SALONE DEL LIBRO, CHIARA GIANNINI CONTESTATA
Gli eroici antifascisti d’Italia son riusciti nell’epica impresa di trasformare un libercolo appiccicaticcio che nessuno avrebbe letto in best seller, i suoi autori di bassissima lega in paladini della libertà e i delinquenti comuni di Caccapau in partigiani. I miei complimenti
— laura cesaretti (@lauracesaretti1) 11 maggio 2019
Sergio Rame per www.ilgiornale.it
chiara giannini al salone del libro di torino
La presenza di Chiara Giannini al Salone del Libro, dopo che il sindaco di Torino Chiara Appendino e il governatore Sergio Chiamparino hanno fatto bandire dal Lingotto l'editore Altaforte, non è passata inosservata.
E, mentre stava girando per gli stand con una copia del libro Io sono Matteo Salvini in mano, è stata attaccata da un collaboratore della casa editrice Feltrinelli e da alcuni visitatori che, intonando Bella ciao, hanno cercato di zittirla. "Le censure sono brutte e questa è la dimostrazione che il mio libro può e deve entrare ovunque", stava dicendo la giornalista del Giornale a chi voleva sapere della sua presenza alla kermesse. "Ho portato una copia del mio libro - ha aggiunto - per fare vedere a tutti quelli che me lo hanno impedito, compreso il signor Lagioia e la sindaca Appendino, che la cultura spacca i ponti e può entrare ovunque".
chiara giannini al salone del libro di torino 1
Nonostante l'esclusione di Altaforte, la casa editrice di Francesco Polacchi finita nella bufera per la sua vicinanza a CasaPound, la Giannini ha deciso ugualmente di sfidare la censura dei radical chic e farsi un giro tra gli stand del Lingotto con il suo volume in mano che è ormai tra i più vendutio da Amazon. La polemica è scattata quando la giornalista del Giornale si è fermata a scattare una fotografia davanti allo stand della Feltrinelli. "Il mio libro è stato censurato dal Salone del Libro e alcune librerie hanno detto che lo censureranno - ha denunciato - lo diffondo su altri canali perché credo che in Italia debba esistere la libertà di espressione". E a chi le chiedeva conto delle parole di Polacchi, che durante una trasmissione si è proclamato "fascista" e ha additato l'antifascismo come "vero male di questo Paese", ha risposto: "L'editore parla a nome personale, io non sono fascista, sono una giornalista libera e indipendente, non mi sono mai schierata politicamente. Per quale motivo impedirmi di presentare il libro? Non lo capisco". A quel punto i soliti anti democratici hanno intonato Bella ciao per provare a farla tacere. "Questi - ha replicato la giornalista - sono gli italiani che impediscono la democrazia. Viva la democrazia e viva l'Italia".
francesco polacchi 3
"La polemica su Altaforte si è scatenata prima delle dichiarazioni di Polacchi", ha spiegato la Giannini che resta convinta del fatto che dietro le polemiche della sinistra ci sia "semplicemente un attacco strumentale" a Matteo Salvini. "Quando ho fatto la richiesta ai suoi più stretti collaboratori di poter pubblicare il libro-intervista - ha raccontato - ho inviato una mail dicendo che l'avrei fatto con Altaforte. Il ministro non ha rilasciato un'intervista ad Altaforte, ma a Chiara Giannini come ha fatto tante altre volte in questi anni". E per quanto riguarda tutta la polemica legata alla vicinanza con CasaPound, la giornalista ha ricordato che non è un partito illegale. "In Italia - ha, infine, cocluso - non esiste il reato di apologia di fascismo, c'è una sentenza della Corte Costituzionale, esiste semmai il reato di ricostituzione del passato partito fascista".
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