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Marco Bresolin per “la Stampa”
Venti giorni di tempo per predisporre i piani nazionali di vaccinazione contro il Covid19. La Commissione europea intensifica il pressing sui governi per spingerli ad accelerare la predisposizione dei documenti che saranno passati in rassegna da Bruxelles «entro la fine di novembre». L'appello è scritto in una lettera che la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, ha inviato a tutti i ministri nei giorni scorsi: gli Stati dovranno farsi trovare pronti, definendo con largo anticipo tutti gli aspetti logistici legati alla conservazione, alla distribuzione e alla somministrazione vaccini. Inclusa l' indicazione dei gruppi vulnerabili che avranno la priorità.
Oggi la Commissione presenterà un piano per una maggiore integrazione Ue in campo sanitario, dotando di maggiori poteri l' Agenzia europea del farmaco (Ema) e il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). E contestualmente firmerà un contratto con Pfizer e BioNTech per assicurarsi fino a 300 milioni di dosi del loro vaccino, che al momento è il più vicino all' immissione sul mercato.
Bruxelles le distribuirà ai Paesi Ue in quote definite in base alla popolazione: per l' Italia si tratta di circa 40 milioni di dosi, sufficienti a vaccinare 20 milioni di persone (servono due iniezioni a distanza di 21 giorni). Ma per averle tutte bisognerà attendere ancora diversi mesi: le due aziende hanno annunciato che produrranno 50 milioni di dosi entro il 2020 «a livello globale».
SPERIMENTAZIONE VACCINO CORONAVIRUS
Per i governi del Vecchio Continente è fondamentale definire con chiarezza i gruppi prioritari. La Commissione ha inserito in una comunicazione alcune linee-guida per individuare le categorie destinate ad avere una corsia preferenziale: oltre agli operatori sanitari, agli over 60, ai soggetti già affetti da altre patologie e ai lavoratori essenziali (come le forze dell' ordine o gli insegnanti), Bruxelles suggerisce di vaccinare con priorità anche i carcerati e chi vive in campi profughi perché si tratta di «comunità in cui è impossibile il distanziamento».
L'esecutivo Ue invita poi i governi a prendere «in considerazione nuovi programmi di assunzione e formazione, con il potenziale coinvolgimento di studenti e di personale in pensione» per eseguire le vaccinazioni. Si incoraggiano inoltre i Paesi «a valutare la possibilità di fornire gratuitamente i vaccini» e a predisporre campagne per garantire «chiarezza e tempestività nell' accesso alle informazioni».
Ma anche per «contrastare la disinformazione e rafforzare la fiducia del pubblico nei vaccini». Questo perché «negli ultimi tempi la mancanza di fiducia ha determinato un'adesione insufficiente ai vaccini fondamentali per l' infanzia e di conseguenza l'insorgere di nuovi focolai di malattie prevenibili, come il morbillo». Per accelerare i tempi, l'Ue ha deciso di derogare alla regola che prevede di riportare le indicazioni sulle etichette in tutte le 24 lingue ufficiali. Saranno scritte solo in inglese, ma le case farmaceutiche dovranno tradurle in tutte le lingue sui foglietti informativi che saranno distribuiti separatamente.
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