Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"
alpinisti sull etna
Fatica e freddo. Di questo è morto Salvatore Laudani. Sfinito da una prova fisica più grande delle sue forze e da condizioni meteo impietose. Aveva 47 anni ed era un volontario del Soccorso alpino siciliano.
Se n'è andato alla fine di un'operazione di soccorso complicatissima, a 2300 metri di quota, sul versante sud est dell'Etna. Si è come spento, lentamente. Un passo dietro l'altro fino all'esaurimento di ogni energia. «Sfinimento e ipotermia» dice, appunto, il racconto dei suoi compagni Quando ha perso conoscenza Salvo, come tutti lo chiamavano, era nel buio e nella nebbia.
salvatore laudani
Tirava un vento gelido che cresceva sempre più ed era in corso una tempesta di neve mista a grandine e pioggia. L'uomo appena soccorso con una frattura a perone e tibia era scivolato in un canalone e per recuperarlo Salvo e i suoi compagni (più una squadra del soccorso alpino della guardia di finanza) si erano arrampicati su una cresta innevata e si erano calati lungo la fenditura per 150 metri.
Tirarlo su, in quelle condizioni atmosferiche a dir poco proibitive, è stato per tutti una fatica immane ma ce l'hanno fatta. L'hanno caricato su una barella e si sono incamminati verso il punto in cui li aspettavano i mezzi di soccorso. Ogni passo una prova fisica al limite della resistenza, nell'oscurità, con il ferito da trasportare e con il freddo, il ghiaccio e il vento che crescevano di minuto in minuto. Hanno proseguito «in conserva», cioè l'uno accanto all'altro, aiutandosi. Ma a Salvo non è bastato.
neve sull etna 2
Lui è andato avanti ancora pochi passi, poi si è accasciato. Spento. Uno dei suoi compagni di squadra gli è rimasto vicino mentre gli altri scendevano con il ferito e mentre dal campo base, chiamiamolo così, partivano tre squadre in aiuto a chi era sull'intervento di cui in quel momento non si sapeva nulla: niente telefonini, perché quella zona non ha segnale, e nemmeno comunicazioni radio, impossibili per la tempesta in corso.
neve sull etna
Quando gli uomini con il ferito hanno raggiunto i mezzi di soccorso molti fra loro hanno pianto stretti nelle «metalline», (le coperte isotermiche) per lo choc e lo stress dell'esperienza appena vissuta ma anche perché temevano il peggio per l'amico. Il peggio si è fatto realtà all'una di notte quando le squadre di soccorso lo hanno portato fino all'ambulanza: il suo cuore non batteva già più.
etna eruzione 19 giugno 2021
Salvo si era infilato nei vestiti e negli scarponi del Soccorso Alpino alle 11.30 del mattino, quando assieme ai suoi compagni di squadra era stato attivato dalla guardia di finanza. Ore e ore di una fatica immane, al gelo, ma lui on si è mai lamentato. Era un uomo allenato, Salvo. Scialpinismo, corsa, ciclismo... Sposato e padre di due ragazze adolescenti, aveva un negozio che vendeva materiale per l'edilizia nel Comune in cui viveva, Nicolosi, ai piedi dell'Etna. Fare il volontario per il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico era per lui motivo di grande orgoglio. Un soccorritore suo amico ieri ricordava che «sapeva fare squadra come nessuno» che «conosceva il senso profondo della corda che ci lega l'uno all'altro».