Ivan Rota per Dagospia
salone del mobile
Se l'archistar "top model" Neri Oxman applica la biologia alle sue opere, che chi applica la trasgressione per rendere il Salone del Mobile una sorta di Sodoma e Gomorra di periferia. Una kermesse dal sapore chic si è trasformata in una sorta di suburra degna del "Caligola" (versione integrale) di Tinto Brass.
Complici pierre da discoteca, assoldati anche da grandi maison, per creare ressa, vicino ai pochi veramente interessati, si vedono orde di ragazzotti e di it-girl nostrane sempre alticcie e svaporate scatenarsi in improbabili sabba degni di una dark room e sicuramente, alla fine del Salone, le acque del Ticino saranno ancora più "allucinogene": scommettiamo si troveranno anche traccie di pejotas?
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Cene ristrette (va bene) e troppo affollamento (non va bene) stanno invadendo Milano con traffico in tilt, ma ben venga l'indotto procurato dall'evento: non stiamo parlando di questo, ma del "gotterdammerung" della civiltà dell' "arte". Il letto è "mobile" e la quantità di escort (donne e uomini) calata su Milano per l'occasione, come se ce ne fosse bisogno, pare una sorta di girone dantesco.
Gli hotel hanno triplicato i prezzi, ma poco importa: i più gettonati sono logicamente quelli di lusso, in special modo quelli che fanno pochi controlli. Capita che in bagno una famosa cacciatrice di teste sia stata abbordata da una sedicente massaggiatrice e questa, per fuggire da cotanta attenzione, si sia rifugiata nella toilette per gli uomini uscendone solo dopo una trentina di minuti.
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Sta a vedere che avrà parlato di massimi sistemi. Serate trasgressive, quasi sempre gay friendly, ma dallo spirito quasi goliardico, ma anche massaggiatici cinesi o club per scambisti. Può sembrare strano, ma è proprio Milano a tenere alta la bandiera: da un locale con pseudo minatori armati di trapano sul palco, all'altro con sexy camerieri e go-go boys che servono la cena ai tavoli, starring drag queen molto disponibili.
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Ovunque gente mascherata, in quanto l'anonimato facilita l'approccio. Infine, ecco il boylesque, versione maschile del burlesque. Questo è solo una piccola parte di quello che riserva Milano ai turisti "sessuali". Capita persino che il piccolo negozio di idraulica in Lambrate, nuova zona "arty", venga preso di mita dagli assatanati di presentazioni, in quanto espone all'esterno un bidè color puffo che viene scambiato per un'opera d'arte da molti turisti giapponesi.
E l'appartamento "fallocentrico" di un grande artista è stato preso d'assalto per notti concupiscenti.Le chat hard, etero, ma soprattutto gay, che servono a localizzare partner occasionali, stanno quasi andando in tilt: sul display appaiono come non mai una miriade di proposte tanto che la scelta si fa dura. In tutti i sensi.
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E tra i VasoNaso di Matteo Cibic e il movimento d'avanguardia De Stijl c'è spazio per chi il naso lo mette da altre parti, magari i club (nascostissimi e segreti) di Viale Padova, terra di preda di un noto criminologo. Se guardiamo tutto con aria trasognata e goliardica, possiamo ridere, soprattutto pensando alla festa che si è svolta nella casa di un noto architetto: A kasawaki, in Giappone, si svolge, la prima domenica di Aprile, la festa del pene d'acciaio.
Se ne vedono di tutti i tipi: lunghi, corti, duri, morbidi e molti commestibili. Il nome della festa è "matsuri" e per la prima volta si è celebrata nella città meneghina grazie alla creatività di un intellettuale (anal) caprese che ha realizzato anche le torte falliche. La festa si basa sulla leggenda di un demone che si posizionò all'interno della vagina di una donna e castrò due uomini (?) alla sua prima notte di nozze.
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La ragazza chiese poi un dildo a un fabbro per "scacciare" il demonio. Alla festa anche una miniriproduzione del santuario scintoista a forma di fallo. Alla serata, però, nessuna donna era ammessa e i demoni sono stati scacciati in altro modo. Se è vero che una molecola ci rende più simpatici e vogliosi, come è stato ultimamente dimostrato, sicuramente si è scatenata su Milano e sul Salone del Mobile...