renato soru
“Con Schlein ho parlato il 10 ottobre, le ho detto così rischiate di andare a sbattere, perché la Sardegna non accetta le imposizioni romane, oggi abbiamo bisogno di un nuovo Statuto e pensare che possa partire dalla Capitale è un ossimoro”. Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex governatore della Sardegna ed eurodeputato Pd Renato Soru, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Cosa le aveva risposto la segretaria Pd?
“Mi aveva detto che mi avrebbe fatto sapere ma non l'ho più sentita”. Si può dire le abbia fatto 'ghosting'... “Si, esatto”. La decisione del Pd l'ha talmente contrariata da farle abbandonare il partito. “Ho lasciato il Pd perché non mi ci riconosco più, è una comunità che ha stentato a nascere, in Sardegna ancora di più, è troppo lontano dal confronto vero, è legato eccessivamente all'equilibrio del potere”. Lei aveva scelto l'attuale segretaria o Bonaccini alle primarie? “Alle primarie avevo votato Schlein ma mi ha deluso – ha concluso a Rai Radio1 Soru - l'episodio che mi riguarda è la cartina di tornasole di un Pd che rincorre troppo i 5S. Ora semplicemente non rinnoverò la mia tessera”.
schlein todde
Todde? “La conosco da tempo e non ho assolutamente nulla contro di lei. Un ticket con lei? Lei ha un ruolo nei 5S e una parlamentare, non ha da fare ticket. Io penso che lei potrebbe fare la governatrice ma dovrebbe passare per le primarie. E per questo le dico: Alessandra, facciamo le primarie e se vinci ti sosterrò con tutto l'entusiasmo possibile”. Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex governatore della Sardegna ed eurodeputato Pd Renato Soru, intervisstato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Anche sua figlia Camilla sembra apprezzare la discesa in campo della parlamentare Cinquestelle. “Camilla ha le sue idee”. Lei è amica della Todde? “No,m credo che non si conoscessero ma ora sembra abbia una passione irrefrenabile”.
RENATO SORU TISCALI
“Mi ricandido perché non ho mai smesso di pensare alla Sardegna, mi piacerebbe dare una mano a mobilitare la comunità sarda a migliorare”, visto che “la spinta di Salinas e Cappellacci è stata debole: si sono dimenticati di tirare il freno a mano e, a volte, siamo tornati indietro”. Ospite di Rai Radio, a Un Giorno da Pecora, oggi l'ex governatore della Sardegna, europarlamentare Pd e fondatore di Tiscali ha parlato a lungo della sua volontà di proporsi nuovamente alla guida della sua regione”.
Il Pd, tuttavia, ha scelto di sostenere Alessandra Todde. “Ho detto no alla decisione presa a Roma dal Pd e loro alla fine non solo non hanno fatto il mio nome e nemmeno un altro: hanno solo accettato la candidata del M5S”. Lei ha richiesto a gran voce primarie nel c.sinistra. “Io volevo le primarie e le voglio ancora, Anche la candidata dovrebbe fare qualche ragionamento. Io dico – ha spiegato a Un Giorno da Pecora Soru – che c'è ancora tempo per trovare un candidato comune, non devo esser per forza candidato io, devono essere i sardi a scegliere attraverso le primarie.
alessandro todde
SORU
Ruggiero Montenegro per ilfoglio.it - Estratti
“Il Pd mi ha tradito, dal punto di vista personale ma anche al di là delle personalizzazioni. In Sardegna si è arreso al M5s, si è consegnato in maniera del tutto subalterna”. Sabato scorso Renato Soru ha lasciato il Pd che aveva contribuito a fondare, in aperta polemica con quella che definisce “una imposizione da Roma”. Si riferisce alla scelta dei dem di appoggiare, senza passare per le primarie, la candidatura della grillina Alessandra Todde. L'ex presidente sardo, dal 2004 al 2009, invece ha lanciato la sua “Rivoluzione gentile”, con cui punta a tornare alla guida della regione.
“Il partito che ho visto nascere, quello della cosiddetta vocazione maggioritaria, non esiste più”, spiega Soru al Foglio, e non senza rammarico. D'altra parte non è il primo a prendere un'altra strada, negli ultimi mesi hanno fatto lo stesso l'ex ministro Beppe Fioroni, Enrico Borghi, Andrea Marcucci, solo per citarne alcuni. “Il Pd si era dato il compito di unire storiche tradizioni politiche, ma anche di essere una forza di governo, di guida all’interno di una coalizione. In Sardegna ha rinunciato a questo ruolo, ha rinunciato a proporre un nome, che non doveva essere necessariamente il mio”
Renato Soru
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