GUIDO DE CAROLIS per il Corriere della Sera
arrigo sacchi
Un campionato senza padroni né gerarchie, con l'alternanza unica regina. La tendenza è la stessa in Europa. In Inghilterra comanda il Leicester, in Spagna la Real Sociedad, la serie A ha fatto sballare i pronostici. L'ex c.t. della Nazionale Arrigo Sacchi offre una lettura diversa del momento anarchico.
«È una stagione anomala. Gli stadi vuoti e avvilenti. I giocatori sono umani, ne risentono. Si gioca tanto, mancano molti protagonisti, qualcuno cerca di fare il furbo. Siamo fuori norma, a incidere e a decidere alla fine sarà la forza politica, economica, la capacità organizzativa, lo stile e la storia dei club».
Che dobbiamo attenderci da questo campionato?
arrigo sacchi
«Le cose torneranno come sempre. In Italia si punta molto sul singolo e poco sulla squadra. Solo facendo squadra puoi sfruttare l'interiorizzazione. Interiorizzare significa automatizzare tutto: vivi le situazioni in allenamento e in partita le sai fronteggiare».
Nel nostro Paese è un concetto semisconosciuto.
«Sassuolo, Atalanta, Verona sono squadre interiorizzate, il Bologna ci prova. Siamo grandi gestori e pessimi strateghi. Bravi nel tatticismo, programmiamo il minimo, poi cogliamo l'attimo puntando sui singoli. Il calcio però è gioco di squadra. Lo stratega invece ha un obiettivo a lungo termine e lo persegue».
Non è solo una questione italiana, come se lo spiega?
antonio conte
«Il Covid ha stravolto tutto e poi il calendario fitto. Le big giocano ogni tre giorni. Quando affronti Liverpool, Man City e Barcellona la fatica è tripla. Difficile fare previsioni in serie A, alla fine però vinceranno sempre quelle».
Se l'aspettava un campionato così confuso?
andrea pirlo foto mezzelani gmt 027
«Non è confuso, per la prima volta in Italia abbiamo un gruppo di strateghi, partendo dal basso della classifica. Lo Spezia non può puntare sul singolo. De Zerbi e Gasperini sono strateghi, Sarri lo era. Conte ha un progetto a lungo termine. La domanda è: ad Antonio hanno preso giocatori funzionali? È come se sceneggiatore e regista avessero in mente un film comico e il produttore portasse grandi attori drammatici».
La divergenza tra dirigenti e tecnici c'è sempre stata.
«Nel calcio non parliamo mai di funzionalità. Nel ciclismo di un corridore si dice è un velocista, nella boxe un picchiatore, nel calcio è bravo. Che vuol dire? Se sono l'allenatore e ho in mente una squadra di un certo tipo e tu mi dai un giocatore con altre caratteristiche».
arrigo sacchi
Qual è la componente più importante per riuscire?
«Il club, con la sua storia, visione, competenza e stile. Dopo c'è la squadra, infine il singolo. Senza un copione c'è solo improvvisazione».
Parlava di storia di club: si riequilibrerà il campionato, i più forti verranno fuori?
osimhen gattuso
«Il Napoli nella sua storia ha vinto due scudetti. Hanno sempre dominato Juventus, Milan e Inter, per uscire da questa situazione devi fare un mezzo miracolo».
Pirlo alla Juventus fatica perché è nuovo?
«Un allenatore nuovo non deve per forza far fatica. Alla Juve c'erano già tanti giocatori e non pensano tutti allo stesso modo: diventa un po' come la Torre di Babele, più difficile. Pirlo lo conoscevo da calciatore, all'allenatore va dato tempo. Non ha avuto la fortuna di fare la gavetta, né di arrivare in una squadra dove ha portato chi voleva lui».
Pioli è più navigato di Pirlo, sta facendo un buon lavoro. Il Milan è attrezzato per arrivare in fondo?
arrigo sacchi
«Bravissima persona. Deve dare un'identità ancora più forte alla squadra. Le sue formazioni hanno del buonsenso, ma non un'identità così forte e con i giovani bisogna dargliela: vanno costruiti».
Conte è diverso. L'Inter un'identità ce l'ha.
«Un grande allenatore. Vive di calcio, ha una certezza: si può sempre fare di più e meglio. Cerca la perfezione, non la raggiungerà. Chiede il massimo, lui lo dà. Credo sia dovuto scendere a compromessi, mi rifiuto di pensare che alcuni giocatori arrivati gli vadano bene. Diceva Churchill: non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare».
berlusconi arrigo sacchi
Il giudizio sul campionato attuale qual è?
«Mi spiace che il Sassuolo non sia primo con il Milan. Il Sassuolo ha un suo copyright, non vorrei iniziassero ad aver paura. Le squadre italiane sono timide, hanno sempre un eccesso di difensori rispetto all'avversario straniero».
pioli
Ancora troppo difensivisti?
«Esempio: Real Madrid-Inter. I nerazzurri avevano due attaccanti, Lautaro e Perisic. Quanti difensori aveva il Real? Due, Varane e Ramos. Dall'altra parte c'era solo Benzema e tre centrali: D'Ambrosio, De Vrij, Bastoni. Così si è giocato con due in meno. Nel movimento deve esserci il giocatore in più, non nella staticità».
Che dobbiamo aspettarci?
«Mi hanno chiamato alcuni stranieri per chiedermi cosa sta succedendo in Italia, perché si segna così tanto. Quanti club in Italia hanno una visione a lungo termine? Pochi. Il credo dovrebbe essere: vincere, convincere, divertire. Ma qualcuno le mette mai insieme queste tre cose? Da noi conta solo vincere. Così si fa poca strada».
matteo salvini con arrigo sacchi al papeete DARIA BIGNARDI ARRIGO SACCHI de zerbi KATIA SERRA ARRIGO SACCHI IVAN ZAZZARONI BALZARETTI ramaccioni sacchi carmignani SACCHI FERRARA SACCHI EVANI gullit sacchi berlusconi capello sacchi SACCHI capello sacchi ARRIGO SACCHI berlusconi sacchi ancelotti e sacchi sacchi berlusconi inzaghi sacchi milano marittima sacchi sarri guardiola sacchi teocoli sacchi sarri guardiola sacchi sarri guardiola sacchi cover sacchi guardiola ancelotti sacchi guardiola sacchi guardiola ancelotti sacchi guardiola ancelotti festival dello sport ARRIGO SACCHI