Silvia Morosi per www.corriere.it
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«Per dare un futuro ai nostri figli e per evitare che scappino all'estero, sono pronto a ignorare i limiti sul deficit imposti da Bruxelles. Prima viene la felicità dei popoli». A parlare al 32esimo raduno di Pontida è il ministro dell’Interno, Matteo Salvini (tra i partecipanti alla kermesse in provincia di Bergamo, anche alcuni debuttanti del Sud). Al suo arrivo, il segretario della Lega, al suo esordio al Viminale, ha attraversato il prato per salutare i sostenitori, sottolineando il suo desiderio di «stare fra la gente», mentre si concedeva gli abituali selfie (qui l'editoriale di Massimo Gramellini «Salvini, le ruspe e il consenso»).
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Ad accompagnarlo sul palco — prima dell'intervento — l'aria «Nessun dorma» della Turandot («All'alba vincerò»), prima del tradizionale saluto all’Albero della vita, dedicato ai leghisti che non ci sono più: «Lasciamo che siano altri a odiare, invidiare e rosicare e finire le scorte di maalox nelle farmacie italiane. Noi siamo qui per costruire». Quello che è certo, ha ribadito, è che «cercano di farci litigare con i nostri compagni di governo, ma non ci riusciranno». Dietro al palco del raduno, per la prima volta, non si sono visti i due ex segretari Umberto Bossi e Roberto Maroni.
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«CANCELLEREMO LA FORNERO»
Salvini ha quindi rinnovato l'impegno ad abolire la legge Fornero «come legge ingiusta, disumana e profondamente sbagliata. La cancelleremo smontandola pezzo per pezzo mettendo subito quota cento», ha assicurato. «I popoli in Europa non sono mai stati in conflitto come oggi.
L'ultima speranza dell'Ue di rimanere viva e che le idee e il coraggio della Lega contagino altri Paesi», ha proseguito. Salvini ha. poi, chiarito come ieri le parole del grillino Vincenzo Spadafora siano state «a nome personale», e come il tema dei diritti Lgbt «non è nel contratto di governo», sottosegretario con delega alle Pari opportunità che ieri, al Pride di Pompei, aveva spiegato come sul punto «non si torna indietro».
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«SE CHIUDERE O APRIRE I PORTI LO DECIDE IL MINISTRO»
«Non siamo qui per portare via diritti a nessuno. Ognuno a casa sua fa quello che vuole ma io difendo i bimbi che hanno il diritto di avere una mamma e un papà e le donne che non sono uteri in affitto»: è un altro passaggio dell'intervento del vicepremier. Salvini ha poi ringraziato la guardia costiera della Libia «che nel silenzio dei media ha soccorso più di mille disperati che stavano rischiando di annegare e li hanno riportati in Libia».
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Il ministro dell'Interno ha quindi definito «sciacalli» quelli che imputano i recenti morti nel Mediterraneo alla linea del governo italiano sull'immigrazione. Sulla questione dei porti, Salvini ha chiarito come quella espressa da Fico sia un'opinione personale: «Io rispetto le opinioni di tutti, poi ci sono un governo e un ministro che fa.
I porti sono e resteranno chiusi», ha detto, ribadendo la sua posizione sulle dichiarazioni del presidente della Camera, che ieri si era invece espresso a favore dell'apertura dei porti alle navi delle Ong. I risultati del Consiglio Ue sui migranti, per l'Italia sono «un primo passo», perché «finalmente si è discusso delle proposte italiane: siamo a metà opera, si sono accorti che possiamo dire dei no, e se c'è bisogno li diciamo».
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«AVVISO AI MAFIOSI: LA PACCHIA È FINITA»
Parlando di giustizia, ha dichiarato: «Mi impegno a cancellare gli sconti di pena per assassini e stupratori. Non dovrà esistere nessuna pietà. Rieducare uno che ha violentato una bambina o un bambino è lontano dal mio modo di vivere». Come per i trafficanti di esseri umani, «da Pontida anche per i mafiosi e i camorristi arriva l'avviso: è finita la pacchia. Via dalla Sicilia e dalla Lombardia», ha detto Salvini a Pontida parlando del suo appoggio all'antimafia, diversa da quella di chi fa milioni con «l'antimafia delle parole». Gli esempi di antimafia da sostenere che ha citato sono fra gli altri Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rocco Chinnici. E ha concluso: «Penso a una Lega delle leghe che metta insieme tutti i movimenti liberi, sovrani».
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LA KERMESSE
Una serie di gazebo bianchi, uno per ogni regione italiana, fa da corona al «pratone» dalla parte opposta del palco della kermesse dove campeggiano due slogan su fondo blu: «Il buonsenso al governo» e «Prima gli italiani». Centinaia di sostenitori si erano già dati appuntamento ieri sera, molti con camper e tende per passare la notte. Fra i gadget in vendita, le magliette blu dei giovani leghisti con un'immagine del segretario Matteo Salvini e la scritta: «La pacchia è strafinita». E sulla collina è apparso anche uno striscione «Secessione».
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