Andrea Buongiovanni per la Gazzetta dello Sport
RUSSIA DOPING
Le proiezioni parlano di ventuno medaglie, sei delle quali d' oro. È l' ipotetico bottino della Russia, stimato sulla base dei risultati degli ultimi Mondiali di tutte le specialità, all' Olimpiade invernale di PyeongChang del febbraio prossimo. Il problema è che la Nazione sul campo vincitrice del medagliere dell' ultima edizione della rassegna, quella casalinga di Sochi 2014, con ogni probabilità in Sud Corea non ci sarà.
I LAVORI Lo stabiliranno oggi i quindici membri dell' Esecutivo del Cio riuniti a Losanna. L' annuncio ufficiale della relativa decisione, da parte del presidente Thomas Bach, è atteso alle 19.30.
Prima lo stesso Board ascolterà una delegazione russa composta, tra gli altri, dal presidente del compitato olimpico nazionale Alexander Zhukov, dal responsabile della nuova commissione antidoping Vitaly Smirnov e dalla 18enne Evgenia Medvedeva, reginetta del pattinaggio di figura, imbattuta da due anni e grande favorita al titolo a cinque cerchi. In questi giorni avrebbe dovuto essere a Nagoya, in Giappone, per la finale del Grand Prix, ma è stata fermata da una frattura da stress a un metatarso del piede destro, ingessato con una fasciatura rigida.
NEUTRALI Alla luce di quanto emerso negli ultimi mesi proprio in fatto di pratiche illecite, svelate in prima battuta dal famigerato rapporto McLaren, tutto lascia presagire che le Nazionali del Paese non saranno ammesse come tali. Ma l' ipotesi boicottaggio, in piedi fino a ieri dopo le reiterate prese di posizione di Vladimir Putin, preoccupato sul piano politico personale in vista delle elezioni politiche di marzo, pare scongiurata.
DOPING RUSSIA
La Russia, probabilmente, pur di non colpire atleti innocenti (con la Medvedeva simbolo per eccellenza), accetterà di far partecipare gli stessi come neutrali. Senza bandiera, senza inno, con una divisa priva di loghi nazionali (il Cio avrebbe già provveduto all' ordinazione di abbigliamento ad hoc), senza la possibilità di comparire nelle cerimonie di apertura e di chiusura (se non forse a titolo individuale) e senza, appunto, trovar posto nel medagliere. «Sarà comunque un' umiliazione» ha detto giorni fa Putin.
IL DIETROFRONT La svolta, che da un punto di vista tecnico dovrebbe garantire gare di senso comunque compiuto, è arrivata in tarda mattinata dalle dichiarazioni di Dmitry Peskov, portavoce dello stesso Putin, nel corso di un briefing con la stampa a Mosca. «Molto delle accuse che ci sono state mosse dalla Wada restano inaccettabili - ha sostenuto - ma il boicottaggio non rientra nel ventaglio delle possibilità». Il dietrofront, in qualche modo, segnerebbe una sorta di compromesso.
BACH
Perché il Cio stavolta, diversamente da quanto accaduto prima dei Giochi di Rio 2016, non potrà rimanere indifferente alle accuse emerse dal lavoro delle proprie commissioni Oswald e Schmid (tre membri fanno anche parte dell' Esecutivo), da tempo a caccia di verità sul doping russo istituzionalizzato da coperture governative e con particolare riferimento a quanto accaduto proprio a Sochi 2014. Le recenti cancellazioni dei risultati di 25 atleti (conto aperto), comprese 11 medaglie, non potranno non avere conseguenze.
SCENARI «Ci opponiamo alla violazione dei diritti dei nostri atleti - ha aggiunto Peskov - ma allo stesso tempo restiamo fedeli agli ideali olimpici». A questo punto, in attesa di conferme non scontate, è presumibile che la partecipazione individuale avverrà secondo le modalità e i criteri che han visto in gara diciannovi russi (indipendenti) ai Mondiali di atletica dell' agosto scorso a Londra. Ovvero, chi vorrà essere presente, dovrà dimostrare di non aver avuto alcun coinvolgimento con il «doping di Stato».
E non dovrà inoltre comparire nelle liste recentemente fuoriuscite dal database del bandito laboratorio di Mosca contenenti i nomi dei tanti che han barato tra il gennaio 2012 e l' agosto 2015. Le decisioni definitive, in ogni caso, saranno demandate alle singole federazioni internazionali, ora nell' imbarazzo di stabilire se far partecipare o meno alle normali attività gli atleti sospesi a livello olimpico.
putin
Quella di bob e skeleton presieduta dall' italiano Ivo Ferriani, per non andare lontano, minaccia ora azioni legali contro il proprio panel indipendente che venerdì ha stabilito che i nove coinvolti, in un primo tempo messi al palo, possono invece gareggiare.