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Laura Cuppini per il "Corriere della Sera"
1 - Perché anche i vaccinati devono rispettare le norme di prevenzione?
Il green pass rappresenta un «via libera» per vaccinati e guariti, ma non c'è dubbio che la diffusione massiccia della variante Delta ha rimescolato un po' le carte in tavola rispetto a quanto previsto fino a pochi mesi fa. Pur non avendo «bucato» gli anticorpi dati dal vaccino e dalla pregressa infezione, ha un livello di trasmissibilità tale da dover ricorrere a qualche precauzione aggiuntiva.
«La vaccinazione completa offre un alto livello di protezione contro la malattia grave e la morte causata dal virus» scrivono l'Agenzia europea del farmaco (Ema) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in una nota congiunta. Che prosegue: «Fino a quando più persone non saranno completamente vaccinate, tutti dovrebbero continuare a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento sociale.
Anche le persone che hanno ricevuto un programma di vaccinazione completo». Si stima infatti che i vaccini proteggano quasi completamente dalle forme gravi, un po' meno dalla possibilità di infettarsi. In Italia si è calcolato che circa 2 persone su 10, tra gli immunizzati, potrebbero rischiare il contagio, anche se in forma lieve (e, si ritiene, solo per pochi giorni).
Negli Stati Uniti le autorità sanitarie hanno raccomandato ai vaccinati di portare la mascherina (al contrario di quanto detto a marzo) nelle aree del Paese dove la diffusione del virus è maggiore, con più di 50 casi per 100 mila abitanti.
2 - Quali sono le situazioni più a rischio?
Le due fasce di popolazione da tenere in osservazione, oltre naturalmente a chi rifiuta (o non può fare) il vaccino, sono i soggetti fragili, soprattutto anziani, e i bambini. Nella fascia vaccinabile dei minori (dai 12 anni in su), in Italia, il 19% ha ricevuto entrambe le dosi, mentre tra gli ultra 80enni la percentuale ha superato il 90% e nella fascia 70-79 è all'85%.
Non è detto però che tutti rispondano allo stesso modo al vaccino: gli immunodepressi per esempio (perché in chemioterapia o per alcune patologie) hanno una protezione limitata. Per fare un esempio, un bambino non vaccinato potrebbe contagiarsi e trasmettere il virus a un nonno fragile.
In questo caso è importante che si vaccinino i genitori del minore ed è consigliabile tenere la mascherina in presenza dell'anziano. In occasione di raduni familiari è possibile usare i tamponi rapidi per essere più tranquilli. Se non ci sono soggetti fragili e i presenti sono tutti vaccinati non è necessaria la mascherina; se ci si trova in ambienti chiusi con sconosciuti è prudente tenerla.
3 - Due vaccinati possono abbracciarsi?
Il contatto tra persone che hanno ricevuto il ciclo vaccinale completo è sicuro, a patto che nessuno dei due abbia frequentato posti affollati in cui erano presenti persone non vaccinate e molto contagiose (i cosiddetti «superdiffusori»). C'è infatti, come detto, il 20% di rischio di infettarsi - anche se in modo lieve o asintomatico - anche dopo le due iniezioni.
La mascherina Ffp2 offre in tutti i casi una sicurezza molto elevata (o in alternativa una mascherina di stoffa sopra una chirurgica). Più la mascherina aderisce al viso, più alta è la protezione: il modello migliore in assoluto è quello con l'elastico che passa da parte a parte, all'altezza della nuca.
4 - I viaggi sono sicuri?
In aereo si può stare relativamente tranquilli, grazie al costante ricambio d'aria, ma gli esperti consigliano, anche ai vaccinati, di indossare la mascherina per tutto il tempo, tranne quando si mangia o beve.
In generale, sui trasporti pubblici, il rischio di contagio aumenta quanto più lunga è la corsa e quanto più affollato è il mezzo. Quindi, se costretti a prendere il treno o la metropolitana negli orari di punta, anche chi ha il green pass dovrebbe indossare la Ffp2 o una doppia mascherina per non correre rischi.
5 - Per i vaccinati è prevista una quarantena ridotta?
No, in Italia tutti i contatti stretti di un soggetto risultato positivo a Sars-CoV-2 (anche se vaccinati con due dosi) devono rispettare lo stesso periodo di isolamento. (Ha collaborato Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene, Università di Firenze).
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