1 - CAIRO, 'MENO CANONE E PIÙ PUBBLICITÀ PER RAI COSA CONFUSA'
(ANSA) - "Ridurre il canone per aumentare la pubblicità, ma non si sa in che mix, mi sembra una cosa un po' confusa. Non capisco quale sarebbe il progetto finale". Lo afferma Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di Rcs, numero uno de LA7 e della Cairo communication.
"Noi stiamo facendo salti mortali, per tipo di palinsesto che facciamo meriteremmo di avere una quota di canone. Sarebbe da ripensare l'asseto generale" del sistema televisivo in Italia, aggiunge Cairo alla presentazione dei palinsesti de LA7 a Milano rispondendo a una domanda sulla proposta della Lega di ridurre il canone Rai aumentando il tetto pubblicitario.
2 - SALVINI CONTRO MEDIASET
Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
La partita della Rai innervosisce gli animi della maggioranza. E persino Mediaset viene travolta. Matteo Salvini, deluso dalle trattative sulla tv di Stato, ha cominciato a sganciare una bordata al giorno, a volte anche due. Il fuoco amico da ieri, però, ha un obiettivo più sofisticato, non più soltanto gli alleati, ma anche l'azienda della famiglia Berlusconi. [...]
Stefano Candiani, leghista di stretta ordinanza salviniana, chiede di abbassare il canone Rai, compensando le perdite economiche con l'innalzamento del tetto pubblicitario, oltre ai limiti consentiti oggi. Una misura che farebbe passare dal 6 al 7 per cento il tempo complessivo pubblicitario dalle 18 alle 24 e che «garantirebbe una raccolta di quasi 600 milioni che darebbero all'azienda la possibilità di una maggiore autonomia sul mercato», dice la Lega in una nota.
GIORGIA MELONI MARINA BERLUSCONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
L'iniziativa segue la battaglia contro il canone condotta da Matteo Salvini già nella campagna elettorale delle politiche, ma stavolta rivolge l'attacco direttamente contro Mediaset, con un dispetto parlamentare dal grande valore per il momento soltanto simbolico. Se la proposta del Carroccio diventasse legge, per il Biscione, infatti, il danno sarebbe enorme, perché più pubblicità per la Rai, vuol dire meno per le principali tv private, quelle dell'impero fondato da Silvio Berlusconi e in misura molto minore per i canali di Urbano Cairo.
MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI
Passano pochi minuti e arriva la reazione di Forza Italia: «Pur non considerandola un atto ostile, è una proposta di legge non concordata, che non fa parte di un accordo di governo, è un tema già affrontato in occasione dell'ultima legge di bilancio, quando ci fu la stessa proposta». E poi, con un'excusatio non petita: «Noi siamo contrari, non per Mediaset ma perché il canone Rai è il più basso d'Europa: il tema è che non vogliamo trasformare la Rai in un'azienda commerciale».
In realtà, a microfoni spenti, i dirigenti azzurri ammettono di aver dovuto reagire a un colpo basso di Salvini, che li mette in difficoltà con la famiglia Berlusconi. Da Fratelli d'Italia si evitano commenti, «Salvini è nervoso per la partita della Rai», è la spiegazione che viene data. Ma alcuni forzisti insinuano che la stessa Giorgia Meloni fosse a conoscenza della manovra leghista e che non abbia fatto nulla per fermarla. Il rapporto tra la leader di FdI e la famiglia Berlusconi, d'altronde, non è così idilliaco come un anno fa.
canone rai 7
Alle varie incrinature della relazione (il decreto sugli extraprofitti delle banche e il caso dei fuorionda di Andrea Giambruno) si è aggiunta l'intervista rilasciata da Marina Berlusconi al Corriere della Sera, nella quale la primogenita del Cavaliere criticava il governo per le posizioni assunte sui diritti civili. Un'uscita che non è affatto piaciuta (eufemismo) a Meloni. Da Palazzo Chigi si negano ritorsioni («è un'iniziativa della Lega»), ma visto da Forza Italia nulla appare casuale.
pier silvio berlusconi
La questione sullo sfondo è ancora più complessa: la Rai. La premier sta ritardando le nomine del nuovo consiglio d'amministrazione. L'unica casella certa appare quella di Simona Agnes, la quale, forte del sostegno di Tajani, dovrebbe essere nominata presidente. Non più così scontata, invece, appare la scelta dell'amministratore delegato. Giampaolo Rossi, attuale direttore generale, è finito nel mirino delle critiche della stessa premier, che gli imputa una serie di errori nella gestione dell'azienda di Stato, a partire dal caso della censura ad Antonio Scurati.
IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI - MARTA FASCINA
Accuse che Meloni avrebbe espresse direttamente a Rossi nel corso di una cena avvenuta negli scorsi giorni. Tanto che fonti di FdI giudicano in bilico il destino dell'attuale dg. Per altre ragioni, ma anche Salvini ha motivi di cui lamentarsi: per ora la Lega sembra destinata a rimanere a mani pressoché vuote dalle prossime nomine di Viale Mazzini. E di questo Salvini incolpa la gestione di Fratelli d'Italia. [...]
canone rai 4