LUPO NICOLAI 3
Francesco Persili per Dagospia
Sabbia d’argento. I cavalieri azzurri Lupo e Nicolai lottano ma alla fine s’inchinano alla coppia d’oro Alison-Bruno Schmidt in due set (21-19; 21-17). Dopo il mondiale, il Brasile vince anche l’oro olimpico nel beach volley. Sulla sabbia di Copacabana, gli italiani, lucky loser del torneo, giocano contro i maestri verdeoro e un intero stadio. Il diluvio che si abbatte su Rio non spegne la torcida. La tana delle tigri brasiliana non spaventa la coppia azzurra alla quale va riconosciuto il merito di non aver mai mollato e di aver portato alla ribalta mediatica una disciplina nata ufficialmente in Italia solo 32 anni fa.
LUPO NICOLAI 10
L’Italia inizia bene e si porta sul 5-1. Ma i brasiliani sono campioni del mondo, e si vede. Sotto la pioggia la partita assume una dimensione epica. Punto a punto, corpo a corpo. Nicolai è dominante a muro, i cut-shot di Lupo tagliano a fette la coppia verdeoro esaltata dalle 6 difese di Bruno Schmidt.
Grazie agli errori di Alison, l’Italia si porta sul 18 pari. La coppia avrebbe la possibilità del 20-19 ma la palla alzata da Lupo è troppo attaccata alla rete. L’errore di Nicolai consegna la palla set al Brasile che col muro vincente di Alison porta a casa la prima partita (21-19). La pioggia non dà tregua. Anche nel secondo set l’Italia parte forte. Difese spettacolari, scambi epici. Tutto il meglio del beach volley nell’arena di Copacabana. Il muro di Nicolai e i colpi rallentati di Lupo.
LUPO NICOLAI 5
La potenza di Alison e l’intelligenza di Bruno. La partita corre sul filo dell’equilibrio. Lupo from Fregene beach e l’abruzzese Nicolai, brothers in arms, ammutoliscono la torcida brasiliana con un’ampia varietà di colpi. Poi sale in cattedra Bruno Schmidt, nipote del cestista Oscar, che lo ha definito "il più forte del mondo". Buon sangue non mente. Fuoriclasse lo zio, fuoriclasse il nipote. Il Brasile si issa sul 19-16.
LUPO NICOLAI 6
Un errore in battuta di Nicolai concede tre palle match ai verdeoro che chiudono 21-17. L’oro resta in Brasile. Ma l’argento di Lupo-Nicolai ha un valore enorme. Oltre ad aver regalato la medaglia numero 24 all’Italia, la coppia azzurra ha centrato la vittoria più importante: quella di aver contribuito a scatenare nel Paese una irrefrenabile voglia di beach volley.
2. SETTEBELLO AFFONDATO
SETTEBELLO 3
La falsa partenza del Settebello consegna la finale olimpica alla Serbia. Il parziale iniziale di sei a zero di Prlainovic e compagni stronca le velleità dell’Italia della pallanuoto sconfitta 10-8 dalla corazzata balcanica. I ragazzi di Sandro Campagna si giocheranno il bronzo contro il Montenegro battuto dalla Croazia che potrà così difendere l’oro del 2012.
“Abbiamo iniziato veramente male”, ammette a fine partita Bodegas ai microfoni Rai. La “beduina” del centroboa Aicardi neutralizzata da Mitrovic è l’unico bagliore azzurro prima del monologo balcanico. Prlainovic porta in vantaggio la Serbia.
L’Italia non sfrutta 4 superiorità numeriche (di cui una doppia). Mani addosso, fisicità e il solito campionario di malizie: la Serbia difende forte. E raddoppia con Slobodan Nikic (che spinge con mestiere Bodegas).Tocca poi a Dusko Pijetlovic siglare la terza rete. Il primo quarto si chiude con le proteste italiane per un gol annullato a Pietro Figlioli.
SANDRO CAMPAGNA
I serbi, che dal 2014 collezionano solo primi posti, fanno di tutto per dare ragione a Sandro Campagna che li aveva definiti “selvaggi e maestri”. Il mancino Filopovic, che ha giocato la Champions col Recco, cala il poker balcanico. Tocca poi a Stefan Mitrovic con un diagonale vincente fissare il punteggio sul 5-0. Che non sia serata lo si capisce quando il fendente di Christian Presciutti viene respinto dalla traversa. Sul rovesciamento di fronte Prlainovic sigla la sesta rete. Campagna prova a dare la scossa e sostituisce il portierone Tempesti con Marco Del Lungo.
L’Italia dà qualche segnale di risveglio e si sblocca dopo 14 minuti con una bordata di Valentino Gallo. La seconda rete arriva grazie a Alessandro Velotto. Nel terzo quarto due parate di Del Lungo tengono a galla l’Italia che però non riesce a trovare la via della rete. Tocca a Nikic castigare con una beduina la difesa azzurra. Nell’ultimo quarto il gol di Nicholas Presciutti illude ma la Serbia si riporta subito a più 5 (8-3). L’Italia colpisce la traversa, Jaksic va a bersaglio. Tra gli ultimi azzurri ad arrendersi c’è Velotto che realizza la rete del momentaneo 4-9. Pietro Figlioli riporta a meno quattro gli azzurri ma la Serbia allunga ancora.
SETTEBELLO
Il gran finale azzurro con le reti di Christian Presciutti, Valentino Gallo e Bodegas acuisce il rimpianto. “L’abbiamo regalata – sottolinea il ct azzurro Sandro Campagna - abbiamo perso una partita che ci avrebbe permesso di fare un ulteriore salto di qualità. Non mi aspettavo quell’inizio. Abbiamo preso gol che non dovevamo prendere. Ora concentriamoci sulla finale per il terzo posto: conquistare il bronzo sarebbe molto importante. Il Montenegro? Un’altra squadra fisica. Spero che i ragazzi inizino meglio la partita”.
Note positive per l’Italia che si conferma tra le prime quattro pur avendo 7 innesti nuovi. “Non era la Serbia perfetta dei mondiali di Kazan – il rammarico di Campagna - Potevamo farli incartare un po’ prima. Peccato”.
sandro campagna foto mezzelani gmt154