Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera
HAMILTON VETTEL
Ci voleva un circuito esasperante come quello di Baku per far saltare i nervi ai duellanti, per togliere la patina di finto bon ton sopra una rivalità autentica e dunque cruda, secondo migliore tradizione motoristica.
L' anomalia è che la prima vera lite tra i due candidati al trono è avvenuta dietro una safety car, in pratica a gioco fermo. Un colpo di freni di troppo, forse impregnato di sottile malizia. Un fallo di reazione talmente inutile e palese da innescare una inevitabile punizione.
HAMILTON VETTEL 1
Non solo: mentre Vettel perdeva ai box una possibile vittoria, Hamilton perdeva una protezione mal fissata sulla sua Mercedes: due soste quasi in simultanea per riproporre il dualismo nelle retrovie. Una immagine speculare, una doppia sconfitta ma anche una sorta di condanna a viaggiare a distanza ravvicinata. Da adesso, secondo umori e modalità diverse, perché il tempo delle frasi di circostanza pare estinto.
VETTEL HAMILTON 1
Hamilton ha coccolato Vettel con complimenti reiterati sino all' altro ieri, alludendo al piacere di combattere con un campione di taglia e stoffa ben superiori a quelle del suo ex partner, Rosberg. Beh, avrà capito che anche il biondo della Ferrari dispone di un lato oscuro rilevante, ciò che trasforma un pilota di talento e classe in un bambino capriccioso e spietato. Soprattutto, nel momento in cui le cose prendono una piega che non gli garba affatto.
Esattamente come Rosberg, appunto, capace di colmare un' apparente inferiorità con aggressioni sfrontate o addirittura con forzatissime uscite di pista per impedire sorpassi in qualifica.
Dunque saranno spigoli e schiaffi in luogo di velluti e carezze. Meglio così, visto che così è sempre stato. Tra Mansell e Piquet, tra Senna e Prost, tra Schumacher e Villeneuve. Sia Lewis che Seb, del resto, sono piuttosto attrezzati sull' argomento e sarà curioso osservare le declinazioni della ferocia dentro i ring asfaltati delle prossime domeniche.
Magari indirizzando ogni goccia di adrenalina verso un limite estremo e agonistico. La scazzottata dell' Azerbaijan è sembrata una lite clamorosa in quanto ridicola per scelta di tempi e metodi. I campioni, insomma, riescono ad essere grandi anche quando perdono. Le staffe, ovviamente.
SCHUMACHER
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SENNA PROST