Riccardo De Palo per “il Messaggero”
van gogh autoritratto
«Sto dipingendo con il gusto di un marsigliese ghiotto di boullabaisse, e non ti sorprenderà che i soggetti siano dei grossi girasoli», scriveva Vincent Van Gogh al suo fratello Theo, nell' agosto del 1888, comparando il giallo dominante di quei lavori con il suo stato mentale maniacale e febbrile. Quello stesso colore così vivido e accecante che oggi, secondo uno studio di esperti olandesi e belgi, starebbe lentamente degradando verso un indistinto (e plebeo) marrone. Colpa di un particolare giallo cromo di cui l' artista morto suicida nel 1890 faceva largo uso, e che si è rivelato - dopo attenti esami - pericolosamente fotosensibile.
LE RISTRETTEZZE
vang gogh girasoli
Van Gogh acquistava sempre gli stessi pigmenti presso Tasset et Lhôte, a Parigi, ma talvolta - a causa della sua eterna insicurezza economica, era costretto a ripiegare su altri fornitori, come Tanguy. Era sempre il ricco mercante suo familiare a intervenire per fargli avere il necessario per dipingere, e forse Van Gogh si sentiva in colpa per quelle forniture a cui non poteva assolutamente rinunciare. «Finora - spiegava Vincent al fratello in un' altra lettera - ho speso più in quello che mi serve per dipingere, tele e pigmenti, che per me stesso».
Gauguin era appena andato a trovarlo ad Arles, dove Van Gogh si era rifugiato da qualche tempo, sognando il tepore del sole del Sud (e trovando invece, spesso, il freddo vento del Mistral). Una volta il collega provò a ritrarlo. Il futuro pittore di sognanti fanciulle polinesiane lo colse proprio di fronte alla tela, intento a dipingere un mazzo di girasoli. Lui non sembrò gradirlo molto.
Eppure, proprio i dettagli dei petali, e degli steli di questo capolavoro - esaminati con una pionieristica nuova tecnica a raggi X, denominata mappatura chimica - hanno rivelato i segreti della sua arte immortale. Van Gogh usava due diversi tipi di giallo cromo, uno dei quali molto più incline a degradarsi sotto la luce intensa.
vang gogh campo di grano con corvi
Il problema, non visibile a occhio nudo, se non dopo molti anni di esposizione, è risultato particolarmente evidente laddove il colore è stato mescolato ad altri per ottenere la giusta tonalità di verde. Molto meno a rischio è apparso l' arancio dello sfondo, poiché il pittore usò per ottenerlo un altro pigmento, con un più basso contenuto di zolfo.
L' ESPERTO
VAN GOGH
«È molto difficile dire quanto tempo occorra per un cambiamento radicale della tonalità: dipende da molti fattori esterni», ha detto Frederik Vanmeert, esperto dell' Università di Antwerp che ha preso parte al team di ricerca commissionato dal Museo Van Gogh. «Abbiamo trovato un giallo cromo molto sensibile alla luce, un verde smeraldo e un rosso detto di piombo in piccole aree del dipinto, che diventeranno più chiare nel corso del tempo».
La scoperta è il frutto di due anni di analisi e ora il Museo, che dispone della più vasta collezione di opere del maestro olandese, dovrà correre ai ripari. L' illuminazione, a dire il vero, era già stata ridotta anni fa, proprio per preservare i circa duecento dipinti e 400 disegni in esposizione. Ora l' istituzione ha più elementi per difendere il suo tesoro. L' artista continuò a dipingere girasoli quasi fino alla morte. La serie è dispersa in molti musei, da quello di Amsterdam al Metropolitan.