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Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Walter Ricciardi, 62 anni, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, ordinario di Igiene e Medicina preventiva alla Cattolica, ex presidente dell'Istituto superiore di sanità, ha soprattutto un messaggio: non abbassiamo la guardia - dice - perché la pandemia a livello globale potrebbe riservarci ancora una lunga coda di incertezza. Professore, l'impressione è che in Italia le somministrazioni di prime dosi vaccinali procedano lente perché si è raggiunto lo zoccolo duro del rifiuto.
È così?
«Non credo, anzi penso che ci siano dei margini di crescita che vedremo gradualmente realizzarsi nelle prossime settimane. Pian piano tante persone capiranno che questa è una pandemia destinata a durare ancora mesi a livello internazionale, se non anni. Si capirà che non è questo il momento di concedersi un calo di attenzione e che non si può resistere semplicemente facendosi un tampone ogni due giorni».
Intende dire che l'applicazione del green pass spingerà gli esitanti a vaccinarsi?
«È quel che mi aspetto. Magari non ci sarà un nuovo boom di prime dosi, ma una crescita lenta e continua. Le persone si renderanno conto che sottoporsi continuamente ai tamponi è logorante, anche fisicamente. Lo hanno constatato quest' estate gli stessi calciatori degli Europei. Se si vuole lavorare, viaggiare, andare al teatro o al cinema la soluzione migliore è vaccinarsi. È una delle somministrazioni più sicure della storia della medicina e i fatti lo dimostrano. Chiunque non sia contrario per motivi ideologici finirà per capire».
Molti dicono che siamo alla fine della pandemia. Perché lei resta così cauto?
«Perché le esperienze del passato ci dicono che le pandemie sono fenomeni lunghi e proporzionali alla volontà di lottare per contrastarli. Se una parte della popolazione non consente di ridurre il virus ai minimi termini, questo rischia di rivelarsi un percorso ancora lungo».
Dunque l'obbligo di green pass sarà esteso al 2022?
«Lo decide il governo. Come medico posso dire che il contrasto alla pandemia richiede una grande persistenza delle strategie che si sono dimostrate efficaci. Non è il momento di abbassare la guardia o di parlare di situazione post-pandemica: non ci siamo ancora».
La preoccupa che tanta parte dell'umanità nei Paesi meno sviluppati non abbia ancora i vaccino e possa dunque dare luogo a nuove varianti del Covid-19?
«Al ritmo attuale, tutta l'umanità sarà vaccinata solo nel 2024. Il rischio di nuove varianti che mettano in crisi le coperture vaccinali esistenti non può essere escluso. Basta vedere com' è nata in India la variante Delta: con il 20% della popolazione coperta dalle dosi, il governo ha dichiarato finita la pandemia e così ha incoraggiato comportamenti scriteriati, che hanno provocato migliaia di morti. Ancora oggi quattro miliardi di persone nel mondo non sono vaccinate, mentre 3,4 miliardi lo sono».
Cosa si può fare per accelerare la protezione nei Paesi in via di sviluppo?
«Dobbiamo entrare nell'ottica che non riusciremo, nei Paesi avanzati, a produrre in tempi abbastanza rapidi vaccini sufficienti anche per i Paesi in via di sviluppo».
Che strategia suggerisce?
«India, Indonesia o Sudafrica sarebbero in grado già oggi di produrre vaccini a mRNA. Serve una sospensione temporanea dei brevetti, il via libera al trasferimento tecnologico e l'avvio della produzione dei vaccini nei Paesi emergenti che ne sono capaci. Con il presidente Joe Biden gli Stati Uniti per la prima volta si sono pronunciati a favore della sospensione dei brevetti: è un'occasione da cogliere al volo».
CORONAVIRUS - VACCINAZIONE A MILANO
Ma l'Unione europea continua a opporsi. A suo avviso, perché?
«Trovo che sia un atteggiamento sconcertante. I brevetti sono in mano ad aziende private, che comprensibilmente non vogliono condividere le loro esclusive commerciali. Ma la stragrande maggioranza dei governi al mondo è d'accordo. Noi in Europa invece continuiamo a illuderci che vaccinando noi stessi, e solo noi, usciremo dalla pandemia. Il vaccino è un'arma straordinaria, che ci consente di resistere. Ma per sconfiggere un nemico formidabile come Covid occorre fare tutto il possibile per vaccinare l'intera popolazione mondiale».
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