Gabriele Rosana per "Il Messaggero"
mark rutte in bicicletta
Un consigliere comunale de L'Aia si preparava a uccidere il premier olandese Mark Rutte. Il controverso politico Arnoud van Doorn, leader del Partito dell'Unità, micro-formazione di ispirazione islamista che ha fondato dopo aver lasciato polemicamente l'ultradestra del sovranista Geert Wilders ed essersi convertito all'Islam, è stato arrestato dalla polizia dell'Aia, città dove hanno sede governo e Parlamento dei Paesi Bassi, con l'accusa di aver manifestato un «comportamento sospetto» mentre si spostava in vari punti dello stesso quartiere in cui si trovava pure Rutte, nel tentativo di raccogliere informazioni «in preparazione a un delitto».
IL PREMIER OLANDESE RUTTE E MARIO DRAGHI
Van Doorn - in passato condannato per detenzione illegale di arma da fuoco e per una serie di tweet antisemiti - è finito in manette domenica mattina ed è stato rilasciato dopo una notte in cella, ma l'accaduto è stato reso noto solo ieri dall'intelligence del Regno, il Dkdb.
La Procura de L'Aia non ha fornito maggiori dettagli sull'indagine che è ancora in corso, ma il sospetto degli inquirenti è che van Doorn stesse seguendo gli spostamenti abituali del primo ministro nel giorno di festa, parte di un disegno per uccidere Rutte.
LA RICOSTRUZIONE
Arnoud van Doorn
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l'uomo sarebbe stato visto seguire Rutte in tre diversi locali del quartiere in cui van Doorn si trovava, per sua stessa ammissione, per visitare l'anziana madre, rimanendo fuori casa nell'attesa della fine del turno di lavoro della badante.
È in questo intervallo di tempo che van Doorn viene avvistato prima tra gli scaffali di un supermercato, poi a consumare in un bar all'aperto e quindi nella stessa palestra in cui il premier si stava allenando, per chiedere - a detta della difesa - informazioni sulle tariffe di abbonamento.
MARK RUTTE CON IL SUO CANE
Quello dei servizi di sicurezza di Rutte è stato un eccesso di zelo, ha dichiarato il legale di van Doorn Anis Boumanja: nei movimenti dell'uomo non ci sarebbe stato alcun elemento tale da giustificare l'arresto; «se c'è un rischio serio e concreto, il sospetto non viene rilasciato il giorno dopo».
La notizia del fermo di Arnoud van Doorn segue di poche ore l'annuncio del rafforzamento delle misure di sicurezza attorno al premier, resesi necessarie a inizio settimana proprio per i movimenti ambigui registrati attorno all'abitazione di Rutte in preparazione a un attentato o a un rapimento.
rutte
Un cambio di stile di vita per Rutte, proprio nei giorni più bui per l'avvenire politico di Teflon Mark - il soprannome che si è guadagnato per la capacità di resistere alle alterne fortune politiche -, mentre a L'Aia si negozia a oltranza per la formazione di un esecutivo di coalizione che l'esponente liberale, oggi incaricato ad interim, vuole a tutti i costi continuare a presiedere, sei mesi dopo le elezioni che hanno restituito l'immagine di un Parlamento frammentato.
rutte
Finora, il leader che erediterà la palma di più longevo d'Europa dopo l'uscita di scena di Angela Merkel, negli 11 anni da capo di governo dei Paesi Bassi si è sempre mosso in bici e senza scorta, spesso anche fermato dai passanti per un selfie.
Negli ultimi tempi, però, il sistema di protezione, fra agenti in divisa e in borghese, si è fatto più presente attorno al premier, tanto che i media olandesi hanno anche notato la presenza di un uomo della sicurezza pure in Parlamento, durante il recente dibattito sulla legge di bilancio.
L'INCHIESTA
MARK RUTTE ANGELA MERKEL
I dettagli della vicenda sono poco chiari, ma secondo delle ricostruzioni antecedenti all'arresto di van Doorn dietro l'esigenza da parte dell'intelligence olandese di rafforzare la sicurezza attorno a Rutte ci sarebbe la minaccia dei cartelli della droga, la mafia olandese di origine marocchina che starebbe stringendo nella sua morsa violenta i Paesi Bassi.
Criminalità organizzata che è la principale indiziata anche dell'assassinio, a luglio, di Peter R. de Vries, il popolare giornalista investigativo olandese rimasto vittima di un agguato all'uscita dagli studi televisivi di Rtl e morto in ospedale dieci giorni dopo.