L. De Cic. Per il Messaggero
spelacchio
Per il povero Spelacchio la morte può attendere. A cavallo tra Natale e San Silvestro, nel Campidoglio pentastellato è partita la missione salva-albero. Eh sì, perché l'abete rinsecchito di piazza Venezia, diventato una star del web a forza di spernacchi virtuali da turisti e giornali di tutto il mondo, in teoria dovrebbe essere portato in discarica subito dopo il week-end dell'Epifania. Invece ce lo potremmo ritrovare in un museo, imbalsamato e rimpicciolito.
Ma in qualche modo ancora lì, vivo, si fa per dire, in mezzo a noi. Pensare che nel contratto che l'amministrazione comunale aveva firmato a novembre con la ditta che si è occupata del trasbordo della pianta dai boschi della Val di Fiemme - il famoso appalto da 48mila euro - c'era scritto che a feste finite gli operai avrebbero dovuto caricare di nuovo l'albero sul camion e smaltirlo «in discariche autorizzate».
LA TROVATA
Spelacchio addio? Pare di no, perché l'involontaria popolarità conquistata dal fusto morente uno sberleffo dopo l'altro, ha convinto la giunta grillina a cercare una soluzione alternativa che conservi il più possibile questo «Spazzolone da gabinetto» (così lo ha soprannominato il Guardian) a cui però, ha detto la sindaca Virginia Raggi, «in fondo ci siamo affezionati tutti».
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«AIUTACI TU!»
Che sia vera o no quest'ondata emotiva, certo è che centinaia di romani hanno preso ad addobbare le frasche gracili dell'alberone con bigliettini natalizi di incoraggiamento. Dall'antologia: «Non mollare», «Spelacchio sei solo un diversamente albero» e ancora «l'importante è essere bello dentro, forza Spelacchio»; qualcuno ha addirittura cominciato ad attribuire alla pianta poteri soprannaturali, tanto da invocarne l'intercessione per piccole e grandi incombenze future («Aiutaci a scuola, ti amiamo comunque», si legge su un cartoncino firmato la terza B).
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E così il futuro di Spelacchio è stato al centro di una serie di riunioni tra l'assessore Pinuccia Montanari e i tecnici del Dipartimento Ambiente. L'idea che sta prendendo corpo in Campidoglio, allora, è quella di trasformare l'albero in una sorta di installazione permanente. Non resterà a piazza Venezia, da lì dovrebbe essere spostato già la prossima settimana, ma non dovrebbe finire neanche in discarica.
L'abete potrebbe essere riposizionato in un altro luogo - una piazza o più probabilmente al chiuso, come in un museo - e messo in sicurezza, considerato che è senza radici da un mese abbondante, da quando cioè ha lasciato le foreste del Trentino, e così com'è non può resistere a lungo. C'è qualche ostacolo burocratico da superare: per esempio dovrà essere cambiato il contratto con la ditta ingaggiata per il trasporto e lo smaltimento. E qualcuno dovrà occuparsi della nuova sistemazione dell'abete. Una decisione verrà presa tra oggi e la festa della Befana. La missione Salvate Spelacchio è cominciata.
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IL TEMPO SPELACCHIO