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Silvia Turin per www.corriere.it
Il calo del desiderio è un problema comune in alcune coppie, specie quelle di lunga data e conviventi. Adesso uno studio condotto da sessuologi australiani sostiene che il lavoro in più che le donne spesso si trovano a fare in casa (con il relativo carico di stanchezza e ansia) sarebbe la causa del problema.
Lo studio
Non più solo un fisiologico calo di libido per cui spesso è stata data «colpa» alle donne, quanto un carico extra di ore di lavoro, anche «mentali», che riguardano a tutto tondo l’organizzazione familiare e che spengono l’entusiasmo tra le lenzuola. Sono mansioni che si aggiungono spesso al lavoro quotidiano retribuito, ma non sono più solo i classici «lavare i piatti» e «rifare i letti», ma anche pensare alla spesa, portare fuori il cane, aiutare i figli con i compiti, accompagnarli in piscina, organizzare le feste di compleanno e così via.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Sex Research , ha analizzato le risposte di 299 donne australiane di età compresa tra 18 e 39 anni a un questionario online che misurava i fattori di relazione e le dimensioni del desiderio sessuale. Le partecipanti sono state divise in tre gruppi: lavoro paritario, lavoro appannaggio principalmente delle donne e lavoro svolto principalmente dal partner.
Non è noia ma stanchezza
I risultati hanno mostrato che le donne in relazioni paritarie (in termini di lavori domestici e carico mentale) erano più soddisfatte delle loro coppie e, di conseguenza, provavano più desiderio sessuale rispetto alle donne impegnate in relazioni «disuguali», che registravano il calo di libido (nonostante la giovane età delle partecipanti) .
Il gruppo in cui il partner svolgeva in misura maggiore i compiti casalinghi è stato giudicato troppo esiguo per essere valutato. I risultati si ripetevano simili in coppie omosessuali.
Due particolari ulteriori: quando i ricercatori hanno indagato sul desiderio votato all’autoerotismo, i risultati non hanno mostrato variazioni che dipendessero dall’equità delle relazioni di coppia, segno che «il basso desiderio delle donne potrebbe non essere un problema fisiologico», scrivono gli autori.
Anche la durata della relazione ha giocato un ruolo. La ricerca ha mostrato che le relazioni a lungo termine erano associate alla diminuzione del desiderio per le donne, ma anziché imputarlo alla classica noia, gli studiosi hanno riscontrato che il calo poteva essere ascritto sempre alla disparità di compiti: che aumentavano a sfavore delle donne man mano che gli anni di convivenza trascorrevano.
«L’insoddisfazione relazionale è un fattore di rischio principale per il basso desiderio nelle donne, anche più degli impatti fisiologici dell’età e della menopausa. Provare per credere», hanno concluso gli autori.
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