marion bartoli
Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”
Ora di pranzo, ieri, al ristorante di Wimbledon. L' All England Club propone pizza uscita esanime dal forno elettrico, pollo e patatine, pasta all' inglese (no thanks), le immancabili fragole con panna.
A un tavolo d' angolo, sola solissima, Marion Bartoli, 31 anni, francese, regina di Wimbledon 2013. Ha davanti un piatto di insalata condita a malapena. Mastica lenta la stessa foglia, per minuti interminabili. È magrissima, triste, palesemente infelice. Guarda nel vuoto: chissà cosa pensa, quali fantasmi le siedono accanto.
Quella che i giornali, fin qui, hanno raccontato come una dieta miracolosa, in grado di farle perdere trenta chili dopo il ritiro, ha tutta l' aria di essere una malattia che ha preso una deriva importante, grave. A Wimbledon hanno impedito a Marion di partecipare al doppio delle leggende, insieme a Navratilova, Sanchez, Novotna e alle altre regine Slam. «Ragioni mediche». Lei ci è rimasta malissimo.
marion bartoli al centro
Sarebbe stato straziante esporre la sua magrezza disperata sui prati del torneo dei tornei. Il confronto impietoso con la straripante forma atletica delle altre avrebbe denudato la bugia che Marion si racconta da un paio d' anni: «Non sono mai stata meglio in vita mia. Ho ritrovato la forma di quando ero un' adolescente. Mi piaccio più che mai. Amo il mio corpo: sono esattamente la donna che voglio essere».
marion bartoli 2
Negare la malattia, fare finta che non esista. Oppure chiamarla con un altro nome: virus misterioso. «Mi sono ammalata in aereo - ha raccontato alla televisione inglese -. Non riesco a mangiare, il mio corpo non assimila. Ho la tachicardia, tutto mi dà fastidio: per usare il telefonino devo indossare i guanti. Un incubo, temo per la mia vita». Andrà a curarsi in Italia, in una clinica specializzata, dice. Specializzata in cosa è un altro dei misteri in cui è sprofondata alla fine della carriera sportiva.
marion bartoli crumbles to the ground at wimbledon
Per la prima volta, ieri, il quotidiano francese L' Equipe ha azzardato la parola che tutti pensano e nessuno pronuncia in sua presenza: anoressia. Marion Bartoli dimagrisce a vista d' occhio: a Parigi ci era sembrata scheletrica, qui a Wimbledon la deriva ha assunto aspetti preoccupanti, che fanno temere per la sua salute e, forse, vita.
Marion Bartoli
Pubblicamente, al Roland Garros Marion aveva parlato di «intolleranze alimentari»; a Miami, nel marzo scorso, si vantava di essere scesa a 53 chili (per 173 centimetri di altezza): «E conto presto di arrivare sotto i cinquanta». Ma chi la conosce bene dice che ha già raggiunto il punto di non ritorno, 45 chili.
Marion Bartoli
La situazione è grave e delicata. Il tennis francese - giocatori, tecnici, medici - è in allarme: vorrebbero aiutarla ma Marion fino a oggi non ha permesso a nessuno di avvicinarsi, nemmeno al padre che fece di lei una campionessa a dispetto di un fisico non proprio da atleta e di un gioco (bimane) fuori da ogni grammatica. Le ex colleghe ne parlano con le lacrime agli occhi, paralizzate dall' impotenza: «Nessuno può costringere Marion a fare ciò che non vuole» spiega Alexandra Fusai.
Marion Bartoli
Iperattiva (collabora con la tv, ha una sua linea di vestiti), rapporto conflittuale con i genitori, storia densa e complicata. Vista da vicino - la pelle rovinata, i capelli sfibrati e radi, l’aria dell' animale braccato e una solitudine straziante, difesa con i denti -, ieri al ristorante di Wimbledon la Bartoli sembrava la creatura più indifesa della terra.
MARION BARTOLI jpeg marion bartoli
Salvate il soldato Marion. Da se stessa, innanzitutto. Prendere coscienza di una malattia chiamata anoressia, così evidente a tutti tranne che a lei, sarebbe il primo passo sulla strada di una lunga, complessa, delicatissima guarigione. Allez Marion, maltrattala come fosse la tedesca Lisicki nella finale di Wimbledon. Ti terrorizzava, hai vinto .
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Marion Bartoli