DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell'articolo di Elvira Naselli per www.lastampa.it
Un'approvazione piena, quella della Fda americana per il Lecanemab, approvato in velocità qualche mese fa. Una approvazione che significa che ci sono evidenze solide dei benefici del farmaco ma che però non eliminano i dubbi attorno a tutti i nuovi anticorpi approvati, in approvazione e allo studio per rallentare la malattia. Funzionano, e funziona il Lecanemab, nome commerciale Leqembi?
Dipende da che cosa intendiamo per funzionare quando si parla di Alzheimer. Perché per i pazienti e familiari anche solo un rallentamento della malattia - cosa che sembra fare questo anticorpo - è già un grosso risultato. Ma il prezzo da pagare - anzi i prezzi, perché sono tutti farmaci molto costosi - può essere alto perché la stessa Fda parla di rischi significativi per la sicurezza. In casi rari - scrive l'agenzia sull'etichetta del farmaco, può provocare eventi gravi e sanguinamenti cerebrali alcuni dei quali mortali.
E proprio i danni sul cervello, che riguardavano anche quest'ultima molecola, erano già stati denunciati su Neurology solo qualche mese fa: una review aveva mostrato come gli anticorpi monoclonali puntati a ridurre l'accumulo di proteina beta-amiloide, che si ritiene sia legato alla malattia, possono rimpicciolire il cervello e causare gonfiore.
Preoccupazioni confermate anche dai risultati di una autopsia pubblicati su Science che suggerivano come le infusioni di lecanemab potessero essere state legate alla morte del paziente. Tanto che gli scienziati avevano chiesto di fermarsi e di avere più tempo per indagare.
L'approvazione piena della Fda sembra però andare in senso contrario e questo vuol dire che le conclusioni dell'agenzia - che pure ha aggiunto un black-box warning, il livello più urgente di raccomandazione sugli effetti collaterali - si sono attestate più sui benefici del farmaco. Farmaco che non impedisce alla malattia di progredire, né ripara i danni cognitivi ma che - secondo ampi studi clinici - somministrato per via endovenosa ogni due settimane può rallentare il declino cognitivo da 5 a 18 mesi per pazienti con sintomi lievi.
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Il costo del trattamento completo: 90mila dollari all'anno
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