coinvolti) e reclamate da altre nazioni. Come il bronzo delle farfalle azzurre della ginnastica, che nel 2012 finirono terze (Bielorussia argento e Russia oro, favorita pure dalla giuria).
Thomas Bach
Oppure i ragazzi dell' Italvolley, bronzo, con la Russia clamorosamente campione sul Brasile dopo la rimonta da 0-2 a 3-2. Senza pensare alle possibilità di medaglia che si aprirebbero per i nostri in sport come la boxe, il nuoto (agli Europei di maggio, la Russia ha preso 19 medaglie di cui 10 d' oro), la scherma. Oppure il judo.
A Pechino 2008 i russi non vinsero nulla, quattro anni fa, grazie (anche?) a un coach fuoriclasse come il nostro Ezio Gamba, hanno sbancato con 5 medaglie di cui 3 ori. Un caso?
RUSSIA DOPING