salvatore rossi
Federico De Rosa per il "Corriere della Sera"
Tim restringe la rosa dei potenziali candidati da inserire nella lista per il nuovo consiglio. Ieri il presidente del gruppo, Salvatore Rossi, ha illustrato al board i criteri di selezione dei candidati messi a punto insieme alla società di head hunting Egon Zehnder ricevendo il via libera all' unanimità. I criteri ricalcano quelli indicati dal consiglio del 20 settembre, che aveva dato il via all' iter per la composizione di una lista del board in vista dell' assemblea per il rinnovo convocata per il 31 marzo.
luigi gubitosi foto di bacco
Il board aveva dato indicazioni affinché il nuovo consiglio assicurasse «la continuità del processo di trasformazione digitale in corso», fosse formato «da professionalità in possesso di competenze ed esperienze adeguate alla piena condivisione di questo percorso» e assecondasse «con la rapidità richiesta dal mercato, le trasformazioni industriali e tecnologiche».
Rossi ha già compiuto un primo giro di ricognizione tra gli stakeholder di Tim e condotto sondaggi tra i soci, ottenendo riscontri positivi da tutti, sebbene potrebbe rendersi necessario un ulteriore passaggio informale prima della composizione definitiva della lista.
BOLLORE' DE PUYFONTAINE
Anche se in questo momento non fa parte della «governance», la Cassa depositi e prestiti con il 10% è il secondo azionista di Tim e si trova in una situazione delicata. I vertici della Cdp sono in scadenza e ancora non si sa nulla delle scelte che Mario Draghi potrebbe fare per il ministero dell' Economia, primo azionista della Cassa.
Nella nota diffusa ieri al termine del consiglio, Tim ha spiegato che nelle interlocuzioni con Rossi, «Cassa depositi e prestiti si è riservata in relazione all' esigenza di sottoporre al proprio consiglio di amministrazione ogni decisione in merito». La Cassa dovrebbe appoggiare dall' esterno la lista unica del board, in cui non può indicare nomi visto che essendoci già quelli di Vivendi rischierebbe il «concerto» facendo scattare l' obbligo di Opa.
fabrizio palermo foto di bacco (3)
Il numero uno della Cdp, Fabrizio Palermo, in questo momento non ha visibilità sufficiente per prendere una posizione. Potrebbe esserci una schiarita prima del 18 febbraio, giorno in cui il consiglio di Tim tornerà a riunirsi per parlare di nomi. Ma è difficile. E i tempi sono molto stretti. Il 23 febbraio è già fissato il board per il via libera al bilancio 2020, all' aggiornamento del piano strategico e alla lista del consiglio da sottoporre all' assemblea.
GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE
La lista sarà composta di 15 nomi, ma solo 10 entreranno in consiglio. L' orientamento potrebbe essere quello di riproporre tutti gli attuali consiglieri, salvo indisponibilità, aggiungendo altri candidati esterni, per poi procedere alla selezione finale e quindi alla scelta dei 15 nomi da mettere in lista. Nella scelta dei candidati sarebbe stato chiesto a Rossi di prestate particolare attenzione anche al numero di incarichi ricoperti, in modo da assicurare un impegno adeguato.
luigi gubitosi foto di bacco (2)
L' attuale presidente e l' amministratore delegato, Luigi Gubitosi, saranno riconfermati. Anche Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi e plenipotenziario del gruppo media di Vincent Bollorè in Italia, sarà in lista. Gli azionisti francesi al momento hanno 5 consiglieri nel board di Tim e il numero non dovrebbe variare.
Resta da capire come si muoverà la Cdp, che non ha solo il rinnovo di Tim come fronte aperto. Anche la partita sulla rete unica prevede dei passaggi a breve. Entro il 25 febbraio Palermo dovrà comunicare all' Enel se intende esercitare la prelazione sulla quota di Open Fiber in mano alla società elettrica, per la quale si è fatto avanti il fondo Macquarie. L' orientamento resta sempre quello di rilevare una quota minima per salire in maggioranza in Open Fiber - la Cdp ha già il 50% -, lasciando che l' Enel venda il resto al fondo australiano. Si parla di un 10% alla Cassa depositi e del 40% a Macquarie.
salvatore rossi 1
C' è ancora tempo per valutare ed eventualmente fare nuove verifiche, sebbene la rete unica sia un progetto strategico per il Paese e non solo per il governo Conte che l' aveva messa in cantiere.