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Dagotraduzione dal Daily Mail
Il vaccino AstraZeneca produce meno anticorpi di quello Pfizer. È quanto emerso da uno studio dell’Imperal College di Londra. I medici hanno scoperto che due settimane dopo la seconda dose di vaccino AstraZeneca gli anticorpi erano rilevabili in meno dell’85% degli ultraottantenni immunizzati, percentuale che è salita 98% quando il vaccino utilizzato è stato Pfizer.
I risultati provengono dal più grande studio di controllo della Gran Bretagna, nota come REACT-2, che esamina in modo casuale campioni di sangue di centinaia di migliaia di britannici. Anche se gli anticorpi rappresentano solo una parte della risposta immunitaria complessiva al Covid, gli esperti hanno affermato che i risultati dello studio non sono stati del tutto sorprendenti.
Il professor Ian Jones, un virologo della Reading University, ha spiegato che il vaccino britannico ha meno probabilità di innescare l'immunità perché si basa su un virus del raffreddore indebolito.
In alcuni casi il corpo può attaccare questo virus invece delle proteine di Covid sulla sua superficie, e l’immunità non si innesca. Il vaccino Pfizer invece utilizza una tecnologia completamente diversa.
Negli studi sui vaccini, il vaccino di AstraZeneca è risultato anche leggermente più debole nel prevenire l'infezione da Covid sintomatica. Ma il mondo reale ha dimostrato che in Gran Bretagna entrambi i vaccini sono stati estremamente efficaci nel fermare malattie gravi e morte.
Hanno dimostrato di ridurre di oltre il 90% il rischio di essere ricoverati in ospedale anche con la variante delta.
REACT-2 ha esaminato più di 207.000 partecipanti provenienti da tutto il paese per gli anticorpi anti-Covid. Lo studio è stato condotto nelle due settimane che si sono concluse il 25 maggio, quando i vaccini erano stati appena aperti ai trentenni. Ma alcuni giovani erano già stati immunizzati perché soggetti deboli o a rischio, tra cui gli operatori sanitari.
Tra i minori di 39 anni, il 100% aveva anticorpi due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose di AstraZeneca. La percentuale diminuisce leggermente tra i 40 e i 49 anni (99,4%), tra i 50 e i 59 anni (93,8%) e tra i 60 e i 69 anni (92,1%). Ma scende sotto i nove su dieci per gli ultraottantenni (83,6%).
Per fare un confronto, il vaccino Pfizer ha suscitato protezione nel 100% di tutte le fasce d'età, ad eccezione degli ultraottantenni, dove la proporzione era del 97,8%. «Quello che emerge da questi numeri - e questo è uno dei più grandi sondaggi mai realizzati - è che il tasso di fallimento è più alto per AstraZeneca che per Pfizer» ha detto il professor Jones.
«Ci sono alcuni individui che per caso, oppure per via di un recente raffreddore, hanno anticorpi contro l'(adenovirus) e questo gli impedisce di entrare [nel sistema immunitario]». Gli anticorpi sono solo una parte della risposta immunitaria al Covid e non determinano la protezione di una persona: ad esempio, anche i globuli bianchi svolgono un ruolo cruciale.
Ma sono uno dei modi principali con cui gli scienziati possono misurare quanto bene una persona risponde a un vaccino. I livelli di anticorpi svaniscono nel tempo, ma ciò non significa che le persone perdano l'immunità. Il corpo memorizza come combattere un virus specifico per molto tempo, anche quando gli anticorpi immunitari si azzerano.
vaccino anti coronavirus di moderna
I vaccini per l'adenovirus funzionano utilizzando una forma indebolita del comune raffreddore che trasmette istruzioni alle cellule insegnando loro a combattere il Covid. Quando il vaccino viene somministrato, il sistema immunitario del paziente attacca la proteina spike costruendo anticorpi, preparandola a combattere il Covid prima che porti a un'infezione. Il vaccino Moderna, il terzo attualmente in uso in Gran Bretagna, si basa sulla stessa tecnologia mRNA di Pfizer, che utilizza un metodo di somministrazione sintetico.
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